Capitolo 16

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Erano passati tre giorni dal giorno di Natale e, quella sera io e Christian avevamo deciso di passarla a letto ad organizzare quel viaggio nei minimi dettagli, per far sì che fosse effettivamente una settimana perfetta prima del drastico rientro alla realtà per entrambi

«Però lo visitiamo il Moulin Rouge eh, tappa forzata» Affermai dopo aver visto su internet le varie foto dei luoghi più visitati dai turisti

«Poi altre tappe fondamentali fin'ora: la Tour Eiffel, il Louvre...»

«L'Ile de la Cité e il Montmartre» Aggiunsi e lo vidi annuire, continuando a scorrere insieme lo schermo del suo cellulare per vedere altri posti, venendo però interrotti dal mio cellulare che stranamente squilló

«A quest'ora?»

In effetti era strano sentire un cellulare squillare quasi alle undici di sera quindi gli diedi più che ragione

«Aspetta, l'ho lasciato sul divano, torno subito» Gli lasciai un bacio sulle labbra prima di alzarmi dal letto e affrettarmi a raggiungere il soggiorno per non perdere quella chiamata

Quando lessi il nome della persona che mi stava chiamando mi si geló il sangue nelle vene, tanto che per un attimo pensai di non averne più in circolo quando rabbrividii improvvisamente

"Mamma"

Facendo un sospiro mi feci coraggio e feci scorrere il dito sullo schermo per poter rispondere, dopo un tempo che mi parve infinito, portandolo poi all'orecchio ma senza riuscire a parlare

«Mattia?»

«Sì» Quasi sibilai, sedendomi sul divano quando sentii le gambe iniziare a farmi dei brutti scherzi sulla stabilità

«Scusa se ti chiamo, forse non dovrei ma... Papà si è sentito male e adesso è in ospedale, io e Daniele siamo in macchina per raggiungerlo, Saverio purtroppo è a lavoro e non potrà venire presto...»

Vidi all'improvviso il divano accanto a me abbassarsi, realizzando solo in quell'istante di avere il ragazzo al mio fianco che mi guardava preoccupato

«Cosa... Vuoi?» Deglutii e sentii la sua voce spezzata riprendere a parlare

«Abbiamo bisogno di te qui... Per favore»

Chiusi gli occhi, sospirando, provando a non scoppiare né in lacrime né di rabbia

«Mandami l'indirizzo»

A quel punto, dopo averla sentita sibilare un 'Grazie' chiusi la chiamata, guardando il moro che aveva portato una mano ad accarezzare dolcemente il mio ginocchio, infondendomi inconsciamente tranquillità

«Era mia madre... Mio padre è in ospedale... Mi ha chiesto di andarci perché hanno bisogno di me...»

Strinsi le labbra per trattenere un pianto, lasciandomi stringere dal ragazzo che non aspettò proprio nulla per farlo

«Andrà tutto bene Bimbo, stai tranquillo...» Sussurró lasciandomi un bacio tra i capelli, e sperai davvero che avesse ragione, che non si stesse sbagliando

«Puoi accompagnarmi in ospedale?» Chiesi e immediatamente annuì, rimanendo solo ad aspettare il messaggio con l'indirizzo.

Quando quel fatidico messaggio arrivó uscimmo da casa, e con l'auto ci dirigemmo verso il luogo, seguendo le indicazioni forniteci da Google Maps visto che non era esattamente troppo vicino né facile da raggiungere.

«Io ti aspetto qui, vai» Affermó Christian quando arrivammo al parcheggio della struttura, ma scossi la testa in disaccordo

«Non esco da questa macchina senza di te... Ho bisogno di averti accanto in questo momento...» Parlai pregandolo anche con lo sguardo oltre che con le parole, sapendo che lui opponesse un po' di resistenza solo per non creare strani drammi all'interno dell'ospedale, ma poco me ne sarebbe importato

AMNESIA [Zenzonelli-Amici21] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora