Capitolo 21

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Eravamo appena arrivati a casa mia in macchina quando ci ritrovammo completamente zuppi dopo esserci chiusi la porta d'ingresso alle spalle; aveva preso a piovere a dirotto, talmente tanto che probabilmente l'asfalto delle strade ne avrebbero risentito per ciò che concerneva la viabilità, e fu sufficiente il tragitto dalla macchina alla porta di casa per farci bagnare da cima a fondo

«Io questa città la odio» Affermai quando entrammo in camera, sfilandomi quella felpa intrisa d'acqua, facendo la stessa cosa con i jeans umidi

«Dopo diciotto anni non ci hai ancora fatto l'abitudine?»

«Mi dispiace ma non lo accetterò mai»

Presi nel mentre pantaloni e felpa per me e il ragazzo, poggiandoli sul letto, iniziando a vestirmi per non prendere  troppo freddo

«E poi... I miei genitori sono nativi della Puglia, lì ci sono nato anch'io anche se ancor prima che potessi ricordare siamo andati via... Prima durante il periodo estivo ci tornavamo di tanto in tanto, anche perché abbiamo l'enorme fortuna di avere una villetta di proprietà lì, quindi fare un confronto viene facile ed è anche inevitabile»

Raccontai, prendendo i vestiti bagnati da terra per poggiarli sulla sedia della scrivania dopo che mi vestii di quegli indumenti asciutti, osservando poi il ragazzo cambiarsi a sua volta

«E com'è lì?»

Si sfiló la maglia e lasciai che il mio sguardo cadesse sui suoi muscoli, perdendomi però nei miei ricordi

«Sicuramente c'è sempre il sole... E poi il mare è limpidissimo così come le spiagge sono composte da sabbia bianca e spessa... La gente inoltre è accogliente e calorosa, senza nulla togliere alla gente di qui, ma la differenza si percepisce tanto...
In quelle spiagge ho passato le estati migliori della mia vita, ho creato tante amicizie... Magari ti ci porto»

Lo vidi sorridere mentre infilava i pantaloni di quella tuta, passandosi infine una mano tra i capelli prima di avvicinarsi a me che mi ero appoggiato, a braccia conserte, alla scrivania in legno

«Ci conto, questa estate non ti lascio un attimo»

Accennai un sorriso sentendo la sua mano portarsi sulla mia guancia prima che le sue labbra baciassero le mie come se fosse una dolce carezza, chiudendo così gli occhi per godermi quella sensazione che mi stava scaldando il petto

«Chri, ho fame... Cucini?»

Chiesi timido sulle sue labbra quando ci allontanammo appena dal bacio, vedendo le sue distendersi in un sorriso

«Cuciniamo»

Affermó, e allora ci spostammo in cucina dove mi sedetti sul piano da cucina, accanto al piano cottura, rimanendo per tutto il tempo necessario al ragazzo a fissarlo, felice e incredulo di riaverlo dinuovo tra le mura di casa mia

«Apparecchi? È quasi pronto»

«Mangiamo a letto, che dici?» Proposi visto che si trattava di semplici piadine che, dopo aver messo su un piatto, ci ritrovammo a mangiare sotto le coperte del mio letto, accoccolati l'uno all'altro

«Sai... Ti ricordi che ti avevo detto una sera che avevo una cena dai miei?» Iniziai e lo vidi annuire, così continuai dopo un nuovo morso alla mia cena

«I miei non hanno fatto altro che parlare di te, di noi... Dicevano che fossi simpatico, un bel ragazzo, e che fossimo una bella coppia... E mi hanno chiesto perché non fossi con me»

«Gli hai detto che avevamo chiuso?»

«No, non ce l'ho fatta... Ho detto che avevi un impegno... Poi non ho più retto quella sera e mi sono chiuso nella mia stanza, ed è venuta a parlarmi Federica, la moglie di Saverio... Mi ha tirato su, mi ha fatto riflettere tanto con le sue parole, forse se adesso siamo insieme è grazie a lei»

AMNESIA [Zenzonelli-Amici21] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora