Lei non mi vuole più!

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La confusione generale, la musica, l'immagine della sua ragazza insieme ad un altro che lo rendeva così furioso. Ed lui era lì, per farle una sorpresa ed era finito per rimanere sorpreso. Non aveva più senso restare in quel locale, era nervoso e non aveva voglia di parlare. Margherita lo stava seguendo, urlando il suo nome per farlo  fermare. Ma non aveva intenzione di girarsi, ne di guardare la sua faccia. Uscì dal locale esausto sperando che Margherita abbia capito  che non voleva essere seguito. Una ragazza davanti al muretto, è l'unica figura che intravide in solitario fuori da quel locale pieno di gruppetti che si erano formati. Aveva la testa in giù e le mani sulla faccia, sembrava davvero distrutta. Un po' come lui, non riusciva a capire se stesse piangendo o meno. Lo avrebbe scoperto avvicinandosi se solo la sua ragazza non lo avesse preso da un braccio per farlo voltare verso di lei.
<< Non voglio passare per la stronza della situazione, sei tu che...>> disse lei respirando affannosamente
<< Sono io che mi sono baciata con un'altra?! Non mi sembra Margherita>> la guardò serio
<<Eravano in pausa, e non l'ho deciso io, eri tu con i dubbi>> gli disse lei con un tono provocatorio
<< E questo ti da il permesso di sbaciucchiarti nei locali con chiunque>>
<< Questo mi da il permesso di cercare di dimenticarmi del mio ragazzo con cui sono in pausa che non so dove si  trovi e cosa stia facendo>> se non conoscesse bene Margherita sarebbe stato convinto di aver visto i suoi occhi lucidi quasi in preda ad una crisi di pianto. Ma conoscendola non era possibile, lei era una dura e non l'aveva mai vista piangere o fragile. In quello che diceva non aveva tutti i torti, ma il loro rapporto era diventata un'amicizia con i baci, se n'era resa conto anche lei ma non voleva ammetterlo, perché avere qualcuno su cui contare sempre ti dava sicurezza. Era diventato statico e noioso, non c'era più passione. Non si guardavano più come prima. Ma non c'era nessun motivo per lasciarsi e quindi restavano l'uno per l'altra. Lui non aveva bisogno di storie passionali in quel momento, aveva bisogno di pensare alla musica e lei, lui non riusciva a capire perché lei stesse ancora insieme a lui.
<< Ho scritto molto, ho la musica in testa. Solo la musica, io>> disse duro
<< Non c'è rimasto posto neanche per me?! Gio in questa storia c'è sempre stato un tradimento, la musica è sempre venuta al primo posto per te. E non mi sono mai lamentata anche se sono stata messa da parte tantissime volte, ora per un insulso bacio avvenuto mentre ero frustata e brilla mi vuoi lasciare?>>
<< Non ho mai detto questo, ma sai che se mi chiedi di lasciar stare la musica, mi perderai>>
<< Non ti voglio chiedere questo, non m'interessa di avere il primo posto. Stando con te mi sento protetta e mi va bene così. È sempre andata bene così>>

Finalmente aveva ammesso quello che era realmente il loro rapporto. Statico, ma andava bene. Era la loro zona comfort e non c'era nessun motivo per uscirne.
Non disse altro lui dopo, l'abbracciò. Neanche un bacio. La lasciò rientrare, era pur sempre la festa della sua amica, doveva restare a festeggiare. Lui invece si dileguò con la scusa della stanchezza.
Prima di andarsene il suo sguardo cadde di nuovo su quella ragazza china ancora sul muretto e come avevo percepito, stava piangendo. Ora però le si era avvicinato un ragazzo. Giovanni osservava la scena di lei e di quel ragazzo per qualche secondo, poi si rese conto che lei stava cercando di allontanarsi da quel ragazzo... come se non lo conoscesse. Ma lui sembrava insistere nel parlarle,  Giovanni non sapeva bene se intromettersi. Poi quel ragazzo le afferrò il braccio e lei si voltò verso di lui impaurita. Giovanni riuscì  a leggere il labiale della ragazza "chi sei? Non ti conosco". Non ci pensò neanche due secondi andò verso di lei ed esclamò:
<< Ehi amore, non ti trovavo più, cos'è successo?>>
Lei inizialmente lo guardò stranita, forse l'aveva impaurita ancor di più, si voltò quindi verso il ragazzo
<< E tu chi sei?>> chiese Giovanni
<< L'ho vista piangere e mi sono avvicinato per capire se stesse bene>> stava mentendo spudoratamente
<< ora puoi andare ci sono io>>
Lui si allontanò.
Giovanni si rivolse alla ragazza ancora scossa per la scena alla quale aveva assistito.
<<Non ci conosciamo, ma mi era sembrato ti stesse importunando e quindi mi sembrava il caso d'intervenire>> disse rassicurandola
<<oh graz- grazie>>
<< stai bene? Vuoi che chiamo qualche tuo amico, magari sono dentro il locale>>
<<no io sono rimasta sola>>
<< stai aspettando qualcuno che ti venga a prendere solitaria?>> disse per alleggerire la situazione. Finalmente vide un sorriso sul suo volto. Era molto carina.
<< io veramente, no. Dovevo andarmene con un gruppo di amici... ma è andata male la serata e...>> stava per ricominciare a piangere
<< non devi raccontarlo se non vuoi. Allora io mi chiamo Giovanni Pietro Damian, non sentirti obbligata a dirmi il tuo nome dimmi solo come posso aiutarti>>

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