GET UP COWARD

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Fu come se tutte le energie che il ragazzo credeva ormai andate via si animassero in un solo momento, e tutte insieme, come gli strumenti di un'orchestra all'alzare vertiginoso della bacchetta del direttore, si raggrupparono in un solo punto. Diedero vita ad una voce, che, dal profondo dell'animo di Frank, lanciò un grido così potente da risvegliare i relitti negli abissi più profondi, scuotere il mare e tutte le terre conosciute. Il ragazzo sussultò, contraendo muscoli che neanche conosceva.

-ALZATI, CODARDO!-

Frank spalancò gli occhi, animato da quella voce, agitandosi sulla scala con spasmi irregolari. Alzò leggermente la testa, inquadrando il gradino di marmo. La lacrima che prima aveva versato era ancora lì, quasi congelata dal freddo del gradino. Il ragazzo si soffermò a guardarla. Pensò a quanto qual marmo fosse simile a quello del labirinto, per non dire uguale. Quella sensazione che aveva provato sentendo la voce lo scosse di nuovo. Il labirinto. Gerard.

Ripeté quel nome ad alta voce. Suonava come uno schiaffo potentissimo che fece ritornare la sensibilità alla caviglia avvolta dal bianco. Frank la mosse, tirandola avanti, strusciandola sul marmo bianco e lucente. Era dello stesso colore dei capelli di Gerard la prima volta che i si erano incontrati. Il dorato del luccichio dei loro occhi. Frank li spalancò, trasalendo di nuovo.

Si aggrappò alle scale, alle loro rifiniture dorate, che splendevano come i puntini del fiore blu che aveva trovato nel giardino -il blu dei loro pancake!- quel giardino verde, così verde, come il prato del parco dove si erano incontrati al primo appuntamento...

La voce tuonò di nuovo. Frank si rimise in piedi, tremando dall'emozione. Gerard era lì, in quel posto. Non poteva arrendersi. Anche se ogni suo muscolo urlava di dolore ed il suo cuore esplodeva di paura. Non poteva, non poteva, lo doveva a Gerard: aveva fatto tutta quella strada per rincontrarlo, doveva vederlo almeno un'ultima volta. Perché lo amava, e l'amore gli avrebbe dato la forza di uscire anche da quell'assurda situazione. L'immagine di Gerard fissa nella sua mente gli infiammava il petto, mandando via il freddo del marmo, del bianco corrotto, della paura. Il suo cuore pulsò come non aveva mai fatto. I suoi battiti accelerati chiedevano vita, risvegliando ancora di più i suoi sensi e facendogli tirare fuori una forza che non avrebbe mai creduto di avere.

Si era alzato, ardente. Era il momento di agire.

Accadde tutto molto velocemente. Frank prese per mano l'uomo, si alzò, sfidando la pressione, bruciandola con quel fuoco che lo stava animando. Allungò di nuovo un dito verso quel campo di forza. Bruciava, ma il suo cuore di più, infiammandolo, rendendolo immune all'effetto di quelle strane anguille. Immerse il braccio, sentendo dall'altra parte di quello strato di elettricità l'aria fresca di un cielo limpido. Prese coraggio e, velocemente, con una forza esplosiva superò tutto lo strato. Pensava a Gerard, e l'amore continuava a rafforzarlo. Corse veloce su per le scale, così veloce che la situazione per poco non si ribaltò, con l'uomo che aveva difficoltà a stargli dietro. E corse, e corse, e corse, fin quando non giunse davanti ad una porta di legno che separava l'interno della cima della torre dall'esterno.

Frank respirò, sentendo la fatica ma il cuore ancora pulsare pieno di amore e di speranza. L'uomo era accanto a lui, a sistemarsi il mantello. Si guardarono, uno di fronte all'altro. L'uomo cinse il busto di Frank con le braccia, avvicinandolo a lui, stringendolo in un abbraccio fraterno. Quando si staccarono, Frank sorrise e appoggiò una mano sul pomello della porta. L'uomo scomparve, ma Frank non lo notò, troppo concentrato a prendere aria. Rilassò l'altro braccio lungo il fianco. 1...2...3... Scandire i secondi ad alta voce lo aiutava a controllare i nervi, così tesi che si sarebbero potuti spezzare. Quando si sentì pronto, girò il pomello. La porta si aprì senza cigolare.

Entrò, con il cuore e la testa che esplodevano di emozione. Per un attimo, temette di svenire. Poi notò una sagoma familiare seduta ad una scrivania, intenta a compilare delle schede.

-Gerard?!- esclamò Frank, mentre il turbine di emozioni quasi lo sollevò da terra. Poi spalancò la bocca, indietreggiando per la sorpresa: aveva notato un piumato particolare.

L'uomo si girò, sentendo chiamare il suo nome: –Frank?!-


ANGOLO AUTRICE

Spes est ultima mori

SLEEP- FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora