Capitolo 18. *

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Mi afferrò per i fianchi e mi tirò contro i suoi.

"Sei sicura di volerlo fare?" — mi chiese, sussurrandomi all'altezza del collo.

"Mai stata più convinta, tesoro."

Ho capito che le piaceva essere chiamata così.

TW: contenuti espliciti.

Man mano che mi tirava, finimmo per cadere sul letto.

Lei si mise seduta ed io sopra di lei, con le gambe intorno alla sua vita, come a cavalcioni.

La ragazza davanti a me cominciò a mettermi le mani sotto la divisa, partendo dal basso per poi andare sempre più su, fino ad arrivare al reggiseno.

Cominciò a slacciarmelo con delicatezza, per poi levarmelo dall'alto.

"Posso?" — mi chiese staccando per un secondo le sue labbra dalle mie, che fino a quel momento erano rimaste incollate da un famelico bacio.

"Vai, Billie." - le feci capire che non aveva bisogno di chiedermi il consenso, le avevo dato via libera.

A questo punto mi afferrò l'estremità più bassa della maglia e me la levò, facendomi rimanere completamente nuda dalla vita in su.

"Wow" — disse.

"Non riesci a dire altro?" - la provocai.

"Non vorrei essere troppo volgare."

Cominciò allora a baciarmi ovunque dando inizio ad una delle notti più memorabili della mia vita.

"Piccola" — sussurrava a fatica di tanto mentre mi succhiava i seni, lasciandomi una marea di succhiotti.

Mi piaceva essere chiamata così, da lei.

Dopo ciò, continuando a tenermi a cavalcioni su di lei, cominciò ad infilare le sue mani anche nei miei pantaloni, invitandomi a toglierli.

Non appena li levai, ovviamente insieme all'intimo, rimasi in piedi davanti a lei che sembrava pietrificata.

"Sei bellissima." — mi disse, posizionando le mani sui miei fianchi e tirandomi verso di sé.

"Stenditi" — mi ordinò prima di mettersi sopra di me e cominciare a fare movimenti circolari con due dita nella mia intimità. — "Ti scoperò tutta la notte."

"Allora spero di non venire."

"E perché mai, piccola?" — mi disse la ragazza sopra di me non senza perversione.

"Non te la posso mica dare vinta così." - dissi con difficoltà mentre la ragazza agitava due dita dentro di me.

"Billie..."

"Si?" — fece maliziosa.

"Voglio sentirti di più."

"Di più?"

"Si."

"Così?" — aumentò sempre di più la potenza con cui muoveva le sue dita dentro di me, compiacendomi.

"Bil..."

"Mmh, di solito odio quando mi chiamano così." — si agitò sempre di più — "Ripetilo ancora una volta."

"Bil, verrò."

"No. Non venire."

Smise di muoversi dentro di me e cominciò a sussurrarmi all'orecchio.

"Piccola, non puoi venire dopo così poco." — mi stuzzicò, continuando a succhiarmi il collo e lasciarmi baci un po' dappertutto — "Stenditi."

Seguii senza esitazione ciò che mi aveva ordinato e mi stessi a pancia in su sul suo letto.

A quel punto lei mi si posizionò sopra e comincio a parlarmi, scendendo sempre di più col viso.

Io volevo solo che stesse zitta e mi facesse venire.

"Sei perfetta." — mi sussurrò all'altezza del clitoride, facendomi ansimare.

"Per così poco? Aspetta che te la lecchi tutta."

Ritornò col viso all'altezza del mio petto e prese con foga il mio capezzolo in bocca.

"Sei pronta a passare alla fase successiva?" — il suo respiro veniva a contatto con la mia pelle, facendomi venire la pelle d'oca mentre Lei mi teneva le mani sul culo — "Ti farò urlare il mio nome così forte che lo sentirà chiunque."

"Ringrazia solo che io sia riuscita a controllarmi stasera, altrimenti ti avrei scopata davanti a tutti."

Logicamente la mia volontà di non venire andò al vento; mi lasciai andare, compiacendola.

Continuammo poi a toccarci fameliche finché non ci addormentammo entrambe.

E alla fine non più.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora