Capitolo 68 Parte Terza

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Il giorno dopo aver fatto fiasco, decido di saltare la scuola ed essere lì

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Il giorno dopo aver fatto fiasco, decido di saltare la scuola ed essere lì. È più sicuro riuscire a trovarlo nelle prime ore del mattino che dopo aver fatto passare del tempo, anche se minimo. Vado, col sangue che mi si gela nelle vene e i mille pensieri che mi si frappongono lottando tra di loro.

Come starà Kealan? Come sarà diventato? Brancolo ancora nel buio per trovare le risposte a quelle stesse domande che temo tanto.

Basta un ultimo slancio e poi... poi, potrò scoprire coi miei occhi, la verità di ciò che mi attanaglia da tempo. Faccio il giro dell'isolato, trovandomi nei pressi di quel condominio malridotto e poco raccomandabile.

Aspetto, nascosto dietro la corteccia di un albero che insieme ad altri, costeggiano l'intera via. Attendo il momento di vedere qualcuno uscire da quell'androne dall'aspetto decadente. D'un tratto, due sagome spuntano sull'uscio principale. Una donna malandata e trascurata in tutta la sua figura che non ho mai visto, strattona bruscamente un bambino dai lineamenti simili ai miei...  E con una terribile morsa nel cuore finalmente lo vedo materializzarsi davanti ai miei occhi. Colgo quell'aria familiare che ci accomuna così tanto, ripescando tra i miei ricordi non tanto lontani il mio riflesso di bambino che, mentalmente si interpone al suo, ricongiungendoci a quella familiarità che ci unisce. 

È gracile, sembra mal nutrito. I vestiti che indossa gli calzano male perché troppo larghi per un bambino di otto anni col fisico smilzo. Un esserino piccolo e del tutto indifeso dall'ira di quella ubriacona del cazzo! Lo artiglia per il braccio inveendogli contro e facendolo piangere. Gli fa male ed io mi sento morire.

Nessuno fa niente. I passanti lo vedono ma si fanno gli affari propri. Che importanza avrebbe per loro, gente di malaffare, salvare un bambino che non è il proprio?

Stringo i pugni e tento di reprimere la rabbia che ribolle a quella vista.

Non ha l'aria felice. Conosco molto bene quel volto arido di sorrisi. Riflette perfettamente le mie emozioni e con la mente ritorno alla mia infelicità di bambino e un dardo improvviso mi colpisce dentro, scuotendomi l'anima. Devo salvarlo ora che sono in tempo.

Pedino quell'orribile donna prepotentemente volgare dalle forme prorompenti, già persa nell'alcol e di chissà quale altra sostanza, che continua a trascinarlo via dall'asfalto. Il mio fratellino piange perché le lacrime non può fermarle... ma non parla, non strilla, non si ribella. È succube della rabbia di quei due. Camminano fino a scuola e lo molla lì, da solo sul marciapiede mentre lei se ne va via a farsi sicuramente qualcos'altro d'illegale.

A grandi falcate lo raggiungo. Non riesco proprio a fermarmi. Mi osserva dall'alto in basso spaventato, pensando di me qualsiasi maldicenza gli passi per la mente. Non sa chi sono in realtà. Questa è la prima volta che c'incontriamo.

«Ciao». Dico, assumendo un tono del tutto gentile che non mi appartiene. Mi guarda ancora senza dire una parola. «Cosa c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?» gli chiedo senza pensare. Sbatte le ciglia e, diffidente con il suo stesso sangue, stringe la cinghia del suo zainetto ed entra dentro la scuola, lasciandomi senza fiato. "Avrà degli amichetti con cui giocare, almeno?" Mi domando allarmato.

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora