Il tuo amore spazza via le giornate di pioggia

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Era passata una settimana da quando era andato a trovare Giulia. So scambiavano dei messaggi, molto innocui. Qualcuno avrebbe detto anche amichevoli. Era tornato da Roma con qualche idea, era riuscito a scrivere qualcosa finalmente. Non molto, ma era già un gran successo visto che che a Fabio quel poco era piaciuto. Doveva solo continuare in quel modo.
Quella mattina il ticchettio della pioggia sulla finestra lo svegliò. La pioggia. Non era un fenomeno raro a Milano. E a lui la pioggia solitamente non dispiaceva, anzi. Solo che quella mattina aveva tante cose da fare all'aperto, ma il tempo non aveva intenzione di migliorare. E probabilmente avrebbe dovuto rinunciare a tutto e abbandonarsi ad una giornata in casa da solo. Chiamò Fabio.
<<E quindi niente shooting oggi?>> chiese dopo avergli dato il buongiorno.
<<No Gio, hanno annullato tutto. Ti direi di venire in studio ma se non hai nulla di nuovo ci sei solo d'intralcio. Prenditela come giornata di riposo, scrivi qualcosa se riesci vedi te>>
<<Chiuso in 4 mura senza avere un'ispirazione una cosa di cui scrivere, non penso ci riuscirò>>
<<Allora riposati. Così poi non fai il vecchio di ottantanni ogni volta che ti devi svegliare un po' prima>>
<<Va bene dai, buonagiornata>>
Chiusero quella chiamata. Sangio fece un giro dell'appartamento come se non lo conoscesse. E infatti, mica lo conosceva così bene. Glielo aveva preso Falso giusto come appoggio per la notte. E lui lo viveva veramente poco, ci dormiva e basta. Quando era a Milano aveva sempre in gran da fare, il tempo libero lo passava dai suoi o con i suoi amici. Mai a Milano in una casa da solo. Decise di dare il buongiorno a Giulia, così la scrisse.
Lei: buongiorno a te, che mir racconti?
Lui: oggi giornata fiacca. sono nell'appartamento a Milano mentre piove e non ho nulla da fare. Ti scenderei a trovare ma se il tempo dovesse aggiustarsi avrei delle cose da fare qui e Falso mi ammazzerebbe al pensiero di sapere in un'altra città. Tu che fai?
Lei: io oggi giornata super piena, tra prove e balli. Infatti, perdonami ma ti devo lasciare. Divertiti

"Divertiti" pensò lui tra sé e sé dopo che anche Giulia lo aveva lasciato alla noia di quel giorno. Decise di mettersi a cucinare una colazione coi fiocchi. Giocò un po' alla Play, scrollò instagram. Cercò di rispondere a qualche fan. Era quasi l'ora di pranzo, e lui pensò: "ancora?". Erano passate solo 5 ore da quando aveva messaggiato con Giulia, chissà ora lei cosa stava facendo. A distrarlo da questi pensieri fu una chiamata di Dennis. Sangio rispose perplesso. Non si sentivano durante la settimana, a meno che l'amico non si trovasse a Milano e sarebbe stata la più bella notizia che avrebbe potuto dare a Giovanni. Ma Dennis lo aveva chiamato solo per chiedergli una cosa un po' strana.
<<Senti Gio prima discutevamo con Luca, e abbiamo deciso di fare una scommessa. La scommessa è sul tuo appartamento a Milano. Io mi ricordo che te sei al penultimo piano, lui all'ultimo. Chi ha ragione?>>
<<Eh De, mi dispiace ma hai perso la scommessa. Sono all'ultimo ahahaha>>
<<Ah vedi, mi ricordavo male. Vabbe penso dovergli 10 euro. Grazie Gio>>
<<Di nulla. Anzi scusa se non abito al penultimo>> disse e l'amico dall'altra parte rise prima di salutarlo e chiudere la chiamata.
Che strana conversazione. Poi sembrava di fretta e allora perché lo aveva chiamato. Poi bussarono alla porta e Sangio che si disse di non essere stupido pensava fosse Deddy e che quella chiamata fosse una scusa per ricordarsi il suo appartamento. Si avvicinò verso la porta senza averla neanche aperta già gridando: "De tu sei scemo davvero".
Ma quando la aprì rimase un po' impietrito. Aveva il completo della barrow addosso. un giubbotto che le stava veramente bene e i capelli un po' umidi. Lui notò che non portava l'ombrello. Si era sicuramente bagnata. Ma lui la vedeva sempre eterea. Come se una luce ai suoi occhi la illuminasse sempre. Lei in un primo momento allo sguardo di lui incredulito sorrise. Quando passarano dei secondi scoppiò in una risata che fece tornare lui con i piedi per terra.
<<Ma che ci fai qui?>> riuscì finalmente a chiedere
<<Se non mi vuoi, vado via>> disse lei facendogli notare che erano ancora sulla soglia della porta.
<<Macché scherzi>> rispose pronto, facendosi di lato per permetterle l'ingresso.
Si chiusero la porta alle spalle.
<<Che carino l'appartamento>> disse lei
<<Grazie, ma ora ti siedi e mi spieghi. Non avevi tipo tante cose da fare?>>
Allora lei sorrise e si accordarono sul divano. Gli raccontò di come stamattina aveva mentito, perché in realtà non aveva nulla da fare e quando aveva letto che neanche lui le era scattata subito la scintilla di salire ma voleva fargli una sorpresa. Raccontò come neanche un'ora dopo era su un treno a guardare dal finestrino e a chiedere a Deddy l'indirizzo della casa. Raccontò della doccia sotto la pioggia di Milano che aveva fatto nel tragitto stazione taxi e taxi portone. Di come aveva chiamato Deddy per chiedergli il piano della casa e quando lui aveva risposto penultimo lei si era opposta dicendo: "Se Sangio ha un appartamento a Milano se lo prenderebbe sicuro all'ultimo". Raccontò di come convinse Deddy a chiamarlo e ad evitarle una figuraccia con i signori che vivevano al penultimo.
E lui rimase a bocca aperta, con un sorrisino da fesso come quelli che faceva davanti allo schermo quando gli arrivava un suo messaggio.
<<Sono felice che tu sia qui. Pensavo che questa giornata sarebbe andata a rotoli e invece me l'hai migliorata come solo tu riesci>> disse lui grato alla fine del racconto. Lei rise imbarazzata.
<<Senti devo chiederti se posso riscaldarmi un po' i capelli con il Phone prima che mi prenda qualcosa>>
<<Certo, vieni>> disse lui portandola nel bagnetto stretto. Le prese pettine e phone dal mobiletto e gli diede nelle mani. Per uscire dal bagno furono molto vicini e lui rise con quel occhio malupino.
<<Tu comportati come se fossi a casa tua. Anche se vuoi farti una doccia gli asciugamani sono nell'ultimo cassetto. Io vado a preparare qualcosa da mangiare>> disse avviandosi verso la cucina.
Lei decise di limitarsi ad asciugarsi i capelli. La doccia l'avrebbe fatta a casa la sera.
Quando finì di asciugarli raggiunse Sangio in cucina che stava mettendo i piatti in tavola.
Si sedettero l'uno di fronte all'altra.
<<Non riesco a credere che tu sia qui>> disse lui ridendo tra una forchettata e l'altra
<<Se faccio quest'effetto non vengo più>> minacciò lei
<<In realtà, dovresti venire più spesso>> fu quasi una proposta la sua
<<Vedremo>> disse lei sorridendo
<<Ti ha vista qualcuno in stazione o qui fuori?>>
<<No, ero tutta incappucciata per il freddo. Quindi penso di essere passata inosservata>>
<<Tu che passi inosservata è tutto dire...>> rispose lui
<<Si vabbe. Programmi per oggi pomeriggio?>> cambiò discorso lei
<<Come puoi vedere dal tempo è una giornata da passare in casa, quindi proporrei un gioco da tavola e un film e poi si vede...>> fece uno sguardo furbetto che fece molto ridere Giulia.
Dopo aver pranzato, sparecchiarono e ripulirono la cucina. Si misero a giocare ad Uno. Ma Giulia era imbattibile. Ma persa l'ennesima partita Sangio si arrese del tutto e le propose di fare merenda.
<<Ma sono le 4>> ribatté la ragazza
<<Ma a me fa fame!>> mugugnò lui.
E alla fine presero del pancarré e la Nutella. E mentre spalmavano ognuno sul proprio pancarré la Nutella, Giulia decise di prenderne dal coltello un po' con il dito e sparmargliela in faccia. Lui ricambiò subito il gesto, ridevano e scherzavano. Ma alla fine di quel gioco erano molto sporchi: collo, viso e braccia. E Giulia aveva anche la felpa sporcata.
<<Mi sa che ora davvero dovresti fare una doccia prima di prendere il treno>>
<<Allora questo era il tuo intento?>> chiese Giulia sfottendolo
<<Tu hai iniziato a fare questo pasticcio>> alzò le braccia lui ridendo
E lei scoppiò a ridere.
<<Vabbe dai, dammi una maglia e un paio di ciabatte che vado a farmi la doccia>> si arrese lei rendendosi conto di essere troppo sporca.
<<Subito>> disse lui correndosene verso la stanza a prenderle una maglia e lei lo seguì.
Fu lui a sceglierla, <<mi ricordò che questa ti piaceva>> disse prendendole una felpa che a lei sarebbe andata molto grande. E lei annuì felice del dettaglio che lui ricordava. Poi le prese le ciabbatte e le lasciò la stanza e il bagno liberi.
<<Dimmi quando ti sei chiusa in bagno così io vado in stanza e preparo un bel film al computer>> gridò lui dal corridoio.
E lei poco dopo lo avvisò che nella camera aveva finito e stava per fare la doccia. Lui intanto si era sciacquato un po' la faccia, si era sporcato di meno rispetto a lei. Si mise sdraiato sul letto con il computer sulle gambe e scorreva tra i mille titoli di Netflix.
Quando ad un certo punto lei uscì dal bagno con solo la felpa e dei calzettoni addosso, calzettoni che le arrivavano fino alle ginocchia e la felpa più grande che le copriva fino alle cosce.
Lui la guardò interdetto. Quella vista per lui era troppo.
<<Ho dimenticato il pantalone qui  -disse indicando il pantalone sul letto- non mi guardare in quel modo>> aggiunse sorridendo. E lui distolse lo sguardo. Non la guardò mentre metteva il pantalone anche se sapeva che probabilmente a lei non sarebbe dispiaciuto. Perché avrebbe potuto chiedergli di portarglielo in bagno, invece era uscita allo scoperto con solo la felpa. Quindi si sentiva in confidenza con lui probabilmente, ma lui comunque decise di lasciarle della privacy. Poi lei si stese vicino a lui, erano entrambi fuori dalle coperte il computer al centro. Lui aveva il braccio allungato fino ai capelli di lei. Il film era appena iniziato ma loro non lo stavano più guardando. Si stavano guardando tra di loro. E quel computer era solo d'ostacolo e non gli permetteva di avvicinarsi fisicamente, solo i loro volti erano vicini
<<E se togliessi il film?>> chiese poi Sangio
E Giuli annuì. Lui con un gesto veloce abbassò lo schermo e mise il computer sul comodino. Si stava per girare verso la ragazza ma lei era già vicina. Si baciarono appassionatamente.  Intrecciarono le loro gambe. Lei sprofondava le mani nei suoi capelli. E quei momenti non potevano non ricordarle Amici. Erano baci delicati, nascevano per restare baci.
<<Ogni volta che succede questo, penso che non ti lascerò andare mai più>> disse lui sulle labbra di lei.
<<Anche io, però...>> stava dicendo lei, ma lui capì.
<<Ci andiamo piano, sto ai tuoi tempi. Anzi se a volte ti sembra che io vada troppo veloce fermami>> disse lui.
E lei di tutta risposta lo ribaciò.
Poi tra una coccola e un'altra suonò una sveglia. Era il cellulare di Giulia che le ricordava di prendere il treno. Si alzarono lei prese giubbotto e scarpe. Mise la felpa sporca nello zainetto. Aveva di quella di Sangio per il ritorno.
Lui insistette per accompagnarla alla stazione. Speravano di passare inosservati, ma Sangio avvistò qualcuno fargli foto.
<<Questa te la spedisco>> disse Giulia mentre aspettavano il treno riferendosi alla felpa.
<<No, spero che me la ridarai quando ci rivedremo. E spero accada presto e non per la felpa. Quella te la puoi tenere>> rispose lui. E lei si mise a ridere.
Poi il treno arrivò.
<<Ho la sensazione che il treno non sia mai stato tanto puntuale come oggi>> disse lui che avrebbe voluto tenerla di più lì.
<<Anche io ho questa sensazione>> disse lei ridendo.
Si abbracciarono.
<<Grazie che spazzi via le giornate di pioggia>> le sussurrò.
Lei si staccò e lo guardò sorridente. Salì sul treno e si rese conto che la lontananza non era nulla in confronto a tutto quello che c'era quando si rivedevano. Che erano passati due anni ma allo stesso tempo sembrava esser passato il nulla e l'eternità. Che quando stavano insieme c'era una sospensione della paura e tutto il mondo si fermasse. Erano al sicuro insieme, erano l'uno la casa dell'altro.

Ero molto indecisa se postare questo capitolo, per tutto quello che è successo nella giornata di oggi. Ho dovuto fare uno sforzo enorme per concludere il capitolo (che avevo per fortuna iniziato ieri), proprio perché sconcentrata da quello che sta accadendo in Ucraina. Però poi ho pensato che magari qualcuno di voi, un po' come me avesse bisogno di un rifugio, un qualcosa per distrarsi anche se in pochi minuti di lettura. Spero di riuscire ad alleggerirvi un po' i pensieri con questo capitolo, che vi concentriate su questo per pochi minuti e facciate uno stacco dalle brutte notizie di oggi. Quello che è successo oggi non è una cosa da sminuire o sottovalutare ma allo stesso tempo vi dico di viverla con più tranquillità. La guerra purtroppo c'è sempre stata, ora ovviamente è più vicina a noi e ci preoccupa di più. Ma cercate di stare sereni, non siamo ancora coinvolti interamente. Trovate il vostro rifugio, la vostra casa in una cosa, in una persona, in una passione, in una canzone, in un libro o in qualsiasi cosa voi vogliate e restate dentro questo rifugio per staccare la spina ogni tanto da quello che succede nel mondo. Perché è giusto informarsi, ma alla nostra età è giusto anche voler pensare ad altro, soprattutto per chi soffre d'ansia. Era  mio intento in questo capitolo darvi un rifugio e ho cercato di spiegare la sensazione negli ultimi righi, nascondedolo dietro la storia di loro due. Buona serata ragazz*.

Ho una proposta sexy da farti- SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora