8.

353 26 24
                                    

Rientrate nel locale, Aurora comincia subito a tempestarmi di domande.

«Non mentirmi. Pensi che non l'abbia visto? Avevi le sue mani addosso. Scommetto che se fossi arrivata prima vi avrei visti baciarvi. Si può sapere chi è? Lo conosco? Da quanto lo vedi?»

«Au, ti prego, è un interrogatorio.»

«Ho appena cominciato. Allora chi è?»

«Possiamo rimandare queste domande a domani, almeno?»

Lei mi si piazza davanti, le mani sui fianchi. «Assolutamente no. Chi è

«Un ragazzo che ho conosciuto ieri a Milano.»

«E perché ora è qui, se ieri era a Milano? E soprattutto perché lo stavi baciando?»

«Ma perché dici che ci siamo baciati, se non l'hai nemmeno visto?»

«Perché hai le guance tutte rosse e le labbra pure. Il ragazzo è un po' cannibale. Oppure molto caliente.»

La seconda. Dio, mi sento male.

«Ti prego, dammi tregua per stasera. Ti racconto tutto appena posso, ok?»

Aurora ignora totalmente la mia proposta. «Perché non viene qui anche lui? Perché non si presenta?»

«Preferisce non farlo.»

«E perché?»

«Non lo so, e non sono né affari miei né soprattutto tuoi.»

Lei mi fulmina con lo sguardo, le mani ancora sui fianchi. Nello stesso istante, sento il cellulare vibrare nella borsa. Solitamente lo ignorerei, ma questa non è una sera come le altre, quindi lo prendo.

Messaggio Whatsapp.

Mirko
Con chi torni a casa?

Ecco.

«È lui, vero?» Aurora allunga la testa per cercare di leggere, ma sono più svelta a far sparire il telefono.

«Sì. Per favore, mi serve un minuto.»

Questa volta lei si arrende e si distanzia di qualche passo. «Ti aspetto al nostro tavolo» mi dice. Ma io sto già pensando a cosa rispondere, e non la sento.

Tu
Sono in macchina con i miei
amici. Ti vorrei salutare,
prima di andare.

Mirko
Torna a casa con me.

Tu
Non posso, sono con loro...

Mirko visualizza ma non risponde. Torno al tavolo dagli altri, e ignoro lo sguardo insistente di Aurora. Per un po' rimaniamo tutti lì, semplicemente a bere e a scherzare, ma verso mezzanotte i miei amici decidono di tornare in pista. E io li seguo, anche se controvoglia.

«Lui dov'è?» mi chiede Aurora. «Se n'è andato?»

Vorrei saperlo anch'io.

«Penso proprio di sì» dico. E lo cerco con lo sguardo in tutta la sala, ma di lui neanche l'ombra. Se n'è davvero andato così, senza dirmi altro?

La musica mi rimbomba nel petto e io provo a ballare e basta, e a non pensarci, ma è impossibile. Se solo decido di farci caso, sento ancora il suo sapore sulle labbra. Ricordo il suo profumo come se lo potessi respirare anche adesso. E questo mi fa incazzare. Perché dopo quello che è successo lui è sparito così, nel nulla!

Chiudo gli occhi per concentrarmi sulla musica, ma poi mi sento di nuovo afferrare dai fianchi. Volto di scatto la testa e incrocio lo sguardo di Mirko. È proprio dietro di me. Mi sorride, vedendomi sobbalzare, ma non si sposta.

«Rischi grosso se fai così» gli dico. «Il mio gomito è sempre pronto alla difesa.»

«Ottimo, perché ho visto che molti ragazzi qui non rispettano le distanze.»

«Mi osservavi?»

Lui fa un sorrisino, ma non risponde. In compenso viene ancora più vicino e inizia a muoversi con me, che sto provando a ballare.

Asseconda i miei movimenti e io seguo i suoi, lasciando fare all'istinto. E per un po' la cosa funziona pure bene. Finché non lo sento avvicinarsi con le labbra al mio orecchio.

«Ti dispiace che non me ne sia ancora andato?» mi provoca, parlandomi tra i capelli.

Ho chiuso di nuovo gli occhi.

«Volevo proprio vedere se avresti deciso di andartene senza dirmi nulla.»

«Non l'avrei mai fatto.»

Senza interrompere il nostro ballo, Mirko fa in modo di portarsi di fronte a me. Lo sento appoggiare la testa alla mia. Poi si stacca e mi sfiora il viso con la punta delle dita, sulla tempia, e sulla guancia, e io capisco che è il suo modo di chiedermi di aprire gli occhi.

Lo faccio, e mi ritrovo a fissare i suoi a una distanza decisamente ravvicinata.

«Pensavi davvero che me ne sarei potuto andare senza dirti altro?» mi chiede serio.

«Sì. Eri sparito.»

«Dopo quello che abbiamo combinato là fuori?»

Smetto di ballare, e lui con me, ma non aggiungo altro. In risposta al mio silenzio Mirko scuote la testa, e per qualche istante restiamo così, fermi, l'una nelle braccia dell'altro.

Poi, con la coda dell'occhio, mi accorgo che Aurora è a pochi passi da noi.
Ci sta guardando, e io so già cosa sta per accadere. Tempo due secondi e...

Infatti.

«Ciao» si avvicina, guardando Mirko. «Ti conosco?»

Lui si stacca da me ma la sua mano resta sulla mia schiena mentre, con l'altra, si presenta ad Aurora.

«Sono Mirko» risponde. E poi, subito: «Ho chiesto a *** se la posso accompagnare a casa.»

Aurora sposta lo sguardo su di me, che l'ho già spostato su di lui. Le mie sopracciglia sono pericolosamente sollevate. Questa non me l'aspettavo.

«E quindi?» mi fa Aurora, con l'aria di chi ha già capito tutto.

«Quindi gli ho detto di no, perché torno con voi» faccio notare io.

Mirko mi dà un pizzicotto sul fianco. Ora sì che gli tirerei una bella gomitata.

Aurora ci guarda, nota la mano di Mirko che solo in quel momento si stacca da me, e poi mi fissa negli occhi. Non so cosa le stia passando per la testa, ma lo capisco l'istante dopo.

«Abbiamo un posto in meno» mi dice, con uno strano sorriso. «La sorella di Micheal torna in macchina con noi, è troppo ubriaca per andarsene con qualcuno che non la porterebbe a casa e lei nemmeno se ne accorgerebbe e finirebbe per svegliarsi nel letto di qualcun altro senza nemmeno sapere se... Beh, avete capito.»

Mirko sbatte lentamente le palpebre, senza dire una parola, e io sgrano gli occhi.

«Mi stai dicendo che...»

«Sì» taglia corto Aurora. Poi si gira verso Mirko. «Grazie, te la affido eh. Comportati bene o giuro su Dio che ti ritrovo e ti taglio le palle.»

Un altro rapido battito di ciglia di Mirko, mentre Aurora gira sui tacchi e se ne va.

«Ti vuole bene» commenta lui, dopo qualche secondo di stordimento da parte di entrambi. E lo dice seriamente.

«A volte è molto protettiva» tento di spiegare, lo sguardo fisso sul punto in cui Aurora è appena sparita.

Lui mi passa di nuovo un braccio attorno alla vita, voltandomi verso di sé. «Ma a quanto pare ho la sua approvazione, quindi posso fare il tuo autista.»

«Ha detto che ti taglierà le palle se non ti comporti bene, questo l'hai sentito?»

Mirko mi lancia un'occhiata di sfida. «Certo. Ma non mi preoccupa. La mia coscienza è assolutamente pulita. Sei stata tu a baciarmi per prima, io sono sempre stato un angelo


~~~

~~~


Spazio autrice:
Capitolo un po' breve perché di passaggio, ma spero vi sia comunque piaciuto. Il prossimo sarà più lungo, promesso! ❤️

Diviso in due // RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora