Siamo solo in due, vero?

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Frank pensava a Gerard,sbadigliando, sorrideva, sorseggiava il suo caffellatte e di nuovo una nota di felicità incurvava le sue labbra verso l'alto. Rifletteva.

La cosa bella dell'essere introspettivi è che anche quella che agli occhi degli altri può essere una sciocchezza può far scattare dentro di te importanti riflessioni.

Se poi al tuo fianco hai qualcuno di così speciale che la sua presenza non può far altro che migliorarti, le riflessioni diventano sempre più profonde e piacevoli, poiché non hai quasi più paura di conoscere te stesso e i tuoi lati più nascosti.

Quasi. Anche se conosceva Gerard da poco, Frank sapeva di avere un legame particolare con lui.

Non stava lì ad analizzarlo come era solito fare con ogni singola cosa. Gerard lo faceva stare bene, lui faceva stare bene Gerard.

" E ci sarebbe il tutti felici e contenti se vivessimo in un utopico mondo Disneyano dove ogni cosa è perfetta" pensava poi Frank, amareggiato dall'unica nota velenosa di tutta quella smielata faccenda: Gerard non aveva idea dei suoi incubi. Gerard non aveva idea delle sue paranoie, delle sue paure, dei suoi demoni che lo tormentavano. Gerard non lo sapeva eppure lo proteggeva, lo risollevava e Frank aiutava Gerard a migliorarsi anche se non se ne rendeva conto.

Frank sorseggiava il suo caffellatte e come le gocce beige scendevano lungo la sua gola riscaldandola, l'acqua tiepida scivolava sulla pelle candida di Gerard, rilassandolo ma allo stesso tempo preparandolo ad affrontare la giornata. Gerard amava farsi la doccia di mattina. Lo faceva sentire pulito ( come se già non lo fosse abbastanza!) e nuovo, lo rassicurava. Perché anche Gerard aveva le sue paure, ma la sua situazione era molto più complicata di quella di Frank. E molto più particolare, molto più...

Molto più insolita, ecco. Come insoliti erano i suoi disegni , la sua arte era così pura che anche il migliore degli artisti avrebbe giurato venisse dal paradiso stesso, illuminata da una luce più potente del sole, rigenerante come la Natura di cui ogni fibra vibrava alla stessa frequenza delle opere di Gerard. Ma qualcosa era accaduto alla sua arte: era diventata grigia, piatta, sfiorita, quasi corrotta. E proprio quando sembrava essersi spinto troppo in là, qualcuno stava ristabilendo il suo equilibrio interiore. Qualcuno lo stava aiutando, ravvivando lui e le suo opere, suo specchio fidato.

Quel qualcuno era lo stesso che in quel momento gli aveva mandato un messaggio, invitandolo a cena a casa sua.

In realtà le notifiche erano due: una di Lindsey e una di Frank.

La prima, quella della proprietaria del supermercato, lo informava tramite email dei nuovi prodotti in vendita. La seconda era il già citato invito a cena, che fece sorridere Gerard di cuore. Accettò immediatamente, chiedendo a Frank l'ora.

Frank

Vieni alle 20.00. Ti aspetto xoxo

Il piccolo era agitato. MOLTO agitato.

Innanzitutto, come caspita gli era venuto in mente di invitare una persona a cena che il massimo che sapeva cucinare era la pasta fredda al tonno? E poi non aveva dormito affatto bene, ogni passo era pesante e sarebbe stata una fatica immane rassettare tutta la casa... ma ne sarebbe valsa la pena. Tanto il messaggio lo aveva già mandato.

Frank cercò di riordinare i pensieri, stilando una lista mentale delle cose che avrebbe dovuto comprare e di quelle che avrebbe dovuto svolgere, calcolando anche il tempo necessario che avrebbe impiegato per sistemarsi .

***

Tra preparativi e il fortunato ritrovamento del vecchio ricettario della sua prozia che gli aveva permesso di preparare una cenetta niente male, Frank era stanco ma si trattenne dalla tentazione di sonnecchiare un po'. Immaginava, anzi, conosceva le immagini raccapriccianti che avrebbe sognato, i suoni striduli e lamentosi, e non voleva che un altro incubo gli rovinasse quella che sarebbe stata una serata fantastica.

SLEEP- FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora