Capitolo 49

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Agitato, dopo un'intera giornata trascorsa ad evitare Skylar, torno finalmente a casa. Getto fuori un sospiro di sollievo non appena smetto di fingere che m'interessi qualcosa di quella ragazza, ma non appena compiuti pochi passi, e già, mi accorgo che manca qualcosa. Il mio sguardo scruta l'ambiente circostante, scandagliando minuziosamente ogni cosa. I miei occhi si soffermano su un punto ben preciso. Il tavolo della cucina è spoglio, quando solitamente è imbandito per me. 

Un presagio d'allarme mi risuona dentro, mandando in allerta il mio sesto senso. Il panico comincia a farsi sentire. Salgo di corsa le scale per rassicurarmi e sapere che tutto vada bene, ma quando apro la porta di camera mia, scopro che ogni mio timore era fondato poiché la mia stanza è completamente pulita ma vuota. E tutto quello che stavo cercando di evitare, accade davvero. Tutte le mie paure si materializzano di colpo, quando realizzo che lei non c'è più. 

Divento un matto irragionevole senza di lei! Saperla lontana, mi angoscia dentro e mi fa perdere il senno.

Andava tutto bene tra noi e adesso che mi ritrovo da solo, mi rendo conto che forse, per tutto il tempo, tutto ciò lo pensavo solo io.

Improvvisamente mi sento svuotato mentre l'ansia mi assale. Comincio a sudare freddo quando l'urlo dell'abbandono riecheggia, inveendomi contro. Inizio a cercarla ovunque e infine, controllo l'armadio anch'esso privo dei suoi vestiti.

Ed è proprio in quel momento che sopraffatto, mi spezzo dentro. Vado avanti e indietro per tutta la stanza, provando invano a non impazzire del tutto. Mi aggrappo a quella poca ragione rimastami in corpo per non sragionare completamente ma è del tutto inutile. 

Spero che l'ira si plachi ad ogni passo, a ogni singolo respiro rotto che mi ritrovo ad emettere senza averne il controllo. Avrò sondato ogni angolo di questo fottuto appartamento e la mia collera ha fatto a pezzi il pavimento, consumandolo del tutto a forza di strascicare i piedi, mentre invece, l'inquietudine che sento sotto pelle e la mia preoccupazione per lei non smettono di cessare nemmeno per un attimo, anzi, continuano a eccedere di minuto in minuto. L'irritazione è ancora maledettamente integra e per niente scalfita.

Troppo forte il pensiero di lei, troppo presente la sua assenza! 

Vorrei che tutta questa disperazione finisse velocemente, ma so che non potrà mai finire perchè non posso smettere di amarla. Non ci sono limiti alla mia follia e se non la trovo e la riporto nella nostra casa, rischierò davvero d'impazzire.

Cerco di calmarmi, pensandola qui accanto a me. Mi siedo nella mia parte di letto e coi gomiti poggiati alle ginocchia, tento di riflettere su ciò che devo fare. Le mie mani prendono a tirarsi i capelli spettinati per quanto ci ho passato le dita in mezzo. 

Inspiro ed espiro, trovando conforto in una placidità apparente, quando, i miei occhi si posano su un punto ben preciso. Uno strano foglietto in particolare, attira la mia attenzione. Con mano tremante lo raccolgo e non appena leggo ciò che c'è scritto, mi sconvolgo ancora di più.

"Vado via. Per favore, dimenticami e non cercarmi più. Mi dispiace per tutto." Le parole vorticano pericolosamente sconnesse nella mia testa che, prosegue a ripeterle, concentrandosi sul proprio significato. 

Che cazzo vuol dire? Il mio amore non era abbastanza per lei? Continuo ad assaporare e a nutrirmi della disperazione che si sfama della totale disfunzione del mio corpo.

Nonostante il mio sfiancarmi nel tenere lontano quella cazzo di donna, Helena trova un pretesto per lasciarmi?

Dove diavolo ho sbagliato?

Non respiro. Smetto di pensare. Non... non ci riesco. Il silenzio assordante mi ottenebra la mente e vengo trascinato giù. Nel baratro più profondo. Urlo. Un urlo sordo che squarcia e disintegra queste quattro pareti che non riescono a contenere la mia rabbia. Non m'importa nulla se gli altri mi sentono. Percepisco in maniera aberrante la voglia che ho di lei e adesso, davanti a me, vedo solo il nulla.

Non avverto più la mia anima, ho perso il controllo di quella poca ragionevolezza che a malapena mi teneva integro. 
Adesso, annego. Avvolto nell'oblio. Cado e precipito in un vortice senza fine.

Questa volta non riuscirò mai più ad uscirne. Non vedrò più la luce che emanava il suo sorriso quando la rendevo felice. No, stavolta me lo sento fin dentro le viscere che non tornerò più in superficie e forse, se significa perdere... io stesso non voglio più tornarci. Se riemergere equivale a provare quello che sto provando ora, mi rifiuto di sentire! Quello che non conosco e che non so controllare, vorrei evitarlo per non soccombere. Preferisco marcire nel buio più totale che mi provoca la sua assenza.

Nell'oscurità che sa di me e della mia casa. L'unico posto in cui mi sentivo al sicuro ma che adesso, è distrutto poiché ogni cosa sa di lei. 

Corro, ma non sto più correndo. Sto scappando via dal dolore della realtà che mi precipita addosso, però la voglia di saperne il motivo mi logora dentro e mi porta a sragionare con la malsana intenzione di ritrovarla. Quindi, prima di dirle definitivamente "Addio", devo sapere la verità. Non posso arrendermi proprio adesso, quando con lei e soltanto con lei nella mia vita, ho conosciuto una felicità mai provata prima d'ora.

Con impeto mi isso in piedi e vado a cercarla, anche per assicurarmi che stia bene. Ho bisogno di sapere che sia al sicuro, nonostante abbia già deciso di strapparmi via il cuore.

Adesso, c'è solo un posto che mi viene in mente su dove possa essere e, silenziosamente, prego di non sbagliarmi.



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L'Angolo dell'Autrice: 

E finalmente siamo arrivati all'amara verità (Almeno per quanto riguarda il nostro Chad, che è andato letteralmente fuori di testa). I prossimi Capitoli saranno pieni di eventi che, davvero sarà difficile tenere il passo.

E con un abbraccio virtuale a tutti, vi auguro una Buona Lettura!

-Clelia.




✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora