E non ci credo che farai a meno di me

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Giulia era appena arrivata in Calabria, il padre l'aveva accompagnata fino alla casa dei ragazzi. Martina silenziosa le andò incontro senza farsene accorgere dagli altri che stavano facendo colazione. La abbracciò.
<<Non pensavo saresti venuta alla fine>> ammise la sarda
<<Ma come ti avevo detto di sì!>> rispose Giulia come sconvolta
<<Lo so, ma pensavo te ne saresti pentita>>
<<Pensavi o speravi?>>
<<Solo pensavo! Sono stra felice di averti qui... come lo saranno tutti>>
Intanto il padre di Giulia aveva cacciato le valigie dalla macchina.
<<Se vuole può fermarsi a fare colazione con noi>> propose Martina al padre di Giulia.
<<Nono, grazie mille. Devo rientrare a lavoro>> poi si girò verso la figlia <<divertiti, sono felice di rivederti di nuovo con i tuoi amici>> le lasciò un bacio sulla fronte e si rimise in macchina.
Una volta visto la macchina sparire pian piano dal vialetto, le due ragazze entrarono nel cancello.
<<Ero uscita con la scusa di buttare la spazzatura, si penseranno che nel mentre mi ha rapita un alieno>> commentò sottovoce Martina e Giulia si lasciò scappare lieve risatina.
Poco prima di entrare in casa Martina le indicò di nascondersi dietro la colonna della porta.
<<Non potete capire cos'ho trovato nella spazzatura!>> disse agitata. Attirando quasi l'attenzione di tutti, che la guardarono confusi e assonnati. Erano le 11:00 di mattino e la sera prima di certo non erano andati a dormire presto.
A quel punto Giulia entrò in casa e tutti gli occhi ricaddero su di lei.
La guardavano tutti impietrati, pensavano fosse una visione o cosa?!
<<Non ci credo>> disse Deddy che era seduto sulla poltrona.
E quella frase attirò anche lui, sdraiato sul divano che dava spalle alla porta, con gli occhi socchiusi quando aveva sentito l'amico così sbalordito si era seduto di scatto e aveva guardato verso la porta, dove guardavano tutti. E lei era lì, bella come mai, o forse come lo era sempre stata. Ma la nostalgia la faceva sembrare ai suoi occhi ancora più bella. Una diversa luce negli occhi, Parigi.
E a quel punto anche lei lo notò, con quei capelli ricci arruffati di chi si è appena alzato, si guardarono. Gli occhi azzurri, diamine. Non sapeva quanto sarebbe riuscita a reggere quello sguardo. Neanche lui lo sapeva. Perfortuna l'esclamazione di Deddy non aveva svegliato solo Sangio ma un po' tutti. Che andarono incontro a Giulia per abbracciarla.
Sangio si alzò, erano tutti stretti in un abbraccio per lei, e lui era fermo vicino al divano. Non poteva andare lì come se nulla fosse. Ma restare lì impalato lo faceva sembrare così maledettamente stupido.
Sciolto l'abbraccio però nessuno si accorse di lui. Tutte le attenzioni erano su di lei.
<<Quanto resti?>> chiese Aka a Giulia
<<Veramente ancora non lo so>>
<<Com'è Parigi?>> chiese Evandro
<<Bellissima, una città che riesce a darti molto più di quanto tu possa dargli>>
<<Ora basta domande, ti faccio fare un giro per la casa e ti mostro la tua stanza>> disse Rosa prendendo una delle valigie dell'amica
<<Vi do una mano>> aggiunse Deddy prendendo l'altra valigia.
Giulia diede un'ultima occhiata al riccio per poi seguire gli amici nel corridoio.
<<Questa è la stanza mia e di Deddy- disse indicando la prima porta a destra del corridoio- qua dormono Martina e Raffaele, Ale ed Enula, qui Luca e Tancredi, qui Serena e il ragazzo - diceva scorrendo le porte del corridoio- ora saliamo al piano di sopra>> disse indicando le scale. Con non pochi problemi riuscirono a salire le valigie dalle scale e lì c'erano altre porte, su quel pianerottolo decisamente più piccolo rispetto al piano di sotto.
<<Qui ci stanno Sam e la ragazza, oggi sono andati presto a fare visita ad un museo tipo, tornano per pranzo>>
"Ecco chi altro mancava" pensò  Giulia e annuì
<<Questa è la tua stanza, una matrimoniale solo per te e se ti raggiungerà il tuo ragazzo. E qui poi ci stanno Evandro e Sangio>> indicando la porta vicino a quella di Giulia
Deddy aprì la porta della stanza assegnata a Giulia. Era luminosa e anche più grande di quanto si aspettasse.
Lasciò la valigia affianco al letto.
<<È davvero bella, sia la stanza che tutta la casa. Poi è molto grande>>
<<Sì questo è il bello, c'è anche un'altra stanza non assegnata, lì non ci sta nessuno>>
<<E il bagno?>> chiese Giulia
<< Su questo pianerottolo ce ne sono due... magari mettetevi d'accordo con Claudia e fate il bagno dei maschi e quello delle femmine. Sono le ultime  due porte del pianerottolo>>
<<Va bene, allora mi sistemo>>
<<Ti aspettiamo sotto, fai con calma>>
disse Rosa chiudendosi la porta di Giulia alle spalle.
Mentre Rosa e Deddy scendevano le scale incontrarono Sangio che saliva.
<<Dove vai?>> chiese Deddy
<<La vorrei salutare>>
<<Sangio non rovinare le vacanze>> disse Rosa in tono severo.
<<Perché diamine dovrei essere io a rovinarvi le vacanze?>> chiese lui accigliato e quasi arrabbiato.
<<Non lo so, io ti ho avvisato>>rispose Rosa continuando a scendere le scale e Deddy la seguì rivolgendo un'occhiata all'amico.
Nonostante la raccomandazione di Rosa, lui aveva proseguito. Le nocche contro la porta della stanza assegnata a Giulia, sapeva che era quella, l'altra stanza rimasta aveva la porta spalancata e non si sentiva nessun rumore provenire da lì.
<<Rosa puoi entrare!>> rispose una voce dalla porta a cui aveva bussato
<<Non sono Rosa>> rispose lui
Giulia che era piegata sulla valigia per iniziare a sistemare le cose nell'armadio, si alzò di scatto. Doveva andare ad aprire. Passò davanti lo specchio e si diede un'occhiata veloce.
Aprì la porta. Era proprio lui, sì. La voce era inconfondibile, ma la sua testa non faceva altro che pensare "cosa cavolo ci fai qui?".
<<Ciao>> disse lui
<<Ciao,hai bisogno di qualcosa?>> era veramente quello che gli aveva detto dopo anni che non si parlavano "hai bisogno di qualcosa?".
<<No, emh, non ti avevo salutato e  volevo farlo>> disse lui quasi balbettando
<<Si già, neanche io ti ho salutato... ma sai la confusione degli altri>>
<<Sì, tranquilla>>
<<Come stai?>> chiese lei, era l'unica cosa che interessava
<<Bene, cioè si dai. Tu?>>
<<Io bene>>
<<Finito a Parigi?>>
<<Sì, già. Ora vedrò cosa mi aspetta>>
<<Sono sicuro tante cose belle>> commentò lui.
Lei sorrise. Uno squillo di cellulare. Era quello di Giulia, lo prese dalla tasca "Roberto". Rispose senza pensarci.
"Sì sono arrivata"
"Sì tutto bene"
"Ci sentiamo dopo"
Ripose il cellulare nella tasca, Sangiovanni era rimasto li.
<<Scusa dovevo rispondere>> disse lei
<<Certo ai fidanzati non si rifiuta mai una chiamata>> commentò lui.
<<Tu che ne sai chi era?>>
<<Non lo so immaginavo, sbagliavo? Non era il tuo ragazzo?>> si era creata una situazione sgradevole
<<Sì lo era. Ma hai problemi perché la tua nuova lady non ti chiama mai?>>
<<Non chiamarla così>> era infastidito appena aveva sentito la frase
<<Oh ti da fastidio?>> chiese lei sfacciata
<<Si che mi da fastidio>>
<<È troppo per questo nome? Merita di più immagino>> continuò lei
<<Lady non è suo! Non merita di più o meno, semplicemente lady non è lei>>
<<Vallo a dire ai giornalisti>> rispose lei
<<Ah ecco spiegato tutto. Non sono io a cui da fastidio lady, ma a te. Ammettilo Giulia che quando avrai letto su un giornale di due soldi che chiamavano lei la mia lady, ti ha dato fastidio. Ammettilo che anche tu vuoi che quello sia solo il tuo di nome.>> stava quasi urlando.
Lei lo guardò impietrita
<<Be' eri venuto qui per salutarmi, direi che l'hai fatto>> rispose lei sbattendogli la porta in faccia.

Ecco qual'era il loro massimo di dialogo dopo anni che non si vedevano. Com'era possibile?

La sera dopo l'arrivo di Giulia avevano deciso di fare un falò. Erano tutti intorno al fuoco, Evandro aveva la chitarra.
<<Ragazzi sarebbe stra bello cantare i nostri brani di quand'eravamo ad Amici, il cantante si siede vicino a me e gli altri intonano solo il ritornello>>
Tutti erano molto eccitati da questa proposta di Evandro.
<<Ma la canzone la scelgo io tra le vostre, perché sono io che devo saperla suonare. Vieni Luca che partiamo con "Mi manchi">>
Luca si alzò un po' contrariato, Giulia sapeva quello che c'era stato con Martina l'estate precedente ma ora la ragazza era seduta davanti al falò con il suo ragazzo.
Cantarono Mi Manchi e al ritornello Martina si alzò e si allontanò seguita da Raffaele. Poco dopo Luca decise di fermarsi dal cantare quella canzone.
<<Okay scusate, non pensavo fosse così catastrofica cantarla. Intanto era quella più facile tra quelle di aka per me da suonare>> si scusò Evandro per il clima teso che aveva creato.  Luca si alzò e se ne andò verso casa.
<<Luca dai>> gli gridò Deddy
<<Vado a bere qualcosa, torno subito. Voi continuate>> gridò in risposta.
<<Vabbe Sangio, vieni che facciamo Lady>> ripropose Evandro
Il cuore di Giulia saltò un battito.
<<Non so se...>> rispose Sangio fermo al suo posto
<<Ah, anche qui abbiamo problemi. Giulia ti infastidisce se la cantiamo? Sii sincera>> chiese diretto Evandro
<<No sono andata avanti, non c'è problema>> rispose lei fredda.
<<Il Sangiovanni di due anni fa può dedicarla alla Giulia di due anni fa o questo ti darebbe fastidio?>> chiese Sangiovanni mentre si sedeva vicino ad Evandro.
<<Quella ragazzina di due anni fa sa cavarsela>> rispose Giulia sempre fredda.  Sangio annuì. E appena Evandro prese a suonare e lui a cantare. Non distolse gli occhi da Giulia, gliela stava dedicando o meglio gliela stava sbattendo in faccia.
Non era il ragazzino di due anni fa con una dedica d'amore dolce era un ragazzo ancora marcato dalla discussione del giorno prima.
Giulia ascoltò impietrita senza distogliere lo sguardo da lui. Tutti si accorsero dell'atmosfera tesa. E appena finì di cantare, lui bevette a fondino la bottiglia di birra che gli era rimasta nelle mani, e tornò al suo posto.
Poco dopo si torturava le dita. Giulia conosceva bene quel gesto.
<<Ev mi passi una sigaretta?>> chiese Sangio all'amico
Evandro gliela passò e il riccio si alzò per andare a fumarla. Decise di seguirlo, non ci pensò neanche.
Era appoggiato ad un lettino del lido affianco. Stava accendendo la sigaretta
<<perché fumi?>> gli chiese
<<Ho fumato più in questi due anni che prima di conoscerti>>
<<Il fumo non può dipendere da qualcuno>>
<<Infatti non da qualcuno, ma da situazioni. Ho bisogno di vivere in una pace e non fumo>>
<<Hai la tua ragazza dovresti essere in una situazione di pace>>
<< Non sempre, non fumavo da ieri prima di pranzo. E prima di ieri non fumavo dalla sera in cui ho visto le foto tue e del tuo ragazzo. E prima di quella sera non fumavo da quando... si insomma hai capito, anzi no c'è stata pure quella volta che hanno annullato il concerto e quella in cui i giornalisti mi hanno fatto incazzare>>
<<Io non dovrei essere un motivo per fumare, almeno non più >>
<<Invece lo sei Giulia, ma ora passa>>
Lei annuì.
<<Non è stato bello, prima quando cantavi Lady>>
<<Lo so. Era rinfacciartela invece di dedicartela, scusa>>
Lei scacciò il fumo da davanti la faccia.
A quel punto lui spense la sigaretta, aveva fatto due tiri ma non voleva che il fumo la infastidisse.
<<Grazie>> lei capì che l'aveva spenta per lei
<<Oh non devi, i miei polmoni ti ringraziano>> smorzò lui.
<<Ci siamo visti un giorno dopo due anni e abbiamo litigato. Siamo messi male>> riprese lei
<<Già a proposito, scusa per ieri>>
<<No, scusa tu>>
<<Diciamo che entrambi avevamo da rinfacciarci cose>>
<<Si ma non è stato bello>>
Lui scosse il capo.
<<Sei stato importantissimo per me. Davvero tanto. E non posso odiarti, non ho motivo per farlo. Sono felice che tu sia andato avanti e sono felice di averlo fatto anche io. Per questo penso sia meglio mantenere un rapporto pacifico>> disse lei di getto
<<Sì, sarebbe un peccato passare queste vacanze a rimuginare sul passato>>
Lei annuì.
<<Amici?>> chiese lui porgendole la mano. E lei la strinse. Il primo contatto dopo anni. Era così surreale.
<<Ok ora vado >> disse frettolosamente lei staccando le loro mani e voltandosi per tornare al falò
<<Neanche io posso>> disse lui di scatto.
Lei si girò confusa <<Cosa?>>
<<Neanche io posso odiarti e non potrei mai. Qualsiasi cosa tu mi faccia, non potrei mai, dico mai odiarti. Volevo fartelo sapere>> aggiunse facendosi uscire uno dei suoi sorrisini storti.
Giulia annuì sorridendo e si rivoltò.
Quella serata passò velocemente e così anche il giorno dopo. Nessun contatto troppo ravvicinato tra i due o avvenimenti che valeva la pena raccontare.

*Cercherò di essere più attiva scusate l'assenza, il prossimo capitolo è praticamente pronto*

Ho una proposta sexy da farti- SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora