Capitolo 74

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«Uno, due, tre

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«Uno, due, tre... Avanti respira!» «Uno, due, tre... Forza non mollare!» Continuo a sentire delle voci tutt'intorno a me, eppure è come se fossero attutite. Non riesco a cogliere il significato di quelle parole che, nemmeno il tempo di immagazzinarle, mi sfuggono via dalla coscienza e non sono in grado di carpirle fino in fondo. Tutto, diviene parte di un eco sempre più lontano. Adesso, mi sento diversa. Il mio corpo è più leggero ed ha la consistenza dell'aria...

Un piede dopo l'altro e mi allontano da quel caos infernale. Senza sapere dove andare, vago nel vuoto di una semioscurità permanente quando d'improvviso, mi appare un corridoio in penombra. Faccio un altro passo e inizio a sentirmi osservata. Alzo lo sguardo, indirizzandolo verso il punto in cui percepisco quello strano presentimento e dinanzi agli occhi, mi compare la figura di un bambino dall'aria vagamente familiare. Provo a concentrarmi su di lui, cercando di capire chi sia, ma non mi viene in mente niente. La sua identità rimane un'incognita per me, eppure non riesco a togliermi di dosso la sensazione di conoscerlo. Capelli castani tendenti al nero, occhi grandi che in un solo sguardo riescono ad incantarti di meraviglia e le iridi di un colore intenso, un blu come la notte; adornati da ciglia lunghe che stordiscono quelle guance rubizze punteggiate da leggere lentiggini. 

Il bambino senza nome, mi guarda e sorride. Il suo sorriso si tende così tanto che sul suo visino dolce, compaiono due fossette adorabili mentre stringe tra le piccole manine il materassino su cui continua a dondolarsi, scuotendo i piedini che sporgono dalla barella di corsia dove vi è seduto. Inclina la sua piccola testolina e con uno slancio, salta e cade perfettamente in piedi sul pavimento.

Mi guarda come se volesse la mia attenzione su di se e, avendolo constatato nel vedermi totalmente incuriosita, si volta e inizia a correre lontano da me. Deliziato, ride a perdifiato per quel gioco appena iniziato. Lo rincorro senza riserve, pregandolo di aspettarmi ma il bambino non mi ascolta. Potrebbe farsi male e a lui non importerebbe nemmeno... È davvero un impudente, non sa cosa comporta il dolore che provoca una caduta. Dopo averlo inseguito, giungiamo al cospetto di una piccola porta e lì, si ferma per un attimo. Poi, in punta di piedi si protende per afferrare la maniglia e con un ultimo sforzo, riesce ad aggrapparsi ad essa e a spingerla giù. Con uno scatto la porta si apre e lui vi entra dentro. Esterrefatta, mi precipito nella sua direzione e prima di vederlo scomparire del tutto al suo interno, lo seguo anch'io. M'intrufolo e oltrepassando la soglia, vado dall'altra parte.        

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L'Angolo dell'Autrice:

Non ve lo aspettavate che tornasse Helena così presto eh? Lo so, la faccio tornare a modo mio e sempre in maniera breve ma lettrici/lettori mie/miei, questo è un piccolissimo capitolo ma serve come transizione... Niente, oggi sono riuscita a scrivere, ed ecco i risultati ottenuti. Questo è quello che ho sempre immaginato che accadesse. Spero che la storia continua a piacervi, nonostante sia sempre più complicata e chissà quanti nodi mi toccherà sbrogliare e soprattutto mi chiedo se riuscirò mai a venirne fuori. Vi avverto, non sarà facile perché niente è di mia competenza ma l'importante è provarci, credo. Spero di esservi arrivata in qualche modo.

Un abbraccio!

-Clelia. 

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora