capitolo 8: villa Perez

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𝗋𝖾𝗏𝗂𝗌𝗂𝗈𝗇𝖺𝗍𝗈

-promettimi che starai attenta e qualsiasi cosa succeda mandami un gufo- mi disse JJ alla stazione stringendomi in un abbraccio 

-certo che lo farò- dissi staccandomi e dandoli un bacio sulla guancia 

il suono del treno iniziò a farsi sentire e trascinai il borsone con me dando un ultimo saluto a JJ. 

Questo pomeriggio sono dovuta partire per tornare a casa in modo che arrivi in "anticipo" da mio padre. Da quando ho rimesso la collana al collo mi ha dato una scarica come punizione e una voce mi ha sussurrato "non levare quello che ti rende forte" anche se in compenso ora ho una leggera cicatrice intorno al collo... per fortuna è lieve e la collana la copre. 

Arrivo sul treno e trovo una cabina vuota, dove posizionai le mie cose e mi sedetti prendendo tra le mani il libro, che stavo leggendo al castello. Non ho nemmeno salutato nessuno... sono qui da un bel po' di settimane e ancora devo legare con tutti... ma non credo che loro  vogliano legare con me. 


Mi alzo di colpo sentendo il fastidioso suono delle rotaie e una voce che grida l'arrivo nel mondo dei babbani.
Attraverso il muro e arrivo a Londra dove fuori la stazione mi attende una macchina nera con un maggiordomo e il cognome "Perez" inciso sul cartello. Arrivo davanti e lui mi prende il borsone caricandolo dietro una macchina e aprendomi la portiera. 
Si mostra una "mini limousine" se così che si può chiamare. Ci entro dentro senza fiatare. 

-ben tornata signorina Perez, suo padre non vedeva l'ora del suo arrivo- mi dice il maggiordomo una volta arrivati e varcato il cancello della villa Perez.

Scendo dalla macchina e l'imponente villa di un grigio chiaro mi si pone davanti.
Sono antipatica se dico che questo posto non mi è mancato?
Appena le porte dell'ingresso si aprono il sangue mi si gela nelle vene, la figura di mio padre è davanti a me che mi fissa dalla ringhiera del piano di sopra. 
Lo sguardo sempre freddo, trasparente e la postura rigida e calma. 

-figliola- disse roco tra l'ombra ma pian piano scese le scale -vedo che il mio invito non è tardato a destinarsi e non è stato declinato- continuò a dire finendo di scendere le scale e arrivando davanti a me -il maggiordomo ti riaccompagnerà nella tua camera dove trascorrerai la notte... domani sera verranno gli ospiti del Signore Oscuro e tutti i suoi amici. Sarei felice che gli ospiti si congratulassero con me per la tua presenza e non per la tua mancanza di rispetto- chiese questa volta pungente come una lama di sangue -domani mattina vai in centro dai babbani e trovati un abito adatto alla serata-

 i suoi occhi tramutavano un senso schifato, ma poi divennero rossi come la morte in persona e pian piano vidi che si avvicinò a me. Un lieve fiato corto uscì dalla mie labbra, il cuore pregava di non avere qualche punizione mentre la sua mano iniziò a toccare il mio ciondolo per poi spostarlo e passare le sue mani sulla lieve cicatrice sul collo che mi aveva procurato, precedentemente,  la collana

-la prossima volta che osi toglierla sarà più forte di quanto pensi- disse prima di sentire le sue unghie tracciare quella cicatrice procurando un taglietto e sentendo una goccia di sangue cadere sul pavimento in marmo bianco -ora va nella tua camera... ci vedremo domani a colazione- disse infine  ritornando alla posizione rigida

lo sorpassai e corsi verso la scalinata dove trovai la mia camera. Mi ci chiusi dentro e mi misi con le spalle alla porta facendo scivolare il mio peso e sentire delle lacrime rigare dolcemente il volto

-ancora per poco- sussurrai -ancora per poco- mi ripetevo senza sosta, portando le gambe al petto e cercare di respirare 

Io con mio padre non ho mai avuto un rapporto, solo quando c'era mia madre e Vall. Ma da quando non ci sono più... non fa che darmi ordini come una pasta che lui vuole modellare. Io aspetto solo i miei 18 anni e spero di non prendere il suo potere o non avrò via di fuga

il mattino seguente 

mi sveglio e mi ritrovo a terra davanti alla porta con ancora la foto tra le mani che avevo preso nel mio libro e il borsone a pochi metri di me. Mi alzo da terra e mi butto in doccia. Dopo un bel bagno caldo, che mi aveva eliminato le lacrime sul volto, prendo le prime cose carine e calde nella borsa e me le metto: gonna di marroncino chiaro, un maglione a collo alto nero, cardigan pesante grigio e li stivali alti in pelle. Fuori iniziava a fare freddo, essendo a metà ottobre, e l'aria fresca si fece sentire non appena aprì la finestra per cambiare aria. Lego i capelli in una coda e faccio cadere delle ciocche davanti... per poi prendere la borsa col necessario e scendere a fare colazione. 

Regola in casa mia? se non è arrivato mio padre a tavola non posso mettermi seduta

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Regola in casa mia? se non è arrivato mio padre a tavola non posso mettermi seduta.
Attendo il suo arrivo a tavola in piedi, tavola è a dir poco... volevo dire la lunga tavola in legno di quercia che si presenta in sala da pranzo. Dei passi suonano pesanti dalle scale segno che mio padre sta arrivando. Subito dopo varca la soglia, abbasso lo sguardo in segno di "inchino" e appena lui si siede alla parte opposta della tavolata fa cenno a me di sedermi, mentre la governante mi serve latte e caffè. 

-questa sera saremo molti ospiti- disse mio padre interrompendo il silenzio brusco fra di noi mentre sorseggia del caffè -ci metteremo nella sala d'inverno, quella vicino alla vetrata che si affaccia fuori.. sarà una specie di "ballo" se si può dire. Il signore Oscuro non perde tempo con le sue "feste". Scenderò prima io dalla scalinata e arriverò nella sala dopo scenderai tu. Cerca di essere decente e non farmi fare figure- disse infine per poi finire il caffè e alzarsi -io sarò in studio tutto il giorno- e scomparì dalla porta per poi dirigersi nello studio nella parte opposta della casa. 

una lunga lacrima silenziosa, riga il mio viso, non per paura o timore... ma per come quegli occhi mi guardavano schifata mentre annunciava il programma di oggi. Non so come ho fatto a superare tutti questi anni con lui, ma una cosa la so: non posso deluderlo o la collana non mi lascerà in pace. 

𝑇h𝑒 𝑑𝑎𝑢𝑔h𝑡𝑒𝑟 𝑜𝑓 𝑡h𝑒 𝑑𝑒𝑣𝑖𝑙 / 𝑀𝑎𝑡𝑡h𝑒𝑜 𝑅𝑖𝑑𝑑𝑙𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora