𝐃esiree non si aspettava certo che andasse così. Forse in parte, ben sapendo che l'umore di Christian non era del tutto positivo. Sapeva di essere stata dura con lui, eppure non aveva previsto una reazione così schietta da parte sua, non dopo tutto quello che c'era stato tra loro.
La ragazza pensava forse la metà delle cose che aveva detto, ma l'unica cosa su cui era certa era che non riconosceva più il ragazzo di cui si era innamorata: cos'era successo al Christian di settembre? Perché voleva essere così chiuso, così riservato, così cocciuto dopo che anche lei aveva passato lo stesso periodo di isolamento?
Aveva detto che il fatto che non stesse bene era un accumulo di cose: effettivamente, che fattori erano stati ad aver portato ad una simile reazione?Desiree non sapeva spiegarselo, e in quel momento nemmeno voleva: era talmente alterata per il comportamento di Christian che non voleva indagare ulteriormente, dato che lui stesso le aveva impedito di aiutarlo; non si rendeva conto che se stava male lui, c'erano persone che stavano peggio, tipo lei? Come faceva a non aver ancora capito che a vederlo prosciugato a quel modo, lei si sentiva impotente, triste e di malumore?
In che lingua doveva dirgli che lo amava e che non avrebbe mai voluto vederlo così, affinché lo capisse?«Non volevo farvi litigare.»
Albe si avvicinò al suo letto e la guardò con un sorriso amaro, prima di sedersi sul letto vicino a lei.
«Non é colpa tua Al. - fece lei a testa bassa - Anzi, mi hai fatto notare che qualcosa non andava. La colpa del litigio é mia, non sapevo cosa stessi dicendo. Non so cosa mi é preso, ero solo...»«Eri solo molto in preda alla paura che lui se ne vada davvero. - le suggerì Albe spostandosi i capelli dagli occhi dato che gli erano ricaduti su di essi quando si era abbassato un poco con il capo per guardare in viso l'amica - Ed é normale, non pensavi davvero quelle cose che stavi dicendo e sono sicuro che lo sa benissimo anche Chri.»
La bionda storse il naso.
«Mh, sai che invece non ne sono così certa? Lui era così... non so, sembrava così cosciente, così sicuro di ciò che stava dicendo. E a questo punto, mi domando se ci sia mai stato un attimo, uno solo, in cui parlassimo la stessa lingua, in cui fossimo sulla stessa lunghezza d'onda.»Albe sbuffò esasperato dandole una spallata.
«No dai vecia, non iniziare a fare la paranoica. Non é che visto che avete avuto una mezza discussione ora é come se non ci fosse mai stato nulla tra voi, per favore! - esclamò quasi seccato - I litigi ci sono spesso, per delle incomprensioni stupide e anche per situazioni pesanti, ma se c'é la volontà di risolvere le cose fidati che un modo per tornare l'una dall'altro lo trovate eccome.»Desiree sospirò, alzandosi dal letto e voltando il capo per non mostrarlo ad Albe.
«Grazie Al. Ora... ora devo andare da Anna, ci vediamo dopo.»Uscì dalla camera a passi pesanti e si avvicinò all'appendiabiti per prendere il giubbotto nero della Freddy, che infilò da una manica sola uscendo dalla casetta e che si sistemò nel tragitto fino alla sala due dove aveva un colloquio con la sua insegnante per fare il punto della situazione, predisporre un programma di canzoni da preparare in vista del Serale e parlare anche di inediti. Desiree ne aveva infatti presentato uno da poco, ma anche a causa degli ultimi avvenimenti che avevano rivoluzionato le sue giornate in casetta si era ritrovata la sera a scrivere come sempre faceva quando doveva sfogare tante emozioni. Nel giro di due sere aveva scritto una canzone che giunta a quel punto avrebbe voluto quindi presentare al pubblico - e non solo -, comunicando tramite ad essa un messaggio emotivo parecchio forte. Odio le favole, così si chiamava, era quindi passata in testa alle altri due inediti incompleti che aveva in bozza, diventando la sua unica priorità.
«Eccola qua, la Sirenetta. - esclamò Anna non appena la sua allieva ebbe varcato la soglia. La chiamava così poche volte, quando era estremamente di buon umore, perché come più volte aveva detto riteneva la voce di Desiree ipnotizzante quando cantava in un modo del tutto simile al canto delle sirene, e seppur la ragazza ritenesse piuttosto imbarazzante il nomignolo sapeva che la sua insegnante l'avrebbe adoperato solo quando si incontravano loro due, o alla peggiore di usando vi era presente la vocal coach - Come stai?»
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𝐂𝐈𝐂𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐈 || Christian Stefanelli
FanfictionDesiree ha trovato nel canto il suo posto sicuro dopo le terribili vicende passate che hanno profondamente modificato il suo carattere da ragazzina espansiva a giovane donna malinconica, a tratti fredda e distaccata dalla realtà che la circonda. L'o...