Capitolo 28.

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Passarono diverse settimane, nelle quali le conversazioni tra me e la ragazza dai capelli blu divennero sempre più brevi e concise.

Su indicazione di Diana le rispondevo a monosillabi, spesso le ignoravo i messaggi e in mensa non la degnavo di uno sguardo.

Non mi sentivo in colpa, anche se probabilmente avrei dovuto perché mentre lei aveva solo cercato di aiutarmi, io la stavo trattando veramente male e senza darle spiegazioni.

Di fatto me ne aveva chieste (di spiegazioni, intendo), ma solo la prima settimana perché poi vedendo che non rispondevo aveva smesso di farlo e si cominciò a mostrare sempre più indesiderata.

Forse non era del tutto l'esito che mi aspettavo.

"Hey bellezza!" — mi abbracciò da dietro Diana — "Allora, vieni alla festa domani?"

"Un'altra festa? Mi sembra ieri che c'è stata quella di benvenuto."

"Eh già, perché quella te la sei goduta" — ridemmo entrambe della sua uscita, anche se io con non poca amarezza per la piega che avevano preso le cose — "Stavolta è stata organizzata perché l'istituto ha vinto una specie di premio... una cosa del genere credo, ma comunque sticazzi del perché ci sarà, vieni?"

"Qualcuno porta l'alcool?"

"Yes"

"C'è il fumo?"

"Yes"

"Ragazze?"

"Anche le maggiorenni, non hanno separato le 2 feste come di solito"

"Si vola!" - esclamai lanciando le braccia in aria in segno di 'vittoria'.

"Ma ci sarà anche Billie." — mi ricordò, facendosi un po' più seria — "E la sua nuova troia."

Mi si fermò per un attimo il cuore ma subito ritornai in me.

Già se n'era trovata un'altra? Proprio lei che diceva di essersi innamorata di me? Ho fatto bene a non farmi convincere.

"E a me che importa?" - risposi di getto.

"Quindi non ti interessa se se ne scopa un'altra?"

"Non hai idea di quante me ne sono scopate io e di quante me ne scoperò domani." - dissi con aria soddisfatta e a tratti sognante.

"Buono a sapersi." — continuò — "Adesso andiamo che ho fame."

E alla fine non più.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora