Per la terza volta in due giorni mi ritrovo nella macchina di Mirko. Stavolta, almeno, lui è del tutto vestito.Questa sera indossa dei jeans neri e una felpa bianca, che gli sta davvero molto bene.
Un angelo, sì. Un angioletto con la coda.
«Senti, angelo» gli parlo scherzando, «Non ti ho ancora detto dove abito e tu hai già scelto la strada. È un sequestro di persona?»
Si morde appena il labbro inferiore, e sorride. Non risponde.
«Seriamente, dove stai andando? Casa mia è da tutt'altra parte.»
«Non è neanche l'una del mattino. È presto. Non lavori domani, no?»
Prende una via a sinistra, con aria estremamente soddisfatta, ma di colpo si volta verso di me, incerto.
«È perché hai qualcuno che ti aspetta a casa? Qualcuno che si preoccupa?»
Non so se essere più divertita o intenerita da questo suo dubbio.
«Vivo da sola» gli dico. «Nessuno a cui rendere conto.»
«Bene» commenta lui. «Perché è un peccato perdersi il cielo di questa sera.»
Vedo che sta prendendo la strada per i colli.
«Che intenzioni hai?» chiedo cautamente.
«C'è un posto, su queste colline, dove si vede tutto il cielo. Ci sono passato per caso una volta, qualche anno fa, e non l'ho più scordato. Quando ho saputo che abitavi qui mi è venuta voglia di venirci con te» ammette candidamente.
Il mio cuore salta un battito. Ok, sono intenerita, è ufficiale.
Calma, lo conosci da due giorni, mi fa notare il mio cervello. Tecnicamente un giorno e mezzo.
«Devo solo ricordarmi bene dove si trova» prosegue lui.
«Forse so di che posto parli» dico a quel punto. «Ci sono stata anch'io. È bello. Cioè, è un posto da coppiette, però è carino.»
Lui mi guarda con la coda dell'occhio. «Coppiette» ripete, come per sottolineare il concetto.
Gioco distrattamente con le mie chiavi di casa. Le avevo tirate fuori dalla borsa appena sono salita in macchina, come prova della mia intenzione di filare a casa a riflettere sulla serata. Ma a questo punto direi che rifletterò più tardi.
«So bene la strada» confermo. «Alla prossima gira a destra».
Lui mi fa cenno di aver capito, ma improvvisamente gli si spegne il sorriso.
«Con chi ci sei stata?» mi chiede a bruciapelo, dal nulla.
Mi volto cautamente nella sua direzione. Che cos'è, semplice curiosità? O una specie di gelosia retroattiva? Non ho tempo per scegliere la risposta, però, perché Mirko scuote la testa come per togliersi un pensiero di dosso, e parla ancora.
«Non sono affari miei. E comunque non importa» mi dice.
Per la prima volta mi rendo conto di non essere l'unica persona, in questa macchina, ad avere delle paure. E questo mi fa stare molto meglio.
«Importerebbe, se questa persona fosse ancora in contatto con me» gli dico allora. «Ma non lo è. Ho fatto in modo che si allontanasse, definitivamente, molto tempo fa».
Mirko annuisce, la fronte corrugata. «Volevo sapere proprio questo» conferma. «Non mi piacciono le situazioni a metà, né nella mia vita né in quella delle ragazze che...» si interrompe, scegliendo molto bene le parole da dire. «...che faccio... che decido di... che entrano nella mia vita.»
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Diviso in due // Rkomi
Fanfiction"Usa questo numero tutte le volte che vuoi". A scrivere questa frase, su un tovagliolino di un bar, è Rkomi. Ma lei non lo sa. Lei pensa di aver conosciuto soltanto un ragazzo di nome Mirko... E quando la sera stessa avrà bisogno di aiuto, il numero...