24 - una lenta agonia....

108 2 0
                                    

Quel pomeriggio Anita tornò dal museo con l'aria dispiaciuta, si vedeva che aveva pianto. Scesa dall'auto Manuel le andò incontro  come faceva sempre e si accorse immediatamente che gli occhi della madre non erano i soliti begl'occhi di sempre. La strinse nelle braccia e lei si lasciò andare ad un altro pianto liberatorio,

M: "cos'hai mamma? Non mi far preoccupare?"

A: "prima di uscire dal museo, questo pomeriggio mi ha telefonato Corrado, mio cugino da Orbetello dicendo che la zia Marta è morta questa mattina. Si era alzata come sempre alle 7, era scesa a preparare la colazione poi si sentiva stanca, si è seduta sulla poltrona e si è spenta."

M: "no la zia Marta no, perché proprio lei, ci chiamava sempre, mi dispiace tanto"

A: "ho già preso il permesso per 2 giorni al museo, Manuel mi accompagni domani? Non me la sento di andare da sola, ho bisogno di te. La zia era come una mamma per me"

M: " certo che ti accompagno, non ti lascerei mai sola, sopratutto in un momento come questo"

Manuel rabbrividì per due cose:
1) il dolore della morte della zia a cui anche lui era molto affezionato.
2) non poter vedere e stare con Simone due giorni, era la prima volta che stavano lontani così tanto.

Nel frattempo le si erano avvicinati anche la nonna e Simone che la stringevano e la consolavano. Mentre la nonna parlava con Anita, Simone prese tra le braccia Manuel che pianse, era veramente dispiaciuto.
Anita raccontò alla nonna chi era la zia:

A: "la zia Marta era delle zie la mia preferita, fin da piccola, aveva 94 anni compiuti da poco, è sempre stata la classica zia piena di vita con cui ti divertivi sempre. Quando scoprì di essere incinta di Manuel nonostante avesse più di 75 anni, senza alcun pensiero, prese il treno da Orbetello da sola, venne a Roma e rimase a casa con me per più di 4 mesi, fino a quando la gravidanza a rischio non si fermò. Mi andava a far la spesa, mi puliva in casa, faceva qualsiasi cosa pur che io stessi ferma e non perdessi il bambino. Aveva lasciato a casa il marito e il figlio. Era una forza della natura. Le cose economicamente non sono mai andate troppo bene in casa mia e lei dentro alla sua borsa, si era portata da casa 4000 euro in contanti. Per i mesi che era stata con me aveva pagato l'affitto, pagato le bollette, pagato qualsiasi cosa pur di non farmi preoccupare. Tornata a casa mi chiamava due volte al giorno, poi prima che nascesse Manuel con un un'anticipo di 20 giorni, ritornò e stette com me altri 6 mesi, mi insegnò tutto quello che sapeva su come gestire un bimbo appena nato, fu veramente un Angelo. Adesso a 94 anni mi chiamava ancora 2 volte a settimana. Il suo pensiero eravamo io e lui, non ci ha mai lasciati, ogni mese ci aiutava, una volta mandandoci dei soldi, un altro mese mandava prodotti da mangiare. Era lontana ma sempre con noi. Aveva smesso di venire qui a 90 anni, perché il viaggio iniziava ad essere pesante per lei, poi lo zio nel frattempo era morto, non se la sentiva più. In questi 4 anni siamo sempre andati io e Manuel in treno, ed era sempre una festa quando ci vedeva. La zia Marta, era speciale..."

M: "era veramente speciale davvero, sempre allegra, sempre solare, un tornado di energia. Mi voleva un bene fuori dal comune, per lei nonostante fossi cresciuto ero rimasto sempre quel bimbo che giocava in casa. Tutte le volte che prendevamo il treno del ritorno, mi metteva nella mano 50 euro di mancia, non si dimenticava mai, la zia che bella che era....."

A: "Simone devo chiederti scusa se per 2 giorni ti porto via Manuel, ma veramente non mi sento di fare un viaggio così lungo da sola, è un momento molto particolare"

S: "non ti preoccupare Anita, va bene cosi non sentirti in colpa, che non ne hai nessuna, ci mancherebbe, in questi casi bisogna solo pensare a cos'è meglio fare, e questa è la soluzione migliore. Non potete non andare, la zia è stata per voi una presenza indispensabile ed è giusto che andiate a darle l'ultimo saluto"

SIMONE E MANUEL Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora