Capitolo 57

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Un peso sul petto mi riscuote via dagli incubi mascherati da sogni

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Un peso sul petto mi riscuote via dagli incubi mascherati da sogni. Con estrema lentezza, gli accarezzo i capelli che gli ricadono sugli occhi. Ieri notte è stato estremamente dolce. Sarebbe facile credere alle sue parole e nonostante provi a farlo, a fidarmi di lui, non riesco a crederci abbastanza per andare avanti. Adesso, sto cercando di perdere tempo per capire ciò che voglio.

Non vorrei mai ferirlo ma so per certa che non voglio tenere il bambino. Non posso andare avanti con Chad sapendo che nel mio ventre cresce il bambino di qualcun altro. Mi sento sporca e non riuscirei a stare con lui. Al contempo c'è un piccolo pensiero che mi ferma e mi permetto di immaginare una vita dove io non esisto. Forse era quello il mio destino... vivere in un limbo di anime dimenticate.

Scuoto il capo, spostandomi dalla sua mole. Cerco di fare piano per non svegliarlo e alla fine, ci riesco. Mi rimetto la maglietta che mi ha tolto stanotte e vado a farmi una cioccolata calda per risolvere i problemi che non riesco a sbrogliare da sola. Controllo se le varie confezioni che mi servono e che avevo comprato precedentemente siano scadute e, accertandomi che vadano bene, preparo il caffè anche per Chad. Riempio la base con acqua fredda e successivamente mi occupo del caffè macinato. Metto la moka sul fornello e aspetto che l'aroma del caffè si mischi a quella del cioccolato che sto rimestando. Mescolo col mestolo, la cioccolata che metto poco a poco nel pentolino e mi lascio andare ai pensieri.

Cosa dovrei fare con me stessa? So bene che le mie decisioni influiranno sulla vita di Chad e anche su quella del bambino, ma, come faccio a non vederne le somiglianze dopo? Quando lo terrò in braccio? Come farò a non perdermi nei ricordi di quel dannato pomeriggio che mi ha rovinato la vita?

Spengo il fuoco e avvilita, mi trascino su una sedia, sorseggiando l'unica bevanda che dovrebbe tirarmi su dalle spiacevolezze della vita ma pretenderlo in questa situazione, è chiedere troppo. Dei passi mi raggiungono. Rimango impassibile e non mi volto, anzi, mi nascondo sotto la coltre di capelli che, arruffati, mi cadono ai lati del viso. Punto lo sguardo sulla tazza poiché quando rimugino al da farsi, non riesco a guardarlo come vorrei.

Penso all'unica malignità che una donna non dovrebbe mai fare al suo corpo ma fino a quando, potrò conservare quel minimo di umanità che mi resta per portare avanti una gravidanza indesiderata? Certo, il corpo è il mio e ho il diritto di scegliere ma ammetto che se fossi stata da sola, non ci avrei pensato due volte a mettere fine alla sua vita. Potrei comunque decidere di non volerlo ma potremmo anche non riprenderci mai più.

Potremmo allontanarci e dividerci per ciò che intendo fare... ma se gliene parlassi? Cosa direbbe se gli dicessi ciò che penso realmente?

Dei passi che si avvicinano sempre più, mi riscuotono dal tanto vagare. Chad si protende di soppiatto alle mie spalle e mi bacia su una guancia. «Buongiorno piccola.»

Lo guardo, immergendo le labbra sul bordo della tazza di ceramica che mi copre metà viso e proprio in quell'istante mi decido che è meglio non dire nulla per il momento, avremmo altre occasioni per parlarne come si deve. «Buongiorno.» Ed è l'unica cosa che riesco a dire. Chad mi circonda, bloccandomi con le braccia alla sedia. «Che ne dici di prendere tutte le tue cose e tornarcene a casa?» Annuisco titubante costringendomi a sorridere nonostante non abbia motivo di farlo. Sfioro le sue mani e sussulto. Le afferro tenendole tra le mie, avvicinandomele al viso. Ieri non lo avevo affatto notato!

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora