Calmati i fantasmi che affollavano la sua mente, Frank era intento a disegnare una mappa nel modo più chiaro che potesse, ringraziando di aver ritrovato, nella tasca dei pantaloni, una delle matite che aveva acquistato (insieme a penne e quaderni) lo stesso giorno che era uscito e aveva incontrato Gerard. Purtroppo non c'era traccia né delle penne né dei quaderni, quindi si era dovuto accontentare del retro di una scheda. Era partito tracciando i contorni della casetta, ciò che lui considerava il cuore di quel singolare posto. L'aveva quindi messa al centro, abbozzando gli alberi intorno e la valle delle Sphaerae poco più distante, lungo il sentiero dove aveva trovato lo zaino. Procedendo lungo di esso, aveva notato nient'altro che alberi, arbusti e un'ingente quantità di viuzze diramarsi in ogni dove. Aveva quindi provato a dare loro un ordine, individuandone tre principali articolarsi da quello "base" dove adesso si trovava, ovvero lo stesso sentiero che portava, senza troppa confusione, alla casetta. O almeno, Frank era convinto che portasse lì, dato che in effetti non era tornato indietro dopo il ritrovamento dello zaino e si era sorpreso di come, animatamente girovagando, non si era più imbattuto in essa.
Non che ci fosse da biasimarlo, data la confusione che provocava quel luogo. Delineò fingendo decisione le varie diramazioni della prima via, quella che si staccava più a sinistra dal percorso "base". Erano troppe, aggrovigliate a tal punto che credette di trovarsi davanti al rompicapo del labirinto di Alice*. Rivolse quindi lo sguardo alla via sulla destra, che appariva perfetta e immacolata. O almeno, così era nei primi tratti. Avanzando, il terreno sembrava sbriciolarsi sotto i piedi, non perché fosse fragile o stesse per crollare. Stava più come smaterializzandosi, perdendosi in mille pezzi nel bianco etereo del nulla, accompagnato dalla vegetazione che sembrava uscita dal peggior bug che un computer possa realizzare. Lui stesso aveva la sensazione che quella via fosse frutto di una sorta di "errore di sistema" perché troppo pericolosa da percorrere, anche se per qualche strana ragione ne era fortemente attratto. Tuttavia prevalse terrore che, avventurandocisi, si sarebbe scomposto e sarebbe diventato parte di quell'inquietantissimo bianco che non esprimeva purezza, ma vuoto totale.
Le sue uniche speranze erano rivolte alla via centrale, (così pensava sfumando un cespuglio...) che sembrava simile al sentiero "base" (...allungando qualche filo d'erba...), e che dunque (...aggiustando i contorni...) sembrava la più sicura (... posando la matita nello zaino, soddisfatto.).
Si incamminò. Sembrava quasi un prolungamento del sentiero "base", tanto era simile. Eppure aveva un qualcosa di peculiarmente attraente che lo guidava e lo condusse dove il bosco era più fitto. Frank si sedette su una roccia e si soffermò sugli alberi, disegnandone uno per uno, ogni ramo, ogni foglia , ogni venatura, fin quando il cielo divenne scuro e quella che sembrava essere la notte scese abbracciando i modelli artistici di Frank e liberando i suoi figli.
Quando il ragazzo si accorse del cambio dall'ambiente circostante rimase sbigottito per due ragioni. La prima ,in quel luogo esistevano sia il giorno che la notte, solo che non erano preceduti da un crepuscolo o qualcosa di simile. La notte era scesa senza alcun preavviso di luce indaco o rossastra, il che la rendeva ancor più inattesa e sorprendente di una solita a cui lui era abituato.
La seconda ragione era che l'oscurità faceva risaltare sfumature e sagome del tutto nuove, che alla luce del giorno Frank non avrebbe mai potuto notare. Innanzitutto, c'erano molti più alberi di quanti ne vedesse durante il periodo di luce. O più precisamente, quelli che si erigevano durante il giorno erano sostituiti da altri dalla corteccia fosforescente, opaca o più luminosa a seconda della loro specie. Le foglie erano colorate, gentili, e profumavano di serate passate a guardare le stelle, baci sul prato umido di rugiada, gelati a mezzanotte, libri letti negli angoli della propria stanza nelle ore più impensabili per creare la giusta atmosfera. L'aria era permeata da un etere azzurro e gradevole, mentre tante piccole creature dall'aspetto di meduse volteggiavano tra esso, leggere, gialle e luminose. Frank si avvicinò ad una di esse, danzò con loro, proseguendo il sentiero fino ad arrivare davanti ad un imponente salice blu dalle sfumature turchesi che si ripiegava in un lago meraviglioso. All'interno di esso nuotavano altre medusine le quali parevano piccole lucine a neon intente a illuminare leggermente il buio della notte.
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SLEEP- FRERARD
Paranormal~𝑆ℎ𝑢𝑡 𝑑𝑜𝑤𝑛 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑒𝑦𝑒𝑠,𝑘𝑖𝑠𝑠 𝑚𝑒 𝑔𝑜𝑜𝑑𝑏𝑦𝑒,𝑎𝑛𝑑 𝑠𝑙𝑒𝑒𝑝~ Quando un ragazzo che ha frequenti incubi incontra qualcuno di molto insolito che sembra disposto ad aiutarlo... Ma a che prezzo? -boyxboy -capitoli corti -romatico...