𝐒𝐄𝐃𝐈𝐂𝐈

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𝐂hristian era seduto sull'altro capo del divanetto da ormai un paio di minuti, e fissava il pavimento.
Entrambi erano consapevoli di dover dire qualcosa, le loro anime bramavano la verità, i cuori gridavano ma loro tacevano, troppo timidi e spaventati di affrontare l'altro.

Dopo quelli che erano sembrati secoli, dopo che erano parsi due sconosciuti seduti su una panchina nel medesimo parco, che nemmeno si guardavano, nemmeno si parlavano, Desiree prese la parola.
Se non osa una ragazza di neanche vent'anni, chi mai dovrebbe farlo?

«Ti ricordi... - iniziò, e si rese conto solo in quel momento della voce roca, dovuta al fatto che era rimasta in silenzio per un po'. Si schiarì la gola e riprese, sentendo bruciare sul cappuccio ancora calato lo sguardo di Christian, che si era posato lì non appena lei aveva cominciato a parlare - ti ricordi quando mi hai chiesto se fossi innamorata di lui? Che poi ti ho risposto 'forse no, ma chissà se riuscirò mai ad innamorarmi davvero'... te lo ricordi?»

Christian annuì, continuando a fissare il cappuccio sperando che o lei se lo togliesse o che si voltasse verso di lui. Ma mentre pronunciava quelle parole non fece nessuna delle due cose, perciò fu costretto a ritrovare la voce e dire 'Sì' affinchè lei sapesse che l'aveva ascoltata.

«Ecco, io... ho capito che non ero innamorata. - sentenziò, facendo delle pause nel tentativo di trovare le parole giuste che, tuttavia, sembravano non esserci - Non provavo certe emozioni che a quanto pare si provano quando si è invaghiti di qualcuno. L'ho capito qui, perchè c'è chi mi ha aiutato ad andare avanti, a proseguire e a dimenticare quella... relazione

Si sentì improvvisamente spoglia, e capì che la mano di Christian le aveva tolto il cappuccio del giubbino dalla testa, esponendola alla realtà che aveva paura di affrontare. Inevitabilmente si voltò per guardarlo, e lo vide che la osservava quasi abbagliato, con i suoi occhi, ora più color nocciola ora più verdastri, colmi di sicurezza che per anni lei aveva cercato ma che mai aveva trovato. Notò che il ragazzo si stava mordendo leggermente il labbro inferiore, e con ingenuità pensò fosse per l'ansia di sapere ciò che lei stava per dirgli, ma appena si rese conto di essere stato colto in flagrante rilasciò il labbro insieme ad un sospiro di tensione, provocata dal fatto che lei avesse smesso di parlare e che lo stesse guardando con quelle pozze scure che ogni volta gli facevano venire le vertigini.

Non devi pensare, non più. Le cose belle sono quelle che si fanno spontaneamente, senza essere pensate.
Le parole di Albe bussarono alla porta della sua coscienza mentre Desiree si rese conto di essere, per la seconda volta nel giro di pochi giorni, a pochi centimetri da lui e dalle sue labbra.
Lanciò loro un'occhiata e si accorse di desiderarle, allo stesso in cui le desiderava lui, che più discretamente si stava limitando a guardare la ragazza nella completezza del suo viso dolce, sottile e puro.

Desiree era certa di non poter fare tutto da sola, e aspettò un segnale, che sperava con tutto il suo cuore arrivasse. E arrivò, quando Christian allungò la mano per spostarle i capelli dal viso, che le erano ricaduti davanti in modo un po' disordinato dopo che lui le aveva tolto il cappuccio, azione verificatasi pochi secondi prima ma, per entrambi, sembrava fosse accaduta almeno da qualche ora per quanto l'intensità dei loro sguardi aveva fermato il tempo, variandone la loro soggettiva percezione.

La ragazza intese che quello fosse il segnale che stava attendendo, e mentre le dita del ballerino che le avevano scostato le ciocche bionde indugiarono ancora sulla sua pelle morbida, incapaci di staccarsene, Desiree fece la prima mossa, allungando il collo verso di lui e posando le proprie labbra sulle sue.

Dapprima Christian rimase rigido, colto impreparato a tal punto che allontanò pure la mano dal suo volto quasi spaventato, facendo quindi ritrarre leggermente la cantante, confusa e al contempo un po' ferita.
Prima che il suo cuore stesse per essere spezzato completamente a causa di quell'apparente rifiuto, Christian reagì prendendo coscienza della situazione e del fatto che sì, lei lo voleva e no, non avrebbe sbagliato come aveva tanto temuto.

𝐂𝐈𝐂𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐈 || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora