7.

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Questa sera ho un compleanno in un locale.
Passo metà giornata a scrivere e l'altra metà a decidere cosa mettermi, alternativamente. Alla fine scelgo un abito nero semplice, anche se piuttosto aderente, ma per l'occasione ci sta.

Proprio mentre sto per andare a fare la doccia, il mio telefono squilla.
E non posso non rispondere.

«È bello vedere che ti sei ricordata di avvisarmi all'arrivo.»

Ops.

«Ciao, Mirko. Non ti ho dimenticato.»

«Lo so, mi hai solo ignorato. Forse nell'ultimo messaggio ti ho fatto una domanda troppo difficile.»

Giocherello col barattolo dello shampoo, senza trovare niente da dire.

«Non sono arrabbiato» precisa lui. «Cioè sì, forse prima un po' lo ero. Che stai facendo?»

Registro il rapido cambio di argomento, e ne sono sollevata.
«Mi stavo preparando per uscire, stasera ho una festa di compleanno» rispondo.

Dall'altra parte del telefono scende il silenzio.

«Di una mia amica. Festeggiamo in un locale, qui nella mia zona.»

Ancora silenzio. Cosa sto dicendo di male?

«Ci saranno un po' tutti i miei amici e poi... Non penso farò tardi, ma domani non lavoro quindi in realtà potrei. Ma ci sei?»

«Sì. Dov'è questa festa?»

Gli dico il nome del locale, anche se dubito lui conosca così bene la mia città. Sta solo cercando di fare conversazione.

«Senti, riguardo stamattina...» inizio, cercando le parole. Forse sto per peggiorare le cose, ma non ce la faccio a far finta di nulla. «Mi dispiace di non averti più risposto. Odio fare così. Ma mi hai messo un po' in crisi.»

Dall'altro lato scende di nuovo il silenzio.

«Non è… Sono stata bene con te. Anche troppo.»

«Esiste un troppo?»

«Non lo so. La smetti di fare domande difficili?»

Lo sento ridacchiare.

«Tu hai da fare stasera?» cambio di nuovo discorso. Per un attimo penso che non sarà sufficiente a cavarmela, ma Mirko si dimostra più tollerante del previsto. Accetta la mia nuova fuga e mi parla di quello che sta per fare. Questa sera si vede con degli amici anche lui, dice.

«Mi metto in macchina tra pochissimo» termina poi. «Quindi ti stai preparando, dicevi. Hai già deciso cosa metterti?»

«Un vestito nero. Come la mia anima» scherzo, ma neanche troppo.

Un'altra breve risata. Quando riprende a parlare il suo tono di voce si è raddolcito. «Quella non è nera. Oggi è un po' grigia, forse. Ma fino a stamattina non lo era.»

«Di che colore era, fino a stamattina?»

«Di un bianco purissimo. Con qualche sprazzo di blu, di tanto in tanto.»

Ammutolisco. Lui attende, lasciandomi il tempo di capire.

«Come fai a dirlo?» gli chiedo poi. «Sai pochissimo di me.»

«So abbastanza. E spero che il grigio si tolga di mezzo, perché quel bianco e quel blu li vorrei vedere ancora.»

Questa volta mi ci vuole molto più che una manciata di secondi per realizzare davvero che cosa mi sta dicendo.

«Divertiti stasera» termina, dopo aver atteso una risposta che non può arrivare. «E fa la brava.»

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Diviso in due // RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora