Che non può funzionare

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Erano passate alcune settimane dal primo appuntamento di Giulia e Sebastian. I due continuavano continuavano quest'amicizia profonda. Quel sabato Giulia avrebbe portato la coreografia con la quale Sebastian l'aveva aiutata. Quindi quel martedì fu l'ultima lezione insieme. Ma comunque non avrebbero smesso di frequentarsi.
Intanto Giovanni restava amico di Giulia, le faceva domande alle quali a volte non sapeva cosa rispondere.
Lui era tranquillizzato dal fatto che Sebastian non l'avesse ancora baciata, ma d'altra parte ogni volta che era insieme a lei e lei pronunciava il nome del ballerino a lui si ribboliva il sangue nelle vene.
Venerdì, il giorno prima della registrazione della puntata Giovanni e Giulia si ritrovarono nella sala relax, posto dove vigevano le telecamere.
I due arrivarono in sala dopo aver parlato con i loro rispettivi professori.
Dopo essersi scambiati qualche parola in piedi sul più e sul meno Giovanni iniziò a stuzzicarla.
<<Quindi domani vedremo la super coreografia?>>
<<Già>> rispose lei accomodandosi sul divanetto
<<Con i tacchi, eh?>> chiese ancora lui squadrandola
<<Purtroppo>> rispose fredda, come se indossare i tacchi fosse un problema. Lui lo percepì
<<Non ti piacciono i tacchi?>> chiese lui accigliandosi
<<Mi mettono a disagio>> diventò tutta rossa
<<Ne hai parlato con Sebastian?>> era curioso sia di capire il suo problema che di sapere quanta confidenza ci fosse tra i due.
<< Non proprio, lui sa che non ero entusiasta all'idea di metterli... ma non sa il perché e forse non sa neanche che io provo ancora questo disagio>>
<<Non si può sapere il perché?>> lui era veramente interessato
<<Certo che si può sapere, ma nessumo me l'ha mai chiesto>> disse lei abbassando la testa
<<Te lo sto chiedendo io>> lui le rivolse un sorriso e finalmente si sedette di fianco a lei.
Lei si girò completamente verso di lui e gli raccontò quanto si sentisse poco bella e poco donna, i tacchi erano un azzardo per lei.
<<Abbiamo già avuto una conversazione simile, sempre per una coreografia Giu. Le cose non sono cambiate, sei sempre tu che ti sminuisci quando dovresti essere fierissima di te stessa>> lui le passò una mano sul volto per scostarle i capelli
<<Lo so, ma non mi sento adatta. Non mi sento bella, non mi sento donna, mi sento strana>>
<<Tu sei diversa, lo siamo tutti. Lo sono io, lo sei tu. Siamo unici. Siamo tutti unici. Ma diverso è bello. Bellissimo. E fidati se ti dico che non c'è nessun motivo per cui non dovresti sentirti all'altezza di quei tacchi. Al massimo sono loro a non doversi sentire alla tua altezza>> scelse con cura le parole da dirle, le scelse bene.
Lei sorrise imbarazzata per la dolcezza che lui stava dimostrando nei suoi confronti.
<<Pensi che non mi sia accorto del fatto che non c'è un giorno in cui esci dalla tua stanzetta struccata?! Perché lo fai Giu?>> continuò lui
<<Perché sono imperfetta e non mi piaccio>> rispose lei con un pizzico di tristezza, lui si era accorto del fatto che lei si truccasse quotidianamente.
<<Al diavolo la perfezione, chi ama la perfezione? Che monotonia sarebbe. Promettimi che un giorno riuscirò a vederti senza trucco. Perché sono sicuro che anche in quel modo sarai bellissima>>
<<Ma non è tanto il fatto di piacere agli altri, è proprio il fatto che struccata non piaccio a me stessa>> rispose lei con gli occhi arrossati.
<<Ti aiuterò a farti piacere, perché sei una stupida a non farlo già da sola>> controbattè lui.
Lei sorrise e lo abbracciò forte, lui ricambiò. E restarono per qualche secondo così.
<<Domani fai capire a quei tacchi chi comanda. Ti voglio vedere energica Giu>> le sussurrò lui mentre erano ancora stretti in quel abbraccio.
A quel punto lei si staccò e gli annuì, lui prese il suo volto con le mani e le stampò un bacio sulla fronte. Lei divenne rossa e lui si mise a ridere di gusto.
<<Perché ridi?>> chiese lei divertita
<< Perché t'imbarazzi per qualsiasi cosa>> rispose continuando a ridere.
<< Ma non è vero>> esclamò lanciandogli un cuscino sulla testa.
<<Sì, invece>> controbattè lui ritirandole il cuscino.
Lei lo afferrò e poi incrociò le braccia per far finta di essere offesa.
<<Ma è una cosa carinissima>> aggiunse lui iniziando a solleticare.
I due risero giocarono per un bel po'.
Quanto era bello il clima che si creava tra loro due, prima a chiacchierare di cose importanti e poi con tanta spensieratezza tornare a ridere e a  scherzare.

Ho una proposta sexy da farti- SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora