Capitolo 13 - Sfida

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Dopo aver abbandonato la Mensa, tutti noi - Io, Anton, Mindy, Ron e Arin. Judith ha rifiutato - ci dirigiamo verso l'esterno della residenza, dove ci attende un gruppo di Intrepidi, compreso Amar. L'aria è fresca, nonostante il caldo che si percepiva fino a poche ore fa. Sembrano passati giorni da quando mi sono trasferita in questa nuova Fazione, ma sono solo passate poche ore. Chissà come se la passa Nancy. Vorrei incontrarla, raccontarle di questa mia folle giornata, ma so che non posso. Potrò solo uscire - come ora - con membri effettivi degli Intrepidi, almeno fin quando non avrò completato l'iniziazione.

Ci raggiunge una ragazza dalla pelle scura, simile a quella di Ron. Ha capelli neri di media lunghezza, circa fino alle spalle. Una sola ciocca, alla sua sinistra, di un acceso color viola. Possiede un tatuaggio sul polso, ma non comprendo ciò che rappresenta. Gli occhi sono piccoli e le iridi scure, quasi nere anch'esse. Si avvicina a Ron, poggiandogli una mano sulla sua spalla destra. È di poco più bassa di lui, meno di cinque centimetri. Lui la guarda, per poi lanciarle un sorriso; «Speravo che non ne saresti venuto a conoscenza» gli dice, mentre si osserva la ciocca viola che spazzola con le dita.

Ron non smette di fissarla, incrociando le braccia: «Fortuna che esiste Mindy» si schiarisce la gola, dopodiché guarda me, anche se comprendo che intende rivolgersi contemporaneamente ad Anton: «Pacifici, lei è Kayla» presenta la ragazza al suo fianco, la quale non smette il suo frenetico movimento delle dita sulla ciocca colorata; «È mia sorella» ci fa notare sempre Ron. Kayla fa un cenno con il capo, allungando le labbra che vagamente somigliano ad un sorriso.

Ricambio. Non perché mi sia simpatica - non fino ad ora, almeno -, benché per apparirle simpatica. Non vorrei cominciare a farmi nemici, non a partire dalla sorella di uno dei possibili amici che mi sono fatta qui.

Amar fa cenno di muoversi e noi, all'unisono, lo seguiamo. Il treno sferraglia sul metallo dei binari, dandoci un chiaro segno del suo arrivo. Corriamo lungo di essi e, appena il treno ci sfreccia accanto, cominciamo a salirci. Arin aiuta Anton anche se sembrava cavarsela benissimo nonostante questa sia stata la seconda volta che ci prova; Ron, invece, aiuta me e gli sono grata dato il fatto che quasi non riuscivo ad aggrapparmi sul manico in ferro. Lo ringrazio e ci accomodiamo lungo i lati del vagone. Amar e Mindy si alzano e il primo comincia a parlare: «Okay, le regole sono le stesse soltanto che, stavolta, non si rifiuta la sfida. Vediamo, chi inizia?» dice, cominciando a guardare tutti noi.

«Dato il fatto che io sono la custode della bottiglia qui presente, comincio io!» ci fa notare Mindy, con tono sarcastico. Comincia a guardarci, uno per uno, fino a che non individua la sua 'preda': «Kayla!» dice, lanciando a quest'ultima la bottiglia, la quale la prende con molta facilità e agilità. Beve un sorso del liquido all'interno del contenitore e fa cenno a Mindy di dirle la sfida che deve affrontare. «Ti sfido a raggiungere la sede degli Eruditi e creare un blackout generale» la sfida Mindy.

Non capisco come possa dire una cosa simile: se venissimo beccati sarebbe la nostra fine, e poi, come farà Kayla a trovare il centro di controllo degli Eruditi?

«Ci sto!» risponde la ragazza, accennando un sorriso maligno. Guardo Ron che è pronto a scoppiare a ridere: «Non potete farlo» gli faccio notare. Lui si volta, cominciando a ridere e inarcando un sopracciglio: «Perché non potremmo?» mi domanda sorridendo. Sembra contento di veder fare da sua sorella una cosa del genere.

«Non possiamo andare dagli Eruditi e fare una cosa simile! E comunque, non sappiamo dove sia il loro centro di controllo» lo avviso. Lui si avvicina lentamente a me, sorridendo, per poi sussurrarmi: «Chi ti dice che non lo sappiamo?» si allontana, donandomi un occhiolino. Io comincio a sorridere.

Raggiungiamo, intanto, la zona della residenza degli Eruditi e tutti saltiamo giù. Arin, Ron, Anton ed io siamo uno accanto l'altro, seguendo il resto del gruppo.

«L'avete mai fatto prima» domanda Anton. Arin lo guarda, sorridendo, ma è Ron a rispondergli; «Certo!»

«E vi hanno mai scoperti?» chiede Anton. Ron lo guarda, e sorride; «Certo!».

***

Raggiungiamo la base della residenza degli Eruditi. Il loro è l'unico edificio illuminato della città alla mezzanotte inoltrata. Normalmente, tutte le luci a quest'ora dovrebbero essere spente per il risparmio energetico, indetto dagli Eruditi stessi. Eppure, sono proprio loro a non seguire una loro iniziativa.

Kayla comincia ad arrampicarsi lungo il cemento dell'edificio fino ad entrare all'interno di una finestra. Passano pochi secondi che tutte le luci si spengono e scorgiamo Kayla correre verso di noi, ridendo, mentre alcuni Eruditi provano ad inseguirla. Cominciamo a ridere e ci sporgiamo per vedere gli altri: tutti gli Eruditi sembrano confusi e in cerca di qualcosa per far luce il più presto possibile, quasi come se non possono permettersi di restare un minuto in più senza leggere un libro. Provo a trovare, in mezzo a quel blu di tessuti, Nancy, ma il buio rende la mia ricerca impossibile.

Cominciamo a correre lungo i binari del treno, aspettandolo.

«Bene, sfido Ron» dice Kayla, lanciandogli la bottiglia che lui prende, come se fosse certo che la sorella lo avrebbe sfidato.

«Okay, spara!» la incita il ragazzo, che non mostra timore per la sfida che dovrà affrontare. Kayla si guarda intorno, per cercare un suggerimento. All'improvviso, come una sorta di illuminazione, trova la sfida perfetta per Ron. Non vede l'ora di dirglielo, si nota, mentre batte una volta le mani, pronta per farlo.

«Ti sfido a farti un tatuaggio!» gli dice. Ron mostra un chiaro segno della sua contrarietà: deve avere qualcosa contro i tatuaggi perché, in effetti, non ne ha neanche uno. Era stata la prima cosa di lui che avevo notato: è difficile trovare un Intrepido senza tatuaggi.

Lui la guarda, beve un sorso dalla bottiglia, facendo una piccola smorfia; «Accetto».


The Divergent Series: By Tess - DivergentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora