Non doveva andare così

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Io e Lorenzo ci fermammo e gli altri avanzammo. Appena fui sicura che non ci vedessero più iniziai a parlare.
-Ho bisogno di farmi un tiro-dissi.
-anch'io-disse. Tirò fuori le sigarette e me ne accese una. La droga che devo aver assunto mi ha fatto tornare in astinenza, già una volta c'ero cascata ora dovevo dare qualcos'altro al mio organismo.
-va tutto bene?-mi chiese Lorenzo.
-si,grazie-dissi. Il primo tiro mi aiutò. Andammo avanti a camminare con molta cautela. Finita, vedendo gli altri, tirai fuori dallo zaino un profumo e me lo spruzzai,la stessa cosa fece Lorenzo.
-come ti dicevo prima ho iniziato a fare i salti doppi da un po' e quindi anche molta più preparazione atletica-dissi avvicinandoci agli altri. Lorenzo mi resse il gioco.
-Ho sempre detto che eri molto brava-disse.
Francesco mi prese la mano una volta accanto a lui. Gli avevamo interrotti,stavano parlando alquanto vivacemente.
-Finalmente,cosa vi siete detti di tanto importante?-chiese Emma.
- li volevo mostrare un salto di pattinaggio e mi vergognavo-dissi. Lorenzo annui.
-Axel?-chiese Francesco.
-si,come lo sai?-chiesi sembrando stupita.
-ho fatto un po' di ricerche, se è quello che ami fare vale la pena che io ne sappia qualcosa. Comunque di cosa ti vergogni,ti viene alla perfezione?-disse Francesco.
-si ma bho,voi di cosa parlavate?-chiesi.
-di te-disse Elisa.
-oh no,che cosa avete detto da sputtanarmi?-chiesi.
-nulla di che,solo della tua bravura a farci il tifo durante le partitelle di calcio e del modo in cui rimorchi facilmente-disse Gabriele.
-bhe se andate a dire ste cose in giro su di me di sicuro non rimorchierò più tanto facilmente-dissi.
-che cosa rassicurante che tu voglia rimorchiare ancora,poi a farlo palese davanti a me-disse Francesco ridendo.
Imbarazzo. Caminammo un altro po' parlando sempre di me anche se cercai più volte di sviare dal discorso.
Arrivati a destinazione pranzammo.
Mi passarono un panino che rifiutai gentilmente. Francesco mi fulminò con lo sguardo.
-Alessia,devi mangiare-disse.
-Lo so ma ora non ho proprio fame ora,farò merenda dopo-dissi.
-no,mangia ora che è meglio-insistette Francesco.
-Francesco se non ha fame meglio che non mangi,magari poi si sente male perché non se la sente-disse Emma.
-No,lei deve mangiare-disse Francesco.
-perché?-chiese Emma.
Francesco stette un'attimo zitto e poi mi guardò.
-Dai su,diglielo, sono tuoi amici no?-disse.
Avevo capito a cosa voleva parare. Ma non volevo.
-Lorenzo,ti posso mostrare qualche altro salto?-chiesi rivolta a Lorenzo. Che capì subito il codice ma non mi seguì.
-meglio di no,sai com'è,magari ti fai male-disse.
Mi guardavano tutti ormai.
Iniziai a fare di no con la testa a Francesco, con gli occhi quasi lacrimanti. Guardò nello zaino e mi passo una mela.
-ne ha solo 50 circa-disse. Non mi guardava negli occhi, non era un buon segno.
-grazie-li dissi. La mangiai,era deluso da me. Avevo cercato di scapparli mentre lui voleva solo aiutarmi.
-non ho capito-disse Gabriele.
-Lasciamo perdere-dissi. Ci fu un altro po' di silenzio imbarazzante, accesi il cellulare. Risposi ai messaggi e guardai Instagram. Finito di mangiare ripartimmo per fare la strada al contrario.
Ancora rimanemmo in silenzio tranne per il mio cellulare che per fortuna inizio a suonare, era Sara. Andai più avanti del gruppo e risposi.
-Sara,tutto bene?-chiesi.
-no,prima mi ha scritto Michele con il telefono di Simone ,se la è presa perché avevo capito che era lui e gli ho risposto con un "amore",adesso crede che lo tradisca con Simone.Cosa faccio?-chiese.
Iniziai a ridere.-Scusa ma te ne sei trovata uno tanto per bene. Lo chiamo io.-dissi.
-grazie teso-disse Sara.
Misi giù.
Chiamai Michele e lo feci ragionare. Finito richiamai Sara per dirle che adesso la avrebbe ascoltata e poi tornai con il gruppo. Parlavano di nuovo con un tono vivace ma appena arrivai si stronco di nuovo.
-Tornate a parlare, cambio strada-dissi. Stettero zitti.
-Non vai a "fare altri salti",vero?-chiese Lorenzo. Infondo ci teneva.
-no,di sicuro nessuno mi darà una pista e i pattini a questa età qua-dissi. Presi una stradina alternativa, era più veloce, ti portava subito in città, iniziai a correre così che manco provandoci mi avrebbero raggiunto. Era tutto in discesa e caddi.
Lì vicino c'era la casa di un'amica di famiglia e i suoi nipoti, due ragazzi molto belli. Per mia fortuna mi trovarono loro mentre facevano una camminata e mi aiutarono a rialzarmi e mi misero delle garze provvisorie. Volevo medicarmi meglio io, quando sarei tornata a casa dove avevo tutto il kit medico. Il più piccolo dei fratelli, Marzio, mi riportò a casa in braccio perché avevo una gamba decisamente messa male ma quando mi in punto su qualcosa non mi si riesce a smuovere. Lui era l'ex di Emma ma erano rimasti buoni amici. Arrivai e i ragazzi erano in cerchio preoccupati, si girarono appena Marzio mi appoggio sulla scalinata che aveva appena fatto che era quella per arrivare davanti alla casa dei miei nonni e alle altre. Mi vennero in contro, sembravano anche arrabbiati così guardai Marzio facendo di no con la testa.
-Fermi là,non vi vuole attorno-disse e gli altri si fermarono.
-grazie,il kit è sotto il lavello della cucina,tieni le chiavi-dissi passandogli le chiavi dal mio zaino.
-Cosa hai fatto?Eravamo preoccupati, possiamo avvicinarci?-chiese Francesco.
-no, non vi voglio intorno come voi non volevate me,sono caduta e non me ne fotte niente delle vostre preoccupazioni.-dissi. Marzio mi passo il kit e iniziai a medicarmi. Faceva un male boia così guardai Lorenzo con occhi supplichevoli. Mi mimo il no con la bocca.
-Marzio,da qui ce la faccio da sola,grazie mille,potresti prendermi un ultima cosa?Nella mia borsa appoggiata alla poltrona ce una pochette azzurra. -dissi e lui me la porto. Lo ringraziai ancora e lo lasciai andare. Appena se ne andò tirai fuori una sigaretta e l accendino dalla pochette. Mi guardarono tutti male tranne Lorenzo che abbassò lo sguardo.
Continuai a medicarmi facendo qualche tiro. Lorenzo mi si avvicinò.
-per favore,spegnitela tu che io non voglio farti questo,hai fumato troppo per oggi,finché era solo una andava bene ma ora non più. Alessia,fatti aiutare.-disse.
-più di una?-chiese Francesco.
-no-dissi a Lorenzo.
-posso spegnertela io? So che stai soffrendo molto,hai fatto una brutta caduta vedendo le tue ferite, ma non mi sembra il caso. Adesso non potremmo avere più il nostro codice segreto perché lo sanno.-disse.
Stetti zitta,mi alzai,avevo finito e riportai un po' barcollante il kit dentro poi tornai fuori e continuai come se nulla fosse a fumare,mi richiamò Sara.
-Quindi?Hai sistemato la situa?-chiesi.
-Si,grazie mille,che fai?-chiese.
-Proprio la domanda perfetta,sono in montagna e starei fumando ma non mi lasciano in pace,Francesco e i miei amici di qua. Credo mi odino però la vita è una,se mi devo fare le pare per quello che pensano di me ciaone.-dissi.
-Ale ok ma non fare troppo la cretina-disse,ci salutammo e mettemmo giù.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora