Tutti i principali comandanti degli eserciti alleati si riunirono alle porte di Minas Tirith, mentre i Nani avanzavano a ritmo sostenuto, disposti in fila strette e ordinate. Infine, l'imponente esercito si arrestò in fine di fronte alla città con un assordante cozzare metallico.
Sillen si era cambiata in fretta, felice di poter indossare i pantaloni di pelle scura della guardia e la bianchissima camicia dai delicati alamari argentati, sopra la quale aveva stretto un rinforzo addominale di placche in cuoio scuro. Allacciata in vita, portava la spada elfica donatale da Legolas.
Il suo aspetto rispecchiava finalmente il suo ruolo di guerriera.
La sua realtà stava cambiando, più velocemente di quanto si sarebbe mai aspettata. Ricordò sé stessa nuda e indifesa, nella radura di Bosco Atro, e mai come adesso percepì quell'immagine come estranea: sentiva l'antico potere donatole dai Valar scorrerle nelle vene e i suoi occhi dallo sguardo duro e penetrante non lasciavano spazio al dubbio o alla debolezza.
In piedi di fronte a tutti, con Alatar alla sua destra e Re Elessar a sinistra, Sillen sollevò il mento, sorridendo ai nuovi arrivati:
-Benvenuti, nobili signori della pietra!-
La sua voce alta e cristallina fendette l'aria e subito due nani a cavallo di grossi montoni scuri si distaccarono dall'esercito e si diressero verso di lei.
Legolas e Aragorn sorrisero quando notarono il loro vecchio amico affrettarsi per incontrarli: -Che mi venga un colpo! Non siete cambiati nemmeno un po' dall'ultima volta.- Esordì Gimli, smontando con un balzo goffo dalla propria cavalcatura.
I due amici lo circondarono, assestando amichevoli pacche sulle sue spalle solide, sino a quando lui non lanciò uno sguardo divertito al Re, adocchiando il suo sguardo stanco: -Anche se quella barba si sta ingrigendo, vero, Signore degli Uomini?-
Elessar sollevò un sopracciglio: -Pensa alla tua, amico mio. Governare sulle Caverne di Aglarond ti sta facendo invecchiare così in fretta?- Al che, il nano guardò con una risatina sul proprio petto, spolverandosi la lunga barba rossiccia appena striata di grigio. Puntò poi lo sguardo sull'elfo biondo di fronte a lui e scosse una mano, sbuffando: -Con te è inutile, elfo dei miei stivali. Sei forse più fastidiosamente perfetto di quanto ricordassi.- Lo canzonò. Legolas rispose al commento con un sorriso ma un timido rossore imporporò le sue guance, forse troppo lieve perché qualcuno potesse notarlo.
Intanto, Gimli si era voltato verso la stella, mentre l'altro nano smontava a sua volta per avvicinarsi a lei con espressione fiera.
-Io sono Thorin III Elminpietra, figlio di Dain Piediferro. Re sotto la Montagna, Signore di Erebor e dei Colli Ferrosi. Tu devi essere la Stella dei Valar di cui tutti parlano.- Tolse il pesante elmo, rivelando una folta chioma bruna che andava a mescolarsi con la lunghissima barba, intrecciata con anelli di ferro e pietre preziose. Guardò la stella dal basso verso l'altro, ammirato.
Sillen s'inchinò profondamente: -Sì, mio signore Thorin, il mio nome è Sillen. Ti ringrazio per essere venuto.- Lui sbatté il manico della lunga ascia per terra, con una sonora risata: -Dove c'è qualche orco da fare a pezzi, di certo ci siamo noi!-
L'esercito di nani alle sue spalle sollevò grida di entusiasmo e Sillen li fissò ad occhi spalancati.
Alatar fece un passo avanti, attirando l'attenzione su di sé: -Il viaggio è stato difficoltoso, mio signore?- Thorin alzò lo sguardo in alto, con le folte sopracciglia aggrottate: -Per niente, stregone.- Gimli gli tirò un pugno secco sul petto, contraddicendolo senza remora alcuna: -Come no! Siamo stati attaccati ben sei volte, ai confini con i Monti di Cenere. Abbiamo fatto un massacro di quei dannati goblin.- Thorin, di ben altro avviso, lo spinse con un gesto stizzito: -E quello lo chiami massacro? Ho rischiato di più dal barbiere!- Poi si rivolse alla stella, prendendole una mano e attirandola il più possibile verso di sé, tanto che Sillen fu costretta a piegarsi per arrivare all'altezza del suo viso: -Per te, mia bellissima dama, combatteremo fino all'ultimo respiro.- Le disse, solenne, poi si voltò verso i suoi, senza attendere una risposta: -Accamparsi!-
E il grosso esercito si mosse rumorosamente verso la vallata, laddove ancora vi era spazio tra i grandi accampamenti di Rohan e dell'Ithilien. Thorin Elminpietra posò un bacio audace sulla mano della giovane e si apprestò a rimontare sulla sua cavalcatura: -Se dovessi annoiarti con tutti questi spilungoni, vieni a cercarmi. Sarò lieto di raccontarti del mio valoroso popolo.- Sillen annuì, seria, ignorando le risatine attorno a lei: non le pareva proprio che ci fossero dei motivi per non prenderlo sul serio. Gimli le lanciò un'occhiata divertita e grata, affiancando il suo Re per tornare in testa al possente esercito.
I compagni li guardarono allontanarsi e Legolas sospirò: -I Nani sono testardi e rozzi ma sono un popolo fiero e leale.- A Sillen non sfuggì l'inflessione dolce che tinse la sua voce ma non commentò, limitandosi a scambiare uno sguardo eloquente con Elessar, che invece già conosceva i reali sentimenti dell'amico.
Alatar, interrompendo quel momento di quiete, si voltò verso la stella, scuro in volto: -Andiamo Sillen. Hai molte cose di cui occuparti.- Lei lo seguì senza indugio, trepidante d'attesa.
Era impaziente di allenarsi e voleva a tutti i costi riuscire a controllare il proprio potere al meglio.
Sapeva di non avere tempo da perdere.
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La Stella dei Valar
FanfictionFanfiction ispirata alle opere di J.R.R Tolkien. La Guerra dell'Anello è giunta al termine e la Terra di Mezzo prospera in pace. O forse no. Dal testo: "Tu sei nata per una ragione e il tuo cammino non può cambiare. Ma un destino scritto è anche una...