Farsi valere

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Mi svegliai al una di notte, non era tornato ancora nessuno. Mi misi il costume. Presi la borsa e uscì. Non so dove sarei andata se alle terme o in un bar visto che non potevo andare lontana. Uscendo trovai Matteo.
-dove pensi di andare Alessia?-
-da nessuna parte-dissi provando a convincerlo.
-guarda che sono sobrio quindi non ci casco.-
-volevo andare giù alle vasche-
-ok, vengo con te-
-ma non serve-
-ti prego, non ho voglia di stare solo e nemmeno con gli altri-
-ok, vatti a mettere il costume e a prenderti le robe-
Lui andò nella camera accanto ed uscì dopo 5 minuti. Ci dirigemmo al ascensore e scendemmo fino agli spogliatoi. Dopo altri 5 minuti eravamo di nuovo insieme nella vasca principale.
-perché non sei andato con gli altri?-
-perché erano preoccupati per te e rischiare di vederli piangere da ubriachi anche no-
-dubito sarebbe successo-
-fidati-
Mi avvicinai a bordo del bar e ordinai qualcosa con la vodka.
Matteo fece lo stesso.
-cosa farai quando torneranno in camera e si inpanicheranno?-
-ci sono dei cuscini sotto le coperte e saranno troppo ubriachi per cercarmi-
-astuto-
-sempre-
-allora ne vuoi parlare di quello che ti è successo?-
-no, toccherà domani, anzi dopo-
Continuammo a parlare e bere.
-ora faccio una cavolata, tienimi il gioco o sta zitto-
Mi girai verso la coppia seduta accanto, erano quelli del pranzo.
-salve, non so se vi ricordate di me, avete criticato quello che mangiavo ieri a pranzo. Come vi siete permessi io non so visto che ho un vitino che è un quarto del vostro e poi sono giovane,ho tutta la vita per smaltire quello che mangio, non dovrei preoccuparmi di quello che pensano due vecchi...-
-come osi tu rivolgerti così a noi-disse la signora, avevano sui 30 anni ma dovevo comunque arrabbiarmi.
-ma voi sapete con chi state parlando?-chiese Matteo.
-lei è campionessa nazionale, continentale e mondiale di pattinaggio artistico, voi potete solo baciarle i piedi e non osare ad influire su un adolescente tanto per aumentare le paranoie che si possono avere a quell'età-continuò.
I due se ne andarono e urlai qualcosa come "addio vecchi bacucchi".
Iniziammo a ridere.
Restammo lì un'altro po', verso le 8 tornammo in camera. Ridevamo.
Entrai e trovai Francesco a parlare con Desire. Si girarono preoccupati, feci per tornare indietro ma Matteo mi spinse avanti.
-ciao-
-ciao? Sei stata via tutta la notte, eravamo preoccupati-
-eravate ubriachi, ero giù nelle piscine con Matteo, se volevate ci trovavate-
-non è questo il punto, con la tua situazione...-
-con la mia situazione? Ieri, è stato uno sbaglio, ho risolto-
-come hai risolto?-
-ho bevuto e ho parlato con i tipi del pranzo-
-cosa hai fatto?-
-mi sono semplicemente fatta valere, non era quello che dovevo fare?-
-ok, lo capisci che stai sparando assurdità?-
-non è vero, eravamo venuti su solo per vedere le vostre condizioni e a portarvi dell'acqua-dissi lanciandogli due bottigliette-ora torno giù-
-prima fai colazione-
-mi arrangio, non ho bisogno di un controllore-
-si che ne hai bisogno, sei piccola e ti ucciderai con le tue decisioni-
-come osi, credevo mi amassi-dissi praticamente piangendo.
-e io che ci avresti provato, me lo avevi promesso-
-tranquillo da oggi non sarò più affare tuo-
Mi diressi correndo verso la finestra aperta, non so cosa volessi fare ma mi avrebbe aiutato magari.
Gli altri blateravano qualcosa.
Ok, non potevo farlo, feci un passo indietro e mi senti afferrare da dietro. Quasi bloccare, era Francesco.
-cosa cazzo stavi facendo?-
-cazzi miei volevo solo prendere una boccata d'aria,ora lasciami che devo andare a fare colazione-
-ah ora la vuoi fare-
-"l'ora" è una mia decisione, vorrei cambiarmi e non ho intenzione di farlo davanti a tutti voi-dissi. Uscirono tutti dopo aver chiuso la finestra.
Mi cambiai e misi via nella borsa tutto. Uscì dalla stanza e trovai di nuovo tutti. Francesco mi guardò e parlò.
-dove vai?-
-di sicuro non a morire perché se no starei qui con voi-
-da quando sei diventata così meschina?-
-quando hai iniziato a fottertene di me, ci eravamo già passati ma non era stato abbastanza-
-io non me ne fottevo di te, anzi. Mi sto odiando per quello che stavo per spingerti a fare prima-
-prima non stavo facendo niente-
-ah no? Quindi buttarsi da una finestra è niente?-
-Ale, cosa? Non può essere serio-chiese Elisa triste.
-tranqui Eli-
-Francesco sono solo stanca di litigare con l'unica persona che amavo così tanto-
-non mi amavi abbastanza se non mangiavi come ti avevo chiesto-
-le scelte sono mie, ieri era stato solo uno sbaglio-
-non è uno sbaglio, è la tua natura-
-ok, sarò uno sbaglio allora-piansi.
-no, Alessia sta dicendo solo che è la tua malattia che parla-intervenne Desire.
Stavo per avere un attacco di panico, tutti mi fissavano. Mi appoggiai ad un muro e finì a sedermi per terra. Chiusi gli occhi e mi immaginai in pista.
-Desire, io ti voglio così bene, credo che non vivrei senza di te ma ti prego almeno tu sta dalla mia parte-
-voglio solo aiutarti perché anch'io tengo a te, sei venuta tu a supplicarmi di restarti ad allenarti perché avevi bisogno di me, ora lasciamo aiutarti anche in questo-
-it's sad but is true- mi limitai a bisbigliare.
- vorrei solo essere in pista con te o Marco-dissi sorridendo.
-Marco ci provò con te, quindi meglio di no-
-lo sapevi?-
-pensi che non vedessi come ti guardava o come era determinato a farti brillare e poi, quella sera vi ho sentito-
-se lo chiamassi, verrebbe subito a prendermi-
-già, potresti ma non lo farai, ami troppo Francesco-
-peccato che sia lui ad odiarmi, una persona in più nella lista-
-nessuno ti odia-ribatte Valeria.
-hai dimenticato me stessa- mi resi conto di quello che avevo detto e trattenni le lacrime.
-ce no, ho...ho sbagliato, non intendevo quello-
-si che lo intendevi, questo mi fa preoccupare-
-ma tranquilli, lasciatemi sola adesso, divertitevi.-
-ti faresti del male quindi è escluso-
-no...io non lo farei-
-invece sì, avevo notato delle cicatrici ma avevo fatto finta di niente, sbagliai- dovevo cambiare discorso.
Mi alzai. Andai da Francesco. Lo amavo troppo. Presi il suo viso tra le mani e lo costrinsi a guardarmi.
-tu mi ami, lo sappiamo entrambi, non buttiamo tutto per una cretinata da ragazzina.-
-io ti amo-
-ma?-
-ma ti potrei perdonare solo se adesso torni in camera e fai quel fottutissimo discorso con me e Desire-
-ok- mi girai e rientrai in camera. Erano stupiti. Ma loro due mi seguirono. Mi sedetti sul letto e loro fecero altrettanto sul altro.
-tu hai un disturbo alimentare e ti fai del male-disse Desire chiaro e tondo.
-se lo dici tu-
-lo dicono i fatti e devi essere sincera con te stessa-
-va bene-
-perché lo fai? Perché hai iniziato?-
-perché voi non lo fate? Quello che sto facendo non é sbagliato, non faccio male a nessuno e non disturbo nessuno-
-dimentichi te stessa, ora rispondi-
-una critica ecco perché-
-chi era stato?-si arrabbiò Francesco.
-nessuno di importante-
-ma gli hai dato importanza-riprese Desire.
-perché non se ne andava dalla testa quel commento-
-ok, mandalo a fan culo-
-non ci riesco-
-fai come hai fatto a liberarti del blocco mentale di due anni fa-
-ok, ci proverò-
-non basta, dovrai farti aiutare da qualcuno-
-ne riparliamo dopo-
-non può essere così facile-si intromise Francesco.
-avevi detto che era quello che volevi per farmi perdonare e così ho fatto-
-okay, ora meglio che parlate tra di voi-disse togliendo il disturbo Desire.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora