Capitolo 12.

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In corso d'opera parlavamo del più e del meno, le ore passavano e noi non ce ne accorgevamo neanche.

"Ahahahah! E poi quando la Smith l'ha scoperto cos'ha fatto?"

"L'ha cercata per tutto l'istituto correndo come una furia" — rispose Billie, terminando di raccontare la sua storia.

Tra risate e racconti, improvvisamente un silenzio più serio piombò nella stanza.

"Ma, tu perché sei qua?" — mi chiese.

"Non ne parlo mai."

"Vabbè dai, di me ti puoi fidare." — disse.

"Ho mandato in ospedale una persona." - dissi in maniera disinteressata, cominciando a fissare un punto fisso davanti a me.

"Come?"

"Aveva dato fastidio ad una persona che per me era molto importante. Alla fine ci sono rimasta delusa comunque, quindi col senno di poi avrei potuto evitare di farlo per lei, ma non rimpiango di aver quasi ucciso quello stronzo." - dissi con una tranquillità impressionante, mentre guardavo la finestra davanti a me.

Billie aveva capito che non avrei dato più dettagli su ciò che era successo quindi decise di rispettare la mia scelta e, facendo come se non avessi detto nulla, smise di fare domande.

Finimmo la tesina che erano circa le sette.

"Cazzo sono già le sette? Devo andare a sistemarmi" - dissi.

"Che hai da sistemare?" — mi disse la ragazza davanti a me mentre afferrava una maglietta larga, delle tipiche che metteva quando stava in camera dopo essersi tolta la divisa — "Sei già perfetta".

Mi sentii avvampare a quell'affermazione.

"Ok, non ti emozionare troppo adesso" — disse la ragazza, ridacchiando.

Nel frattempo si sfilò la maglia che aveva e ne mise l'altra.

Aveva un fisico perfetto; un tatuaggio di un drago che le partiva da non so quale punto del petto e le scendeva fino probabilmente all'inguine; un altro di un serpente che le vedevo iniziare appena sotto il reggiseno, e quello di un ragno all'altezza delle spalle.

Li osservai tutti nei minimi dettagli, uno per uno.

E mi sa che se ne accorse.

"So di essere perfetta ma smettila di guardarmi tesoro, non vorrei mai fare qualcosa di cui potremmo pentirci entrambe."

"Ma dai." - le dissi buttando gli occhi al cielo - "Non ti sopporto"

Una volta ritornata in camera, mi fiondai subito nel bagno per darmi un'altra sistemata e truccarmi quel minimo che servisse.

Mi misi meglio la divisa e mi lanciai sul letto.

In quel modo rovinai praticamente tutto il lavoro che avevo fatto per sistemarmi, ma era necessario per me.

Passò ancora altro tempo e ricevetti un messaggio da Diana.

Diana

Kim sbrigati, noi siamo già
tutti qua

"Ma di già?" - pensai, notando che si era appena fatto l'orario d'inizio della festa.

"Arrivo" digitai.

E alla fine non più.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora