"Mi spiegate cosa cazzo avete in testa tutt'e due?"
"Lo so, ho fatto un ca-" — provò a giustificarsi Chicago.
"Io sono sicura di sapere cosa stessi facendo, ma per caso tu te ne sei resa conto?!" - mi premetti due dita al centro della fronte, irritata. - "Tralasciando che avrebbero potuto espellerti per essere andata nell'ala opposta a quest'ora...hai fatto insospettire Pascal!"
"E ho sentito persino alcuni chiedersi in che posizione Billie ti stesse scopando!"
Sentii l'ultima menzionata ridere, ma cercai di non mascherare il fatto che l'avessi notato.
Le due mi guardavano ormai con occhi serrati e dispiaciuti mentre io sputavo incontrollatamente tutto ciò che mi attraversasse la testa.
"Ma tu non eri mia amica? Perché fai così tutt'a un tratto?"
"Non fare l'incosciente, Chicago. Io dico questo proprio perché sono tua amica!" - sospirai, cercando di calmarmi. - "Ascolta, sono la peggiore in qualunque cosa ti possa venire in mente, ma tradire? No, non è cosa mia e non posso accettarlo, lo sai."
Presi fiato.
"Mettiti nei panni di Pascal. Pensa come staresti se ti tradissero così."
"Hai ragione." — si incupì. — "Ma non sono pronta a lasciarlo."
"Tutto finisce, Chicago" - la guardai - "Anche le migliori storie d'amore, in un modo o nell'altro. Tu adesso devi solo scegliere se far finire la vostra nel migliore o nel peggiore dei modi."
La ragazza difronte a me si mostrò subito d'accordo e comprensiva ed io, nel mentre che l'abbracciavo in segno di supporto, riuscivo a sentire lo sguardo di Billie bruciarmi su tutto il corpo.
"Quanto a te..." - mi voltai di scatto spezzando un po' la tensione - "fatti coinvolgere ancora nelle stronzate altrui e verrai spedita direttamente al penitenziario!"
E così ecco che la ragazza dai capelli argentati fece una piccola risata, chiedendomi scusa con quei due topazi azzurri che si ritrovava al posto degli occhi.
Quelli nei quali io mi perdevo sempre, proprio come in quel momento.
Ma dovevamo essere rimaste lì zitte a fissarci per un po' troppo.
"Ehm..." — la bruna si schiarì la voce con un'espressione confusa sul volto. — "vogliamo rientrare?"
Mi sentii un attimo a disagio e mi ricomposi.
"Si, rientriamo." - presi sottobraccio la brunetta che avevo affianco e, sempre sotto il medesimo sguardo desideroso e lussurioso di Billie, la diressi di nuovo dentro.
—
"Allora." - dissi decisa posizionandomi davanti a lei con le gambe un po' piegate per poi poggiarle entrambe le mani sulle spalle, in segno di incoraggiamento. - "La cena è finita. Portalo in stanza e digli tutto."
"Chicago, Pascal capirà." - aggiunsi, vedendola titubante.
"Va bene," — si voltò in direzione del suo tavolo, dov'erano seduti Billie e gli altri loro amici — "ma tu poi dovrai spiegarmi cos'era quello che ho visto prima."
"Non so a cosa ti riferisci." - la spinsi un po'. - "Vai, su!"
"E in quanto a voi..." - mi voltai ritornando da Simon, Diana e Anastasya - "che fate stasera?"
"Perché, da quando ti interessa quello che facciamo noi altri?" — si alterò Diana.
"Ma si può sapere che c'è?" - sbottai.
Avevo capito che stava succedendo qualcosa di strano già dall'incontro di prima fuori alla camera, ma mi ero davvero infastidita al pensiero che facesse tutte quelle allusioni senza mai arrivare a dirmi cosa pensasse veramente.
"C'è che io ti ho sempre aiutata e tu da ieri sera mi stai ignorando!" — si alzò, slanciandosi un po' in avanti verso di me. — "Non mi dici cosa sta succedendo e se cerco di parlarti mi eviti."
"Ma ti ho già detto che ho avuto da fare!" - alzai la voce, e me ne accorsi nel vedere gran parte della sala rivolta verso il nostro tavolo. — "Non sta succedendo proprio niente. Devi smetterla di ficcare il naso in questioni che non sono le tue se non ti viene permesso!"
"Bene, allora vai al diavolo!"
"Senti, fammi la cortesia di andarci tu." - terminai con la mia solita aria di superiorità.
Uscimmo dalla mensa, lei dalla porta centrale e io da quella infondo.
—
"Hey." — si spalancò la porta sul retro qualche secondo dopo che la ebbi varcata io.
"Hey." - risposi dolcemente, stringendo in un abbraccio la ragazza dai capelli argentati che avevo davanti, arrivandole con la testa all'altezza del petto.
"Cos'è successo dentro?" — si staccò per guardarmi meglio in viso, estraendo un pacchetto di sigaretta dalla tasca. — "Ne vuoi una?"
"Passo."
"È tutto apposto?" — probabilmente la mia inaspettata rinuncia l'aveva preoccupata.
"Quella stronza di Diana mi fa incazzare!"
"Si può sapere che ti ha detto?"
"Vuole a tutti i costi sapere cos'ho fatto ieri, cos'ho fatto oggi e perché faccio la vaga." - inspirai. - "Non deve entrare nei miei limiti."
"Piccola, se vuoi dirle che sei stata con m-"
"No! Non ha il diritto di sapere niente, Billie. Non lo capisci?"
"Ma perché ora ti stai arrabbiando con me?" — espirò il fumo.
Inspirai di nuovo.
"Scusami, non ce l'ho con te. Sono solo in una brutta situazione con Diana, Pascal..."
"Hey." — mi bloccò, tornando a guardarmi con occhi pieni di dolcezza e Amore. — "Va tutto bene, risolveremo tutto. Tu e io."
"Grazie." - avvolsi le braccia attorno al suo corpo in un abbraccio riconoscente, ritornando ad appoggiare la testa sul suo petto.
"Alloora..."
"Eccola di nuovo." - risi.
"Avevamo qualcosa in sospeso per stasera, no?"
"Mi sa proprio di sì." - la stuzzicai.
"Se ne hai voglia, ti posso fare strada."
"Ne ho sempre voglia, ora in particolare."
Spense la sigaretta e mi prese per mano.
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E alla fine non più.
Novela JuvenilKimberly, stronza e senza cuore per nessuno. Billie, ancora di più. O almeno, è quello che si dice. - È la storia di due ragazze in un collegio minorile: una, viene cacciata dalla vecchia scuola e allontanata dalla sua stessa famiglia; l'altra, s...