6 - il Sogno

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Dopo il buonissimo pranzo preparato con arte dalla nonna, decisero di andare a riposare un poco, dopo le fatiche della mattina. Si ritirarono ognuno nelle loro stanze e si fecero una doccia rigenerante per poi coricarsi un poco sul comodo letto che li avrebbe ospitati. Appena si stesero, arrivò Morfeo e li rapì entrambi, sempre nella loro posizione preferita, cioè quella della testa di uno sul petto dell'altro.
Vennero svegliati di soprassalto alle 16  dalla voce suadente di Dante che gracchiava nel corridoio e che li incitava a lasciare la branda come fossero dei militari in guerra.
Iniziarono prendendo fuori dalla rimessa il trattorino tagliaerba, facendogli rifornimento, poi andando nel parco e raccogliendo tutti i rami secchi e spostando eventuali pietre su di esso. Assicuratisi che non ci fossero più ostacoli iniziarono a tagliare l'erba. Tutti erano impegnati a fare qualcosa per rendere la Villa più presentabile e bella. Però la più bella di tutti era nonna Virginia, con il suo immancabile kit da giardinaggio che comprendeva tutti gli attrezzi da fiori, i guanti di stoffa e gomma, il grembiule in tinta con i guanti e gli stivali che si abbinavano al resto. C'era anche l'insostituibile cappellino con le rose, ma come sapete benissimo, non lo si poteva mettere altrimenti la piega della parrucchiera fatta la mattina si sarebbe rovinata, quindi niente. Lavorarono tutti fino a sera e rientrarono in casa chiamati dalla nonna per la cena. Il look dei due ragazzi era simile a quello di due scappati di casa e inseguiti da un branco di leoni che non mangiavano da circa 2 settimane, giusto per rendere l'idea. Si fecero una doccia alla svelta, e si prepararono. Dante fece lo stesso nella sua stanza e Floriana fece vedere la stanza ad Anita, la quale la ringraziò tanto, sapendo che quella sarebbe diventata la sua. Non perse occasione per confidarle che non sapeva come sdebitarsi di tutto quello che avevano fatto per lei e il figlio, Floriana disse che l'importante è che si trovassero bene, che gli piacesse e che non dovevano preoccuparsi perché erano di famiglia. L'importante era vedere i figli felici ed innamorati. Si prepararono tutti in poco tempo e scesero per la cena.
Finita e fatto i complimenti alla nonna, i ragazzi uscirono sotto al porticato e si sedettero sulla sedia a dondolo, appoggiata al muro, iniziarono a parlare di come potrà essere la loro vita in futuro, di quando dovranno prendere decisioni importanti, di quanto la vita corra veloce, fin troppo veloce.
Simone fa una domanda a Manuel:
S: "amore hai mai pensato a che università vorresti fare dopo il liceo e se vorrai farla?

M: "si, ci ho pensato come minimo una volta al giorno, sopratutto nelle ore di filosofia, quando insegna Dante, credo proprio di voler fare filosofia, tu invece, cosa vorresti fare?"

S: "io pensavo di fare o matematica o fisica, mi piacciono entrambe molto"

M: "lo sapevo, potevo immaginarlo, sei bravissimo in entrambe", poi gli diede un bacio a stampo sulle labbra

S: "metti caso che uno dei due riceva una borsa di studio in un'altra università ad esempio: Milano o Napoli, come potremmo fare?"

M: "bella domanda, la cosa che converrebbe fare è che entrambi andassimo nell'università dove l'altro ha ottenuto la borsa di studio."

S: "oppure che ci dicessimo addio e ognuno partisse per terre lontane (con una mano sul petto e una sulla fronte), senza mai fare più ritorno?"

M: "un film di Dario Argento a confronto fa ridere!!!!! E una soluzione un po' meno drammatica e da infarto non c'è???"

Simone era piegato in due dalle risate, Manuel lo guardava e rideva

S: "il Nobel mi devono dare per la parte drammatica"

M: "il Nobel? Non l'Oscar?"

S: "ah si ho sbagliato parte del mondo"

M: "mah si, uno è a Stoccolma e l'altro in America!!!! Praticamente vicine di casa....."

SIMONE E MANUEL Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora