Capitolo 40

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La mente è confusa

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La mente è confusa. Gettata nell'oblio in cui mi sono riversato intenzionalmente. Volevo starmene da solo coi miei insulsi pensieri a ripercorrere come la puntina di un disco rotto che gira e rigira sempre sullo stesso brano sui miei errori. Sono ancora inceppato e rimasto nel passato. Credevo di poter reggere ogni sua parola, ogni suo insulto generato dalla rabbia ma sbagliavo. Mi sbagliavo su tutto.

In quel momento, l'unica persona che volevo vicina era lontana. Sapevo che avrei potuto raggiungerla in qualsiasi momento ma non meritavo alcuna consolazione, poiché non ne sono degno, e forse, adesso, ancora più di prima. Avrei voluto schiantarle i miei problemi che influiscono sul mio presente, su ciò che faccio e su ciò che sono. Desideravo infangarla con tutta la mia fottuta infanzia ma a che scopo? Come avrei reagito vedendola affievolirsi lentamente ai discorsi che le avrei fatto? Scorgendole ogni dannata volta, quel viso un tempo adorabile, adombrarsi di volta in volta fino a prosciugarsi, come se tutta la mia cazzo di vita fosse in grado di spegnerla? Che uomo sarei se iniziassi a scaricarle il mio fardello? Consapevole di quella sconcertante comprensione nel fare del mio dolore il suo per sempre? Immaginarmi quel suo sguardo sofferente posato su di me, che di pietà non ne meritavo affatto. No, non volevo preoccuparla più del necessario, così ho scelto la strada più facile.

Ho espugnato i miei ricordi con l'alcol e mi sono ritrovato in una situazione del tutto discutibile. Sprazzi di attimi mi colgono impreparato. Sento qualcuno toccarmi lì sotto e le immagini s'inseguono, susseguendosi in un turbinio di errori, che si rincorrono uno dietro l'altro come impazziti. Rigido, schiudo gli occhi chiusi. Inizio ad agitarmi togliendomi le mani di dosso, ma quando realizzo a chi appartengono quelle mani di donna così esili e femminili, m'innervosisco per la mia stessa reazione.

Avrà capito che le nascondo più di un qualcosa? Realizzo velocemente che non siamo sul mio letto ma non m'importa. La inchiodo al pavimento invertendo i ruoli. Rotolandole addosso. Le afferro entrambi i polsi bloccandoli distesi in alto, in un confine rigido e senza limiti. 

Il suo sguardo accigliato mi rabbrividisce dentro. Mi osserva in silenzio cercando in tutti i modi di carpire un oscuro segreto dettato dal mio involontario riflesso. Immediatamente, riprendo coscienza di me e del mio corpo e la distolgo dai suoi propositi, mettendo ancor più enfasi al mio strusciarle addosso che sulle parole non dette, sfregandomi sul suo intimo nudo. 

Geme d'istinto e con tutto il caos che provo dentro, riesco a considerarla una mia vittoria momentanea. Il suo bacino si arcua silenziosamente per raggiungermi, come un automa che risponde al richiamo dell'altra metà della sua carne. Mi eccita vederla con gli occhi languidi a quel modo. Mi desidera allo stesso modo, proprio come il mio sesso che vorrebbe sprofondarle dentro senza pensare ad altro che a lei e me, sentir sprigionare quell'unione congiunta da qualcosa di ancor più potente. Qualcosa che va al di là del solito contatto carnale.

E nonostante avessi pensato di avercela fatta, d'un tratto si risveglia dalla trance che le procuro. Mi bacia tristemente e senza dire una parola, indossa la sua maglietta e afferrandosi al corrimano della scala inizia ad andare al piano di sopra.

Cosa cazzo sta succedendo? Ha capito tutto?

Mi libero dalla coperta ingombrante e con una miriade di preoccupazioni che mi attraversano da parte a parte, la blocco ancora stringendole la mano. La guardo e silenziosamente le chiedo cosa le prende. Lei accenna a un flebile sorriso e cerca di scostarmi di dosso. No, non posso permettermi di perdere anche lei e come un richiamo istintivo della carne agisco, prendendola lì, sulle scale fredde. Scivoliamo entrambi e senza darle alcuna possibilità di uscita, la inchiodo col mio corpo, penetrandola improvvisamente con foga. Dapprima replica sussultando, poi, reagisce consumandomi fino alle viscere. Risponde ai miei colpi come se volesse segnarmi per sempre, legandomi con la passione a se stessa.

Ad ogni affondo le do quello che lei dichiara. Sono suo e non c'è niente di più vero al mondo di quello che diciamo, scorticandoci la pelle.

Una furia s'impossessa di me e imperversa su di lei. La mordo dappertutto, scendendole fino ai seni rigogliosi. I capezzoli retti bramano la mia irruenza, e con impeto, le succhio come se ne andasse del mio essere. La graffio, andando più giù. La sua pelle bianca è segnata dal mio incidere. La strizzo, le arrivo dentro profanandola con la lingua, la tocco ruvidamente con le dita, invocando il suo desiderio per me. Senza fermarmi, senza ragionare, perché quando c'è di mezzo lei, la ragione non esiste. Si dissolve nell'aria come se non fosse mai esistita.

La tormento, sfinendola di me e della mia totale dedizione che smania di possederla. Lei si scontra, accapigliandosi sul mio corpo. Cerca vendetta nei morsi, nella foga di ogni abbraccio e nel movimento implacabile che urla e le riecheggia in un impulso incontenibile. Il rumore del nostro amplesso riecheggia nella casa vuota e come una miccia esplosiva ci consuma, spietatamente. Non so cosa le abbiano rivelato i miei occhi, so solo che non posso permettermi di perderla. Ho perso già troppo nella mia fottuta e insignificante vita.

L'unica cosa che conta per me, è il suo amore. Quindi amami. Amami solo come tu sai fare. Con questa bramosia che ti spinge ad essere la donna fantastica che sei.

Fammi sentire che sono tuo. Tuo e solo tuo.

Perché tutto ciò che sono voglio darlo a te, che mi accogli e mi custodisci dentro. Riparandomi dal disgelo che sento per quelle mie colpe inconfessabili, la quale, indisturbate, aleggiano sopra le nostre teste. Noi continuano imperterriti a baciarci, cercandoci voraci con quello stesso male che io, inconsapevolmente invaso dal dolore ho permesso di distruggerti.

I miei ricordi continuano a non esserci. Non sono sicuro di ciò che ho fatto ma al solo pensiero di averti ferito, mi fa star male. Adesso, cerco conforto per ciò che non riesco nemmeno a immaginare e lo trovo soltanto sprofondando nel tuo corpo di donna. 

Della mia donna.

Provo a rimediare al mio torto con tutto l'amore che ho per lei, quando, qualcuno non molto distante da noi, applaude forte. Mi volto e congelo.


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L'Angolo dell'Autrice:

Ed eccoci arrivati al Capitolo 40! Io ancora non ci credo, quindi, devo ancora realizzare... Comunque, come vi sembra questa parte? Se mi sto ripetendo fatemelo sapere che modifico. Detto ciò, apriamo parentesi: Secondo voi, perché Chad si è raggelato? 😈Spero come sempre che il Capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

-Clelia. (che vi ama!)


✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora