Capitolo 1.

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Guardavo la pioggia scorrere lungo il finestrino.
Mi sentivo confusa, non capivo il perché di quella scelta così drastica.
Mandare la propria figlia in collegio? Una scelta che ritenevo essere più che severa da parte dei miei genitori, ma infondo sapevo che non avrei potuto biasimarli in alcun modo.

"Allora? Quanto ci metti ancora?" - urlai all'autista con la mia solita aria menefreghista, appoggiando i piedi sul poggiatesta del sedile davanti a me.

"Siamo quasi arrivati signorina Parker" - disse l'autista spostando leggermente lo specchietto sopra di lui per guardarmi negli occhi.

Non avevano neanche voluto accompagnarmi; stavolta l'avevo fatta proprio grossa.

Non ebbi neanche il tempo di pensarci più di tanto, che sentii il rumore del portabagagli che si apriva.

"Oh si! Dev'essere uno sballo questo posto." - dissi con molta enfasi, mettendo un piede fuori dall'auto e osservando l'imponente edificio davanti a me.

La verità è che non ero mai stata una persona che pensava molto alle conseguenze delle proprie azioni, anzi, non ci pensavo proprio.
E nonostante sapessi di aver fatto un bel guaio, restavo comunque la solita e, in questo caso, nonostante sapessi di star andando in un COLLEGIO, già avevo cominciato a pensare a qualcosa da combinare.

"Allora arrivederci, signorina." - mi salutò l'autista.

Non appena varcai la soglia del cancello di quella maestosa struttura dall'aspetto piuttosto sinistro, fui accolta da due donne, credo avessero all'incirca 100 e 200 anni.

"Salve. Lei dev'essere la signorina Parker. Questa è la sua divisa; si cambi e vada nell'aula 2, le lezioni inizieranno tra circa 9 minuti." — disse una delle due, controllando l'orologio — "Adesso dovrebbe avere biologia. Vada, su." — continuò, stavolta facendomi segno di sbrigarmi.

"Woah che accoglienza." - pensai, ma mi limitai a rispondere con un "Ok.", mantenendo sempre e costantemente la mia impassibile espressione completamente disinteressata.

"Ah, e la sua stanza è la 79; ecco le chiavi" — disse l'altra, passandomi queste ultime.

Con tutta la consapevolezza che mi sarei subito fatta conoscere in quel posto, andai nella stanza che mi era stata assegnata e mi cambiai velocemente.
La divisa era composta; per le ragazze, da una gonna e una camicia; e per i ragazzi, da un pantalone e una maglietta, ed io, che non ho mai sopportato quel genere di cose, avevo insistito affinché mi fosse concesso il completo maschile.

Comunque, a questo punto, dopo essermi cambiata, cominciai ad incamminarmi nei corridoi per raggiungere l'aula, i quali, mancando 2 minuti al suono della campanella, erano del tutto deserti.

"Quindi sarà questa, immagino" - pensai, guardando l'aula davanti a me, che riportava sulla porta il numero 2.

Non appena entrai, cominciai a sentire un mormorare non indifferente.

"Ma è lei?" - "Avete sentito cos'ha fatto?" - "Però è carina" - "Perché ha la divisa maschile? La voglio anch'io!" - e ancora - "Le sta divinamente però, va detto".

Non feci troppo caso a quei commenti, mi limitai a proseguire il mio cammino verso l'ultimo banco con fierezza, dandomi arie per via dei commenti di apprezzamento sul mio aspetto (e come dargli torto?).

Ciao! È la mia prima storia su wattpad, spero vi piaccia.
Questo primo capitolo è stato abbastanza monotono lo so, ma per avviare la storia è necessario, dopo si entrerà nel vivo tranquilli lol.

E alla fine non più.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora