Alatar il Blu

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    Emlinel strinse nuovamente i lacci dell'ampio mantello di Sillen, sospirando tristemente.
Legolas, accanto a loro, sollevò lo sguardo dalle cinghie della propria sella e si aprì in un sorriso dolce: -Te la riporteremo indietro sana e salva, naneth.-
Quella lo guardò di sfuggita e le sue parole, suo malgrado, si fecero amare: -Manterrai questa promessa come hai mantenuto quella di scrivermi?-
L'elfo storse la bocca in un'espressione sinceramente colpevole: -Perdonami... Non c'è giustificazione per il mio comportamento.-
Emlinel scosse la testa, mesta, e si rivolse nuovamente alla stella, accarezzandole la treccia nera che lei stessa aveva acconciato quella mattina.
Non aveva fatto domande quando, il giorno precedente, Sillen era corsa in camera in lacrime ma sapeva perfettamente che la causa di quello stato d'animo altri non era che il Re.
Il fatto che il comando del Palazzo fosse improvvisamente passato in mano al Principe Legolas ne era solo la riprova.
-Mi raccomando, state attenti.- Sussurrò.
Sillen prese le mani dell'amica fra le sue: -Grazie di tutto, mia dolce Emlinel. Custodirò il tuo ricordo nella mia memoria di stella fino a quando non tornerò da te, lo prometto.-
La dama comprese il significato sottointeso di quelle parole e trattenne a stento le lacrime, abbracciandola con slancio: -Mi mancherai moltissimo.-
Le posò un bacio sulla fronte e Alatar si avvicinò alle due donne, sfregandosi le mani per attirare la loro attenzione.
-Suvvia, non disperare cara dama. Si tratta solo di un viaggetto insidioso e di qualche battaglia all'ultimo sangue contro orde di orchi inferociti. Che sarà mai?-
Legolas gli rivolse uno sguardo di disapprovazione ma la voce divertita di Sillen lo prese in contropiede: -Non c'è problema, Principe Legolas. Preferisco la dura realtà, piuttosto che qualche menzogna poco utile.-
Lo stregone le sorrise e Legolas aggrottò le sopracciglia, seguendoli con lo sguardo mentre si dirigevano oltre i cancelli del Reame Boscoso fianco a fianco.
La stella sistemò gli stretti pantaloni di pelle dentro gli stivaletti, poi caricò la bisaccia dietro alla sella dello stallone baio di Elessar. Egli la raggiunse lentamente, guardandola di sottecchi. Fece per sistemare i finimenti già perfetti, con fare discreto, mentre le rivolgeva distrattamente la parola: -Non si è fatto vivo?-
Le mani dorate della stella si irrigidirono violentemente, strette attorno alla sacca davanti a lei.
Certo che non si era fatto vivo.
Thranduil si era rinchiuso nelle sue stanze rifiutandosi di vedere chiunque, ordinando di non essere disturbato con tanta perentorietà da precludere ogni possibilità di replica.
I tre viaggiatori avevano provato a cercare una spiegazione dalla stella ma lei si era limitata a dire che il Re non li avrebbe aiutati.
E nemmeno ostacolati.
Lei sapeva che non l'avrebbe fatto, per la semplice ragione che Thranduil aveva smesso di considerarla un suo affare.
Per lui, lei aveva cessato di esistere e questo le faceva più male di qualsiasi altra sua possibile reazione. Anche se era cosciente di quanto il Re degli Elfi potesse essere spietato, avrebbe di gran lunga preferito dover affrontare la sua ira, piuttosto che il suo silenzio.
Tuttavia, forse era davvero meglio così: schiacciata dalle proprie responsabilità, Sillen non poteva disobbedire ai Valar. Dunque, a conti fatti, si poteva convenire che scappare dai propri sentimenti fosse per lei la scelta più saggia.
Thranduil era arrabbiato, deluso e la odiava, però l'avrebbe dimenticata, ne era certa.
Cos'era stata lei se non una momentanea e scomoda novità nella vita di quel sovrano immortale?
Scosse la testa, sorridendo mestamente a Re Elessar.
Lui le posò una mano gentile sulla spalla, comprensivo.
-Andiamo. Il viaggio è lungo.-
A quelle parole, Sillen tormentò la propria treccia scura, lanciando occhiate preoccupare ai cancelli: -Ho già fallito parte della mia missione, Re Elessar. Gli elfi non mi seguiranno.-
Lui provò a ribattere ma l'altra strinse i pugni, soffiando tra i denti stretti: -E se non ce l'ho fatta qui, dopo essere rimasta per più di un mese, come posso riuscirci con gli altri popoli?-
Fu Legolas a rispondere, ritto in piedi dietro di lei: -Gli elfi dell'Ithilien combatteranno per te, Stella dei Valar. Ma tu non devi dubitare di te stessa, o lo faremo anche noi.-
Sillen lo ringraziò con un cenno della testa e si fece coraggio, lisciandosi la larga camicia candida sui fianchi.
Poteva farcela.
Finalmente, avrebbe varcato quei cancelli.
Allora perché si sentiva così vuota?
Intorno a loro, si era raccolta una piccola folla: elfi di ogni rango erano venuti dai più disparati angoli del Palazzo per assistere alla partenza della stella. Molti visi le erano estranei ma altrettanti le erano familiari. Uno fra tanti, quello di Galion: si scambiarono uno sguardo rapido, dispiaciuto da parte di lei e accusatorio da parte di lui, poi l'elfo sparì nella folla.
Elessar montò a cavallo, allungando una mano per aiutare la stella a salire, mentre Alatar e Legolas spronavano le loro cavalcature nel fitto della boscaglia.
Sillen si voltò un'ultima volta verso il Reame Boscoso che era stata la sua casa, le lacrime salate che minacciavano di scenderle dagli occhi d'ametista.
Poi, con un gesto risoluto, afferrò la mano di Elessar e montò in sella dietro di lui, stringendosi alle sue vesti per non essere sbalzata via mentre si addentravano nel bosco al galoppo, diretti verso Nord.
–Quanto dista il nido delle Aquile?- Chiese lei, assecondando il movimento dello stallone con sorprendente facilità.
–Circa una settimana, se viaggiamo sostenuti.-
Superarono il ponte di pietra, allontanandosi sempre di più dal gorgoglio rassicurante del fiume.
In quel momento, Sillen individuò del movimento tra i rami alla loro destra e si sporse per guardare meglio.
Su un albero, a pochi metri d'altezza, una figura sollevò una mano in segno di saluto: Felon.
La stella si morse il labbro inferiore, con una morsa al cuore che le impediva di respirare a fondo. Poco prima di essere inghiottiti dal sottobosco, vide un sorriso -malinconico eppure rassicurante- aprirsi sul volto dell'elfo gentile.

La Stella dei ValarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora