Che faccio adesso se non ci sei

1.3K 68 8
                                    

Erano passati 30 giorni e Giulia poteva tornare finalmente a ballare dopo l'infortunio. Con Sangio non si vedevano dal giorno in cui lui si era preso cura di lei e ma si sentivano tramite chat anche se era da qualche giorno che lui era poco attivo anche in chat. Quel giorno Giulia sarebbe dovuta tornare nella sala in cui aveva fatto lo stage il mese prima.
Stava provando una coreografia facile per capire se le facesse ancora male qualcosa. Alla fine della coreografia sentì degli scatti di una macchina fotografica. E si guardò intorno.
C'era Samuele, il fotografo che le aveva inviato i fiori, con l'obbiettivo verso di lei. Giulia si mise a ridere e si coprì la faccia imbarazzata.
<<Sei molto fotogenica>> disse lui avvicinandosi verso di lei
<<Grazie anche se non credo>>  rispose
<<Invece dovresti, il fotografo sono io>> controbattè Samuele
E lei alzò le mani in segno d'arresa
<<Ti sei ripresa vedo>> disse lui guardandole la gamba
<<Per fortuna sì>>
<<Sono molto felice. Spero di non averti disturbato con i fiori ero solo in pensiero>>
<<No anzi è stato un gesto carinissimo, grazie mille>>
Lui sorrise
<<Io ora dovrei andare>> disse lei prendendo il borsone
<<È stato un piacere>> disse lui stringendole la mano.
Poi le si diresse verso la porta.
<<Giulia>> la chiamò lui prima che lei potesse uscire e lei si voltò
<<Dimmi>>
<<Stasera al Taste, un locale qui vicino c'è una festa dove saranno esposte alcune foto fatte da me. Se vuoi venire io sarò lì e mi farebbe piacere vederti>> la invitò.
<<Grazie mille, ma non penso proprio di farcela>> rispose lei
<<Va bene, nel caso sai dove trovarmi>>
E a quel punto lei se ne andò.
Non sapeva bene perché aveva risposto così prontamente, ma con Samuele non aveva mai parlato di Sangio e non voleva che il ragazzo fraintendesse.
Durante il giorno fu molto impegnata, arrivarono le 18:00 quando riprese il cellulare. E si accorse che Sangiovanni non le aveva risposto dalla mattina presto. Provò a chiamarlo. Ma lui non rispose. Lo intasò di messaggi che gli arrivavano ma a cui non rispondeva. Era passata un'oretta e  Giulia si stava iniziando a preoccupare. Decise di chiamare Fabio.
<<Giulia?>> rispose il manager del cantante dubbioso
<<Ciao, sì sono io>>
<<Oddio ciao, da quanto tempo. È successo qualcosa?>> chiese subito
<<No. Cioè che io sappia. Sangio non mi risponde al cellulare e non so dove sia. Sono un po' preoccupata>>
<<Ah... tranquilla è a casa, sta riposando, voleva stare un po' per i cazzi suoi>>
<<Scusami ma quando lo hai sentito l'ultima volta?>>
<<Mezz'ora fa ci siamo scritti>>
ciò significava che non stava rispondendo solo ai suoi messaggi
<<Va bene, grazie>> rispose amaramente.
E poi si salutarono.
Gli scrisse un messaggio d'impulso:
"non so se sei arrabbiato con me o cosa. non so se mi stai evitando e per quale motivo ma non ci voleva molto a dirmi che stavi bene e volevi solo stare per cazzi tuoi. ma avevo dimenticato il tuo brutto vizio di chiuderti ed escludermi da tutto. non mi aspettavo tanto solo un 'sono vivo'. avevi paura che non avrei rispettato la tua solitudine o cosa? so che quando fai così e perché non passi dei bei momenti e non voglio disturbarti più di tanto ma avresti potuto rispondermi."

Non ci pensò neanche due volte prima d'inviarlo. Conteneva amarezza e rabbia, ma non poteva sapere esattamente lui cosa aveva e ciò che immaginava non era sufficiente a scusarlo di non averle risposto sapendo che lei si stava preoccupando.
Dopo aver inviato il messaggio a Sangio ne inviò uno anche a Samuele:
"ho cambiato idea, mi piacerebbe vedere le foto esposte"
"sono tanto contento, ti passo a prendere tra un'ora?"
"va bene, grazie".

Intanto Sangiovanni, era da tutto il giorno in uno stato d'ansia che non andava via. Aveva deciso di fissare la chat con Fabio perché se succedeva qualcosa a livello lavorativo era l'unica cosa che gli importava, aveva messo le chiamate solo dai preferiti e nei preferiti aveva messo solo Fabio. Una decisione un po' azzardata. Ma tutti i suoi familiari avrebbero chiamato Fabio nel caso e lui lo sarebbe venuto a sapere tramite lui. Ma in quel momento non poteva pensare a nessuno proprio non ce la faceva. Il fatto di essere così caricato, il fatto che la sua vita gli sembrava una ruota che girava su sé stessa e dal quale lui non riusciva a scendere. Non perché quella ruota non gli piacesse ma semplicemente perché tutto quel tempo passato sulla ruota gli aveva fatto venire il voltastomaco e aveva bisogno di riposare da quei continui giri. Per qualche minuto, poi sarebbe risalito. Ma la ruota non si fermava mai. E mentre ci pensava appoggiato alla porta della sua stanza il respiro diventava più pesante. Sapeva bene cosa stava per accadere, non era la prima volta. Volevo dire al suo cervello di smetterla, ma semplicemente vedeva quella giostra girare. Le mani che iniziarono a tremare, il respiro che si faceva pian piano più affannoso. Le gambe ferme, il dolore al petto. Il mondo intorno a lui che perdeva colore. Il respiro che non arrivava più, le domande e i pensieri :
"il respiro ritorna?"
"sono solo nel caso mi succedesse qualcosa"
"non è più semplice se ora smettessi di respirare invece che continuare a provare?".
Tutto ciò rimbombava nella sua testa. Ma lo sapeva, lo sapeva che valeva la pensa ricercare il respiro. Nonostante quello non arrivasse ai suoi polmoni. Nonostante le gambe non gli permettevano di alzarsi e le mani sembravano incontrollabili. Nonostante si sentisse come se qualcuno lo stesse tenendo sotto acqua per troppo tempo e lui non riuscisse a liberarsi dalla presa che lo teneva immerso. Scese una lacrima. Cercava di risalire a galla ma non ci riusciva.
Decise di chiudere gli occhi e concentrarsi sul respiro.
In mente Virginia, la sua nipotina, e i grandi occhioni: gli arrivò un fiato d'aria ai polmoni.
In mente lui piegato su un quadernino a scrivere qualcosa: un altro fiato.
In mente i suoi fratelli e i suoi genitori: un altro fiato.
In mente lui su un palco: un altro fiato.
In mente: Giulia che gli porgeva la mano: ancora un altro.
In mentetutti gli incontri con i fan e le belle cose che gli avevano dato e detto: un altro fiato.
Ne stava uscendo, decise di aprire gli occhi, guardò fuori dalla finestra. E vide il cielo e la luna. E si vide volare dopo esser caduto. Si andò a sdraiare sul letto. E cadde in un sonno profondo. Finché una chiamata non lo svegliò.
<<Pronto?>> rispose assonnato
<<Mi hanno chiamato i tuoi gli ho detto che stavi bene. Però ora basta sangio io voglio andare a dormire, sblocca questo cellulare>> gli disse Fabio
<<Oh Fa grazie mille per la pazienza, ora lo sblocco>>
<<Certo che Giulia potevi evitare d'ignorarla. L'hai fatta preoccupare tantissimo>>
<<Ti ha chiamato?>> chiese il ragazzo
<<Si, qualche oretta fa, te l'ho scritto ma non mi hai risposto>>
<<Cazzo non avevo visto. Vabbe ora la chiamo>>
<<Fai quel che vuoi. Ma lasciami dormire in pace. Notte>> chiuse Falso la conversazione.
Allora Sangiovanni chiamò Giulia che però nella folla del locale non sentì il cellulare squillare. Lui la provò a chiamare una seconda volta, ma di nuovo nulla. Aprì la chat. Trovò quel messaggio.
"hai ragione su tutto, non ci sono scuse che tengano. però vorrei tanto spiegarti" le scrisse.
passò un'oretta ma lei ancora non aveva risposto.
"penso tu ti stia vendicando e lo capisco, quando ti va se ti va scrivimi" aggiunse.

Lei si era molto divertita, in quel momento era in macchina con Samuele e stavano tornando. Stavano cantando a squarciagola una canzone degli OneRepublic. Poi arrivarono sotto casa di lei.
<<Lo sai, hai superato ogni mia aspettativa>> le disse
<<Non avevi aspettative molto alte su di me?>> chiese lei
<<No le avevo altissime e tu sei riuscita superarle quindi pensa te>> disse lui e lei si mise a ridere.
Lui le si avvicinò col capo, ma lei si girò dall'altro lato. Lui tornò indietro.
<<Scusami non volevo, pensavo... cioè lascia stare sono stupido>> si scusò lui
<<No figurati, abbiamo passato una bellissima serata. Solo che io ho la testa e il cuore da un'altra parte. Anche se forse non dovrei neanche più, ma è una storia lunga e non voglio annoiarti. Però scusami se ti ho dato segnali sbagliati>>
<<No tu non hai fatto nulla, perdonami. Cancelliamo ciò che è successo ti prego. Mi piace la tua compagnia. Facciamo finta di nulla?>> chiese lui
Lei annuì.
<<Io ora vado, grazie per il passaggio e per la bella serata>> disse Giulia scendendo dalla macchina
<<Buonanotte e... comunque se posso dire il ragazzo che ha testa e cuore è molto fortunato, spero lo sappia>> ribatté lui prima che lei potesse annuire ed entrare nel portone.
Arrivata in stanza si stese sul letto e prese il cellulare. Due chiamate perse da Giovanni e due messaggi.
"non mi stavo vendicando, ero fuori e non ho letto i messaggi. non faccio le bambinate da un bel po'di tempo. ti lascerò spiegare anche domani. notte"
rispose lei fredda.

La mattina dopo lui la chiamò.
<<Buongiorno>>
<<Buongiorno>>
<<Come va?>> chiese lui
<<Io bene, tu hai finito di fare l'asceta?>> rispose lei in tono serio
<<Sì, ti sei divertita ieri sera?>>
<<Tu che ne sai di ieri sera?>> chiese lei stupita
<<Tu mi hai detto che sei uscita. Che hai fatto?>>
<<Samuele, il ragazzo dei fiori mi aveva invitata ad una festa e sono andata>>
silenzio.
<<Dovevi spiegarmi qualcosa si o no?>> chiese lei
<<Sì>> disse lui e iniziò a raccontargli ciò che aveva passato il giorno precedente.
<<Sangio lo sai che mi dispiace veramente in un modo che non riesco a spiegarti. E non riesco neanche ad immaginare il tuo malessere di ieri. Ma non capisco perché ti isoli. Io non riesco ad adattarmi la tuo isolamento e ai tuoi momenti no in cui sparisci completamente. Ci stavamo rifrequentando con la consapevolezza di essere migliorati su alcuni punti di vista. Ma se tu ancora non riesci a condividere con me alcune cose io non se riesco a stare...>>
<<È per il fotografo?>> la interruppe lui senza farla continuare
Lei restò in silenzio.
<<È per lui si o no, giu?>> chiese di nuovo
<<Non me lo stai chiedendo veramente?! Gio ti senti quando parli? Per il fotografo? Hai sentito ciò che ti stavo dicendo o ti piace sparare cavolate?>> rispose lei
<<Non so visto che ieri sei stata impegnata con lui, mi è sorto un dubbio>> disse lui cercando di recuperare all'errore commesso
<<Un dubbio?!>> chiese lei sconvolta
<<Sì, ok. Forse non era il caso ma... questo ti manda fiori, t'invita a feste...>>
<<Vedi qual è il problema. Il problema è che tu parli sempre di cose senza alcuna rilevanza, mentre se c'è un problema non ne parli. Questo non mi va bene Sangio>>
<<Scusa Giulia, scusa se sto passando un periodo di merda. Scusa se ogni volta che tu ti chiudevi in te stessa io ero sempre lì per te e tu se succede a me non riesci a capirlo. Scusa se ieri il tuo messaggio mi ha fatto male ma sono comunque qui a chiederti scusa e a scusarmi con te perché stavo avendo un momento no mentre tu ti divertivi>> disse lui alzando la voce
<<Per me la nostra conversazione può finire qui>> rispose lei delusa dalle sue parole  e lui chiuse.

Eccomi con un capitolo azzardatissimo. Lo so che mi odierete ma vi voglio bene. Ho provato a descrivere la sensazione di un attacco di panico, mi sono permessa solo perché ne soffro e ho cercato di descrivere ciò che sento e provo io. Non è stato facile mettere certe cose nero su bianco. Ma penso sia importante che ci sia anche questo pezzetto di me in questa storia. Magari qualcuno di voi ci si ritroverà in quella descrizione e forse si sentirà meno solo. Se soffrite d'ansia o attacchi di panico, parlatene. Con un adulto o un amico di cui vi fidate, fatevi consigliare la giusta strada da chi di competenza. Io sono in terapia, da prima del covid anche se durante ho interrotto e ripreso da poco. Mi fa bene parlarne. Non è una cosa di cui mi vergogno, non c'è nessun motivo per cui dovrei, è necessaria e serve per il mio benessere. Ricordatelo sempre.

Ho una proposta sexy da farti- SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora