(wasting?) love

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- Forse sto impazzendo – mormorò Frank, sdraiandosi sul letto. Affondò la testa sul cuscino, fissando un punto indefinito del soffitto

- Non stai impazzando Frank- sentenziò Gerard, deciso, senza però assumere un tono arrogante

- Come fai ad esserne così certo?- chiese Frank, ma prima che Gerard potesse aprir bocca il castano continuò, disperato, cercando di soffocare un pianto di disperazione. – Tu non sai cosa vedo, Gerard, tu non hai idea di cosa sogno la notte, cosa sento...-

Poi, d'un tratto, non riuscì più a trattenersi, scoppiando in un pianto disperato. Urlava, ora abbracciandosi le gambe ora stringendosi a Gerard, ora affondando la testa sul suo petto. Poi si staccava, si tappava le orecchie, gli occhi, sperando di non vedere o sentire più QUELLE COSE così orripilanti. Voleva vedere e sentire solo cose belle, che lo tranquillizzassero, lo cullassero come Gerard stava facendo in quel momento...

La reazione di Frank può sembrare esagerata, gonfiata, ma è necessario informare il lettore che ciò che è stato riportato qui non è tutto quello che Frank sognava o immaginava. I dettagli più raccapriccianti e inquietanti sono infatti stati omessi, poiché è bene che nessun altro essere umano li legga o li senta più.

Ma Frank, quella sera, li raccontò a Gerard. Gli raccontò tutto, le sue paure, le sue insicurezze, si mise a nudo davanti a lui. Era così vulnerabile che Il biondo avrebbe potuto schiacciarlo in ogni momento, distruggerlo, ma un pensiero del genere non passò e non sarebbe mai passato nella sua mente candida, né le sue labbra innocenti avrebbero mai pronunciato una sola parola per ferire Frank. Che si fingeva forte, si fingeva solare, ma nascondeva insicurezze e paure che lo laceravano.

- Hai negato il vero te stesso per troppi anni-

- Ho paura, Gerard-

- La paura è umana, Frank, ma non possiamo lascarci condizionare da essa-

Gerard parlava piano, quasi sussurrava. Erano alla distanza di un bacio, un dolce e tenero bacio, così semplice ma abbastanza potente da sgretolare la corazza che si era creato Frank 

-Gerard, sono un casino, ma voglio migliorarmi. Mi hai fatto riscoprire una serenità che non provavo da quando ero piccolo, molto piccolo, mai stato a contatto con il mondo...-

- Le esperienze fatte li fuori fortificano-

- Io sembro prendere solo il peggio da certe esperienze-

- Non è vero, sei tu che ti sei convinto di ciò. Puoi migliorarti, ma devi essere tu il primo a volerlo.-

- Lo voglio... sai Gerard, voglio smettere di piangermi addosso e voglio affrontare me stesso. Forse un giorno sarò un uomo migliore, e allora sarò in grado di amarti davvero-

Gerard sorrise. Lui sapeva, sapeva molte cose di cui Frank era allo scuro, ma nonostante ciò Gerard necessitava del suo aiuto. Allo stesso tempo, si sarebbe sacrificato per la felicità di Frank, e così lui avrebbe fatto per Gerard.

Continuarono il loro dialogo parlando piano. Poi Frank accarezzò una guancia di Gerard, delicato, facendo arrivare la mano sul suo collo candido. Lo baciò, lento, assaporando il labbro umido leggermente salato dalle sue lacrime ormai asciutte. Gerard ricambiò il bacio, accarezzandogli i capelli con grazia. Poi si sdraiarono, vicini, fronte contro fronte. Si sentivano solo i battiti, tanto erano flebili i respiri.

-Rimani con me, stanotte- bisbigliò Frank, stringendosi al biondo. Sbadigliò.

- Rimango con te, ma tu dormi. Non pensare agli incubi e dormi-

Era buio pesto nella stanza, ma con Gerard vicino, che gli accarezzava la schiena e accavallava le gambe con le sue , Frank non tremava né aveva paura. Quest'ultima, con Gerard, svaniva. Tuttavia, il castano era consapevole del fatto che avrebbe dovuto affrontare la sua battaglia interiore solo con se stesso. Non lo disse ad alta voce, ma Gerard sapeva.


L'indomani Frank si svegliò leggermente infreddolito. Si guardò intorno. Niente presenze nella sua camera, neanche quella di Gerard.

Assonnato, si tirò su ì, stropicciandosi un occhio e togliendosi un ciuffo di capelli dal viso. Faceva freddo perché quella notte aveva dormito con Gerard, senza coperte. Aveva ancora indosso i vestiti eleganti della sera precedente.

- Forse Gee è in cucina- ipotizzò, scendendo le scale. Ma la casa era vuota, non c'era nessuno. Assolutamente nessuno.

Un senso di ansia e di smarrimento iniziale venne subito placato dalla fiducia che lui aveva nei confronti di Gerard. – Ritornerà- pensò, certo . Dopotutto , Gerard non lo avrebbe mai abbandonato. Giusto?

La giornata passò tranquilla. Frank aveva dormito bene quella notte ed era carico di energie. O meglio, lo sarebbe stato se non fosse per il fatto che non sapeva spiegare la scomparsa di Gerard.

Aveva solo trovato un bigliettino sul pavimento della camera da letto con scritto: "Revertar". Ritornerò.

L'aspetto singolare di quel bigliettino, oltre che l'uso della lingua latina, era la calligrafia con cui era scritta quella parola. Era così precisa e studiata, un attento lavoro di lettering, che sarebbe stato impossibile anche per un bravo artista come Gerard scrivere con tutti quei ghirigori in poco tempo. Quasi come se tutto fosse già premeditato...

I giorni passavano, così come le settimane, con una strana tranquillità dettata dalla grande fiducia che Frank riponeva in Gerard. A distanza di mesi dalla sua scomparsa, però, Frank iniziò a preoccuparsi. Stava bene?

Cosa era successo? In cuor suo, Frank sapeva che Gerard stava bene, ma non riusciva a spiegarsi la sua scomparsa. Soprattutto, sarebbe ritornato, come diceva il bigiletto?

Ma certo che lo avrebbe fatto! Gerard non lo avrebbe mai abbandonato...vero?

Senza dare spiegazioni, poi,non era da lui. Giusto..?

Cosa stava succedendo?

I suoi incubi erano ritornati, ignorando tutti i tentativi di Frank di contrastarli. Qualcosa non stava andando per il verso giusto...

Il tempo passava, e quella luce chiamata fiducia iniziò ad affievolirsi sempre di più, quasi a voler volare via con le piume della speranza. E proprio quando esse stavano svanendo del tutto, Frank ricevette una risposta a tutti suoi quesiti... nei sogni.

Ci sono questi terrori... bzzzz..... quest... bzzzz... se mi stessero soffocand..... bzzzz.....zzzzz

Attesa segnale o....bzzz... attesa segna....bzzz.......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Adesso sei pronto. Per favore, salvami. Passo e chiudo.



ANGOLO AUTRICE

Uno dei capitoli che mi sono risultati più difficili da scrivere. Spero che vi sia piaciuto perché segna uno snodo importante nella storia, aprendo strada alla prossima parte

Fatemi sapere che ne pensate qui sotto!

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