5.

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Quando mi sveglio, la mattina dopo, la prima cosa che faccio non è aprire gli occhi. La prima cosa è un respiro profondo, che mi riempie le narici del profumo di Mirko.

È ancora qui, penso.

Muovo appena la testa sul cuscino, ma quello che io credo essere un cuscino ha una consistenza ben più rigida del previsto. Muovo il braccio, che ho portato in avanti, solo per sentire che sotto alle dita non ho la soffice trama del materasso, ma un tessuto diverso. Più caldo.

Spalanco gli occhi.

Sono appoggiata sulla spalla di Mirko, che mi circonda il collo con un braccio, e ho la testa sul suo petto.

Resto immobile, senza più nemmeno respirare. Quando mi sono messa così? È stato stanotte? No, quando mi sono addormentata ero al mio posto, ne sono sicura… E ora, se mi muovo lo sveglierò… e se si sveglia e mi trova qui attaccata a lui?

Quasi come se mi rispondesse, Mirko si muove un po'. Ha ancora gli occhi chiusi e credo stia dormendo, ma nel sonno sposta un po' il braccio che mi tiene stretta e mi avvicina di più a sé. Poi, muovendosi sul fianco, allunga l'altro braccio fino a raggiungermi la vita con la mano libera.

Ora sono completamente intrappolata.

Provo a rotolare su me stessa, girandomi dall'altro lato, per sgusciare via senza che lui se ne accorga, ma mentre mi giro sento che Mirko si muove ancora. Questa volta mi afferra con più convinzione e, trovandomi già girata di spalle, mi attira del tutto a sé finché la mia schiena gli aderisce al petto. Il suo braccio destro mi circonda ancora il busto e mi tiene stretta. L'altra mano si è spostata sulla mia pancia. Il suo profumo mi circonda e sento il suo respiro sul collo, proprio dietro l'orecchio.

Io, invece, non ho ancora ricominciato a respirare.

Forse dovrei svegliarlo e interrompere questa...cosa, ma resto in quell'abbraccio qualche altro secondo, assaporandolo.

Cucchiaio con uno sconosciuto: fatto.

Beh, non posso proprio dire che Mirko sia davvero uno sconosciuto, ormai. Questa notte mi ha parlato molto di sé, ed è stato bello capire da dove è nata quella quieta sicurezza che ora lo contraddistingue. Molti tormenti di quegli anni passati sono ancora dentro di lui, e questo si vede. Solo, ora Mirko li conosce e sa cosa fare con loro.

Un movimento alle mie spalle. Un sussulto. Mirko si è svegliato.
Lo capisco perché il suo respiro non è più profondo come prima e perché le sue braccia si sono irrigidite. Sta realizzando in che posizione siamo. E, anche se non lo vedo, so per certo che ora i suoi occhi sono spalancati.

Qualche istante dopo le sue braccia si staccano da me. Quello che mi teneva stretta si allunga sul materasso, liberandomi, e l'altra mano si sposta immediatamente dal mio fianco.

Quanto a me, che stavo fingendo di dormire, ora capisco che è il momento di fingere di svegliarsi.

Muovo un po' la testa, ma senza voltarmi. Sento il petto di Mirko che si stacca con decisione dalla mia schiena.

Mi sollevo sui gomiti, lasciandogli lo spazio per ritrarre il braccio che era ancora sotto alla mia testa. Poi, finalmente, mi volto verso di lui.

Mi aspettavo un po' di imbarazzo sul suo viso, ma quello che vedo è il sorrisetto di qualcuno che sa di averla fatta un po' grossa, ma che non se ne pente affatto. Di fronte a quell'espressione, scoppio a ridere.

Rotolo dalla mia parte di letto, affondando il viso nel cuscino.

«Ti sono finita addosso.»

Non lo sto guardando, ma da come risponde capisco che sta sorridendo beatamente.

Diviso in due // RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora