Fear of the dark

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Frank si avvicinò al bancone del bar, e più procedeva più la sensazione di stretta allo stomaco si faceva più calda e piacevole.

Il locale era piccolo, accogliente, i tavoli distanziati l'uno dall'altro e disposti secondo un rilassato ed elegante schema. Le tovaglie color cioccolato a scacchi bordò non erano nulla di troppo lussuoso, i cibi al bancone erano semplici ma invitanti e l'atmosfera familiare era addolcita ancor di più dall'aroma del caffè. Caffè... latte... Frank dimenticò il fresco delle mentine optando per qualche bevanda bollente, in contrasto con la gelida temperatura esterna. Si sedette al bancone e mentre era in procinto di ordinare, alzò lo sguardo rivolgendosi verso una direzione imprecisata. Fu lì che incontrò gli occhi di Gerard.

Quando li vide, il cuore di Frank fece un balzo e lui rimase immobile, a contemplare l'universo intero che si espandeva in quelle due pupille. Il blu della notte, il giallo delle stelle, di quelle lontane anni luce e di quelle più vicine al nostro pianeta, il bianco delle nuvole, il rosso del fuoco, il castano dei tronchi, il verde delle chiome degli alberi e poi di nuovo su, nello spazio, le mille sfumature delle nebulose.

Rimaneva lì, imbambolato, incapace di muovere un muscolo. Ma non era spiacevole, terrorizzante, come l'esperienza di quella notte. Era il contrario. Frank non voleva muoversi perché davanti a tale bellezza non poteva che restare immobile a rimirarla.

Gerard non rimase inquietato da ciò. Si limitò a sorridere davanti a Frank, quel ragazzo così strano ma così interessante. Aveva qualcosa di particolare, sorprendente e piacevole come la cioccolata fusa dentro quel pasticcino che da fuori sembrava semplice, e forse un po' vuoto.

-Ehi?- una cameriera richiamò Frank, agitando un bracciolo, semi destandolo da quell'incanto. –Vuoi ordinare o no?- lo interrogò, servendo una brioche ad una coppia

- Io? Ah si, si. Un caffellatte, grazie-

Frank iniziò a tamburellare le dita sul bancone. Ogni tanto girandosi a scrutare i dettagli del viso di quel ragazzo dallo sguardo immenso.

Naso alla francese, labbra sottili, capelli biondo platino e corti. Frank lo guardava e sorrideva, si mordeva il labbro, si passava una mano tra i capelli castani. Arrivò il caffellatte, lo bevve piano, gustandosi ogni sorso.

Si diresse verso uno scaffale alla ricerca delle tanto agogniate mentine per poi pagare il conto alla cassa, senza mai perdere di vista Gerard, che sorseggiava tranquillo un caffè. Anche Gerard guardava Frank, discretamente, lo accarezzava con lo sguardo, senza farsi notare.

Frank rallentò il passo sperando di incontrare Gerard all'uscita del bar, e in effetti così accadde. Si guardarono. Frank arrossì, aprì il portone e diede la precedenza al biondo che lo ringraziò sottovoce. Uscirono vicini, chiedendosi entrambi se l'uno avesse mai gradito la compagnia dell'altro per una passeggiata nei dintorni o un frullato nello stesso locale la sera dopo. Frank non conosceva Gerard e Gerard non conosceva Frank, non si erano neanche presentati. E Frank non lo sapeva ma i loro destini erano già intrecciati in un nodo stretto e indissolubile, ed i loro cuori si sarebbero uniti in uno solo. Non era amore, non ancora, ma sarebbe arrivato anche quel sentimento, forte, potente e salvatore.

Si rincontrarono qualche giorno dopo, in un parco. Frank indossava dei jeans neri e ascoltava un po' di musica accompagnandola con un leggero movimento di labbra. Gerard era imbacuccato fino al collo ma, nonostante ciò, Frank lo riconobbe dagli occhi profondi.

Appena vide il ragazzo con i jeans neri, il biondo si diresse verso di lui.

Frank venne colto da un leggero ma potente panico improvviso. Perché si stava avvicinando? Voleva parlare con lui? Sarebbe stato bello, ma se avesse detto qualcosa di stupido e il biondo si sarebbe allontanato? E se lo avesse trovato strano? E se non gli fosse piaciuto? E se...

SLEEP- FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora