Capitolo 4 - Divergente

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Raggiungo gli altri Pacifici sul pavimento, accanto alla tavola destinata alla nostra Fazione. Tutti sembrano essere rimasti come li avevo lasciati. Intanto ripenso a ciò che è accaduto. Due risultati in un test attitudinale. Veronica ha detto che era possibile. Eppure non sembrava contenta. Abnegante ed Intrepida. Continuavo a ripetere entrambe le Fazioni all'infinito. Cosa avrei fatto? Come avrei affrontato la Cerimonia della Scelta?

Mi siedo accanto ad una ragazza dai lunghi capelli mori e la pelle scura - credo si chiami Gaia - e Anton, il ragazzo visto durante la simulazione e mio migliore amico. I suoi occhi verdi incontrano i miei. Ci scambiamo un sorriso.

«Com'è andata?» mi chiede. Il suo timbro vocale è profondo ma cio non preclude che sia una persona vivace e solare. Non so se esista qualcun'altro che abbia questa particolarità. Sentendolo, ho sempre percepito quel senso di caldo sulla mia pelle. Come se mi sentissi al sicuro. La sua domanda, per quanto potresse sembrare avere un fine sottinteso - ovvero, il risultato del test -, comprendo che non c'è l'ha.

«Bene, » affermo. Ancora non so se dirgli dello strano comportamento di Veronica. Lei mi aveva esplicitamente annunciato di non dover raccontare a nessuno del mio test attitudinale. Eppure, nonostante Anton fosse la persona di cui più mi fidavo, perfino più di Nancy, decido di confidarmi con lui, tenendo nascosti, però, i miei risultati. «anche se la donna Abnegante che ha presenziato al mio test ha assunto un comportamento alquanto strano».

Osservo il viso di Anton e noto un bagliore nei suoi occhi, come se avessi detto qualcosa di...

Accidenti!

«Scusa è che il tuo modo di esprimerti è davvero 'Erudito'» dice lentamente, come se stesse cercando di elaborare e mettere insieme dati. In effetti, mi stupisco di ciò che meno di qualche secondo fa avevo detto: "ha assunto un comportamento alquanto strano". Alquanto? Mi scappa una risata, imbarazzata più che altro, mentre dalle sue labbra solo lenti respiri. Mi ricompongo, essendo cosciente che ora Anton è ad un passo dal credere che io fossi risultata Erudita. Non volevo che lo pensasse. Non volevo che credesse che fossi risultata una Fazione che lui, evidentemente, non amava particolarmente. Inoltre, volevo essere il più sincera possibile con il mio migliore amico.

«Non sono risultata Erudita, Anton» dico con voce apparentemente seccata, convincente. Un sospiro di sollievo si leva dalle sue labbra. Essere Eruditi, per lui, deve risultare una vera tragedia; «Menomale. Nancy?» chiede, mentre osserva nei dintorni. Scuoto la testa in segno di insaputa, fin quando non la vediamo spuntare fuori dal corridoio. Capisco che qualcosa non va. Qualcosa di importante, dato che aveva un viso in fiamme e le lacrime pronte a scendere. Quell'immagine - Nancy sul punto di piangere - era una novità. Le uniche volte che ho visto Nancy piangere sono state quando era ancora una bambina. Essere Pacifici comporta anche questo: essere felici al punto di non dover mai essere tristi.

Arrivata da me ed Anton, prende entrambi per le braccia, annunciando «Devo parlarvi!».

***

Ci dirigiamo nell'aula di Storia delle Fazioni, l'ultima lezione da Pacifica che ho seguito. Anton e Nancy mi seguono. Ancora non capisco cosa le sia successo ma tutto fa alzare il mio livello di curiosità a mille. Cos'avrà di tanto importante da dirci? È tanto difficile vedere Nancy in quel modo, come lo è una cometa in un cielo coperto da nuvole. Anton chiude la porta dietro di sé; anche lui è visibilmente eccitato.

«Che succede Nancy?» dice tutto d'un fiato, con voce vivace, senza emettere particolarmente l'intonazione interrogativa. Adoro la sua voce. Non credo di essermene mai accorta prima come ora. Forse per il suo alto tasso di concentrato di curiosità, eccitazione ed adrenalina pura!

Nancy cammina avanti e indietro lungo tutta l'aula, piegando le mani sudate. Le nocche sono di un rosso intenso. Quel che deve dire dev'essere importante. «Nancy?» le rimprovera Anton, impaziente di ascoltare ciò che lei vuole dirci. Nancy fa un sospiro e comincia a parlare: «Bene ragazzi. So che non ci è permesso raccontare dei nostri test attitudinali né, tantomeno, svelare il nostro risultato, ma io devo assolutamente confidarmi con voi». La sua voce apparrebbe calma se non per il fatto che la sua faccia sia rossa come se le avessimo spruzzato addosso uno spray al peperoncino. Annuisco. Questo è tutto ciò che riesco a fare mentre Anton mi guarda alzando un sopracciglio.

«Dovete promettere di non dirlo a nessuno, per nessunissimo motivo» continua Nancy.

Sono ufficialmente curiosa. Quel che deve dire dev'essere importante; una ragazza come Nancy non contravverrebbe mai alle regole imposte dalla società. Anche Anton sembra curioso quanto me, ancor più di quanto non lo sia stato mentre varcavamo la soglia per entrare in aula. Nancy fa un profondo respiro che in effetti sembra calmarla.

«Sono una Divergente».



The Divergent Series: By Tess - DivergentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora