Ormai erano passate ora da quando T/N era uscita con la mia macchina. Quando ritornai a casa cominciai a litigare con mia madre, si era pure messa a piangere. Non volevo farla piangere, ma questa volta ha superato se stessa. Presi la mia roba e quella di T/N, caricai la roba nell'auto di mio padre e la portai a casa mia.
Chiamai per la millesima volta il numero di T/N e per la millesima volta solo la segreteria telefonica. Lanciai il telefono dall'altra parte del divano e mi buttai sul divano per pensare cosa potrei fare.
Proprio mentre penso, il telefono squilla, è Matteo.
M:ma che cazzo hai fatto a T/N. Mi ha appena chiamato dicendo le peggio cose su di te.-
F:hai parlato con lei, ti ha detto dove si trova?.-
M:si, ma non te lo dirò, vuole stare un po' da sola. Ora spiegami cosa è successo, se mai te lo dirò alla fine.-
Spiegai la situazione a Matteo almeno tre volte visto che non riusciva a capire. Alla fine mi disse dove si trovava, almeno ci provò visto che ne lui né lei erano del posto.Girai per almeno 5 parchi con vicino una gelateria, ma nessuna traccia di T/N. All'ultimo parco finalmente vidi la mia macchina parcheggiata (male) con dei ragazzi accanto che si facevano delle foto. Scesi di fretta e furia e mi diressi verso il gruppetto. All'inizio pensarono che fossi il proprietario della macchina e si spaventarono. Si in realtà lo sono, ma per ora il mio obbiettivo è quello di trovare T/N.
Entrai nel parco vicino alla gelateria e cominciai a cercarla. Dopo un po' di via e vai , la trovai seduta su una panchina mentre mangiava il suo cono di gelato ormai finito.
Andai verso di lei piano per non farmi sentire. Diverse emozioni si svegliarono dentro di me, soprattutto l'ansia. Ero molto ansioso della reazione.
Quando arrivai mi sedetti vicino a lei e la comincia a guardare. Stava con le gambe incrociate sopra la panchina che guardava il paesaggio (era quasi il tramonto, insomma erano le 18 del pomeriggio). Aveva il trucco sotto gli occhi un po' sbavato e il naso rosso, ciò vuol dire che ha pianto anche dopo che ci siamo lasciati davanti alla macchina.
Volevo cominciare a parlare, ma T/N prese parola prima di me.
T/N: sai perché non ti dò soprannomi? Perché il soprannome che ti meriti è "inutile". Tu sei un inutile ragazzo.- mi disse con tono neutro.
La guardai senza dire niente. Non riuscivo dire niente. Sapevo che se avrei aperto bocca l'avrei fatto solo per piangere, ma anche senza aprire bocca, sono crollato sulla sua spalla.Non riuscivo più a trattenere le lacrime.Lei non si scansò, rimase ferma immobile, ma sentivo che anche lei stava piangendo perché singhiozzava. Dopo qualche minuto, si alzò in piedi. Prese un fazzoletto dalla borsa e me lo allungò verso la mia direzione. Cominciai a pulirmi le lacrime e il naso e mi alzai. Neanche quando abbiamo vinto gli europei ho pianto.
T/N: è vero, sei un inutile ragazzo, ma sei il mio inutile ragazzo. Non mi farò condizionare da tua madre, scusami, ma non accetto il suo comportamento.
F: non m'importa tanto di mia madre, l'importante per me ora sei tu.-***
Quando tornammo a casa, la mia casa, la prima cosa che facemmo era quella di dormire. Non avevamo riposato neanche un po'ed era arrivato l'ora di cena, ma eravamo troppo stanchi. T/N si addormentò sulla mia spalla, lo capì subito perché il suo respiro cominciò a farsi più pesante. Io ero ancora sveglio a pensare come avrei potuto risolvere questa faccenda di mia madre e Chiara, ma cominciai a sentire le palpebre più pesanti finché non cominciai a vedere nero.
Mi sveglia con un buon odore dolce che arrivava dritto nelle mie narici. Apri pian piano gli occhi e la prima cosa che notai e che T/N non era più nel letto.
Mi alzai ed andai in bagno per sciacquarmi la faccia. Dopo aver fatto i miei bisogni, scesi in cucina, e come pensavo, T/N stava preparando la colazione. Mi avvicinai a lei piano senza farmi sentire e le strinsi la vita dandole un bacio sulla guancia. Lei si scansò, feci una faccia strana.
F: perché ti sei scansata?- le chiesi mentre mi avvicinavo di nuovo.
T/N: ti sei lavato i denti?- mi domandò e immediatamente mi portai una mano davanti alla bocca per odorarmi l'alito.Un po'aveva ragione, non aveva un buon odore. Di corsa mi fiondai al bagno del piano di sopra per lavarmi i denti. Dopo essermi assicurato per bene che l'alito avesse un buon odore ritornai al piano di sotto di fretta e presi T/N per i fianchi per baciarla.
Questa volta non si scansò, anzi, da un semplice bacio cominciò a diventare più passionale finché T/N non si staccò di fretta per tossire. Prese un fazzoletto e cominciò a tossirci sopra. Quando finì notai che il pezzo di carta era sporco di sangue, come la sua bocca.
T/N: è normale ha detto il dottore giù a Roma, -7 mesi.- disse scherzandoci sopra.
Spero con tutto me stesso che ci sia qualche cura al più presto, prima che il suo pancreas collassi del tutto.Dopo quel momento entrambi ci sedemmo a tavola per mangiare dei buonissimi pancake. I pancake sono i dolci, se così possiamo dire, preferiti di T/N. Ogni volta in hotel chiedeva i pancake, se non c'erano li ordinava dal Mc.
Dopo aver mangiato e sparecchiato il tavolo andammo a sederci sul divano per coccolarci un po'. Mentre guardavamo la TV, il mio telefono cominciò a squillare, sullo schermo apparve il nome di mia madre. Subito mi girai verso T/N e lei guardò lo schermo del telefono. Con un cenno mi disse di rispondere.
Parlamo per più di 10 minuti in cui si lamentava di T/N e che alla fine ci aveva invitato ad una cena stasera. Il problema, ci sarebbe stata pure Chiara.
Mi girai verso T/N che era presa a guardare Instagram.
F: mia madre ci ha invitato a cena stasera- feci una pausa per riprendere aria- se ci vuoi andare, ti averto che ci sarà anche Chiara.-
Subito il suo sguardo cambiò
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Un'amore nel pallone (fedexchiesa)
FanfictionDue "sorelle" partono con il padre Roberto Mancini, per allenare i ragazzi della squadra nazionale italiana di calcio. Federico chiesa. Numero 22 della nazionale e della squadra bianco nera che da anni domina Torino, è stato convocato per la prima...