Capitolo 18 - La Recinzione

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Un rumore frastornante mi sveglia di soprassalto. Le luci sono ancora spente e tutti, nel Dormitorio, si svegliano. Alla soglia, Amar, con a mano un bicchiere, batte quest'ultima sulla sbarra di ferro ai lati della porta d'entrata. Mi porto una mano alla fronte, la mascella ancora dolorante. Sicuramente avrà assunto un colore violaceo.

«Svegliatevi, belle addormentate! Vi concedo cinque minuti per alzarvi, lavarvi la faccia e vestirvi. Altri cinque per la colazione. Dopodiché, tutti al Pozzo!» annuncia mentre beve un sorso di quello che c'è all'interno del bicchiere. Quanto avrei voluto balzargli addosso. Ma, era il mio istruttore ed, inoltre, uno dei capifazione. Che mi piacesse o meno.

Con estrema calma, come se volessi ridere in faccia agli ordini di Amar, mi alzo dal letto. Raggiungo lo specchio e mi controllo la mascella. I miei sospetti si erano trasformati in realtà. Potevo cercare di nascondere quell'orribile colore violaceo, mischiato a verde e nero, con i capelli, ma sarebbe comunque rimasta scoperta, abbastanza da poterla notare. Decido di legarmi la massa bionda: era una cosa normale tra Intrepidi condividere la propria vita con lividi di tutti i colori e di tutte le grandezze, quindi perché nasconderlo?

Sospiro e raggiungo nuovamente il mio letto. Al di sotto, ho posato i miei abiti neri. Li prendo e mi cambio. Dopo cinque minuti, tutti raggiungiamo la Mensa e prendiamo in fretta qualcosa per sfamarci. Io prendo uno dei famosi muffin della residenza, stavolta con nocciole, e una tazza di latte freddo. Ron, Arin ed Anton sono alle mie spalle. Assieme raggiungiamo la tavola e ci accomodiamo. Le posizioni che assumiamo sono quasi le stesse: gambe aperte, testa bassa, poggiata contro la mano e occhi semichiusi. Quest'ultima riesco a ipotizzarla perché tutti non centriamo la tazza di latte quando vogliamo avvolgervi all'interno il muffin.

Passano tre minuti - o almeno credo - che, all'unisono, ci alziamo e raggiungiamo, trascinando i piedi sul cemento, il Pozzo. Amar è poggiato alla parete, che gioca con la cerniera della sua giacca. Mindy è al suo fianco. Dev'essersi tolta alcuni dei suoi piercing perché la sua faccia brilla meno del solito sotto la luce delle lampade sul soffitto. Ci sorride mentre ci raggiunge. «Non so cosa diavolo siete, ma non siete umani» ci fa notare, mentre si avvicina. Volevo trovare un modo per farle capire che non si sbagliava, ma ero troppo stanca anche solo per alzare il pollice. Mi volto verso i miei amici: Arin sembra dormire sulla spalla di Ron e addirittura sbavare.

«Caspita, che bel livido!» mi dice Mindy. Sembrava quasi un complimento.

«Il mio li avrebbe battuti tutti» comincia Ron; «Ne avevo uno sul braccio di un colore blu orribilissimo!» dice, con un brivido di disgusto che gli percorre il corpo.

Sorrido. «Come te lo eri fatto?».

«Praticamente, l'anno scorso ero con Kayla allo Strapiombo. Non chiedermi neppure come ci fossi arrivato lì con lei, fatto sta era che la prendevo in giro per qualcosa e feci per buttarla giù alla voragine. Per scherzo, ovviamente» comincia a raccontare, pronunciando le ultime parole con tono tutt'altro che sincero; «Insomma, lei la prese tanto male da tirarmi un pugno di forza indescrivibile sul braccio. Il segno mi rimase per settimane!» conclude in una mezza risata.

Io alzo le sopracciglia. Sua sorella era maledettamente irascibile. Volevo farmela amica, dato il fatto che il fratello lo era. Ma pensare che prendeva a pugni quest'ultimo per uno scherzo, mi faceva rivoltare lo stomaco per questa, quasi, bizzarra idea.

Poco a poco, gli altri iniziati ci raggiungono. Amar si leva dalla sua posizione sulla parete e raggiunge il fianco di Mindy. Noi ci mettiamo in un semicerchio, attorno ai nostri istruttori.

«Bene!» si guarda attorno Amar, soddisfatto del suo lavoro; «Seguitemi! Ehm, voglio dire, seguiteci» annuncia, rimediando al suo iniziale errore, guardando Mindy che, contenta, comincia ad uscire dalla residenza.

The Divergent Series: By Tess - DivergentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora