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Mirko segue Valentina fuori dal bungalow per raggiungere la macchina, e anch'io esco dopo di lui, ma restando in disparte.

Da quello a fianco stanno uscendo gli altri ragazzi della band: il chitarrista e il tastierista si tengono stretti i loro strumenti e cercano di proteggerli dalla pioggia, ma è un'impresa impossibile, perché questo maledetto diluvio non accenna a smettere.

Assieme a Mirko, attendono l'ok da parte della sicurezza. Poi, veloci, oltrepassano il cancello ed escono nella piazzetta di fronte al palco, dove sono rimasti ancora molti fan in attesa. Non ci vuole molto prima che vengano notati, lo sento perché le persone lì fuori iniziano a urlare.

«Mirko! Mirko!»

Raggiungo anch'io il cancello e resto dietro di loro, guardandoli andare velocemente verso la strada. Fermarsi a salutare i fan, adesso, sarebbe impossibile per loro, ma le persone che li circondano stanno cercando di bloccarli per chiedere una foto o un autografo. Vedo molta gente andare verso di loro e accerchiarli, e gli uomini della sicurezza provare a tenerli distanti.

Ma dov'è la macchina che dovrebbe riportarli in hotel?

Sulla strada ci sono diverse auto di persone venute a recuperare figli, figlie o amici dopo il concerto, i fari si specchiano nelle pozzanghere, il rumore dei clacson si unisce alle grida di chi riconosce Mirko e lo chiama.

Per qualche istante lo perdo di vista, in quella folla. Lo cerco con lo sguardo ma vedo solo macchine, ombrelli, e gente che si sposta velocemente. E poi lo rivedo: mi passa davanti correndo. Sta andando nella direzione opposta, verso l'altro ingresso. Corre sotto la pioggia, con la gente che gli corre attorno e gli altri della band che gli corrono dietro.

Tra i fan è il delirio, perché ormai tutti si sono accorti che lui è lì. La squadra della sicurezza prova ancora ad allontanarli ma sono troppi, cercano tutti di avvicinarsi, di raggiungerlo, di fermarlo.

Quando Mirko riesce ad arrivare alla macchina - parcheggiata davanti al secondo ingresso, a fianco a quella dei carabinieri - ci si getta dentro proprio mentre le persone attorno stanno per raggiungerlo. Chitarrista e batterista lo seguono, ma il tastierista resta fuori, scoprendo solo in quell'istante che i posti per loro, su quella macchina, sono soltanto tre.

Com'è possibile che non abbiano pensato a lui?

Alcuni fan si avvicinano ai vetri dell'auto per salutare Mirko e chiamarlo, e lui ricambia i saluti, ma non può trattenersi dal gettare qualche occhiata nervosa dal lunotto posteriore, verso la strada dove il tastierista sta già facendo un rapido dietrofront. Lo cerca con lo sguardo, vedendolo sparire tra gli ombrelli e la folla di persone, forse diretto verso un'altra macchina.

«Mirko! Mirko!» chiamano ancora le persone attorno all'auto, ormai accalcate sui vetri.

Mirko, però, sta sempre guardando verso il punto dove il tastierista è sparito, finché la sua macchina parte velocemente.

Stringendomi nella felpa che mi ha dato, che profuma tantissimo di lui, mi rifugio di nuovo sotto a un chioschetto, pensando a quello che ho appena visto.

~~~


Il taxi, che viene a recuperarmi poco dopo, mi porta all'indirizzo che Mirko mi ha scritto su Whatsapp.

L'Hotel è un Best Western a pochi chilometri di distanza, e quando arrivo vedo subito che Mirko è nella hall. Vicino a lui c'è quasi tutta la sua squadra: la band, Valentina, e qualcun altro della produzione, immagino. Stanno discutendo animatamente, e anche il tastierista è con loro. È visibilmente agitato. Mirko, invece, sta ascoltando in silenzio.

Io resto bloccata, ferma fuori dall'ingresso, un po' in disparte. Non posso semplicemente entrare e presentarmi a tutti. Non lo farei nemmeno in condizioni normali, figuriamoci in un momento così.

Diviso in due // RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora