Capitolo 34.

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"Amica mia!" — aprii la porta dalla quale apparvero le due che aspettavo. — "Finalmente non c'è più puzza di morte qua dentro!"

"Oh Kim, finalmente!" — esclamò Chicago, avvolgendomi in un abbraccio interminabile.

"Cos'è successo improvvisamente? Sei risorta dalle ceneri?" — scherzò Diana. Era il suo modo di distrarmi e al contempo di esprimere la sua allegria nel vedermi nuovamente lucida.

"Ah ah ah. Molto simpatica."

"Lo so" — mi fece l'occhiolino.

"No dai, davvero. Cos'è successo? Ci hai anche mandate a chiamare da Bi-" — Diana colpì lievemente Chicago per zittirla.

"Si sì... lo so cos'ho fatto."- continuai, sorridendo al gesto della mia amica - "Semplicemente è stata la prima persona che ho notato tra le notifiche e l'ho rassicurata."

"Ma comunque non ha importanza perché adesso mi voglio rimettere in sesto."

"Cos'hai intenzione di fare?" — mi chiesero le due, all'unisono.

"Comincerò col venire con voi in mensa oggi, ho una fame assurda. Mi sono nutrita solo di crackers in queste due settimane."

"Povera stella... hai bisogno di rifarti il palato con i pasti di Gemma." — scherzò Diana, sapendo quanto odiassi la cucina della cuoca.

"Allora vieni?" — chiese Chicago per ricevere nuovamente conferma.

"Sì, andiamo." - dissi, prima che potessimo incamminarci a braccetto tutte e tre per raggiungere la sala pasti.

"Sei tornata!!" — esclamarono Pascal, Simon e Anastasya assalendomi non appena varcai la porta.

"Si, e mi state stritolando!" - li allontanai ridendo.

"Ti dobbiamo raccontare tantissime cose," — continuarono i tre accompagnandomi al tavolo — "Simon ha una nuova fiamma nella sua vita!"

"Pascal, fai meglio a tacere tu!" — apparve Chicago, gelosa del suo ormai ragazzo.

Mi guardai un attimo intorno e mi soffermai un po' sul tavolo di Chicago e, ovviamente, anche di Billie.

Come prima cosa notai che aveva cambiato colore di capelli. Il blu che tanto si abbinava ai suoi occhi era stato sostituito da un bellissimo argento, che le stava ancor più divinamente.

Lei inizialmente non aveva fatto caso a me, che la guardavo esterrefatta dal cambiamento che mi ritrovai davanti dopo due settimane di isolamento, ma quando mi ebbe finalmente notata quasi si strozzò col panino che stava mangiando.

Mi guardò sconvolta per dieci secondi buoni e poi mi sorrise dolcemente, nonostante tutto ciò che le avevo fatto e detto.

Quando riuscì finalmente a salutarmi timidamente ricambiai il gesto, ma in modo abbastanza freddo.

Di sicuro lei però lo sapeva.
Sapeva perché mi comportavo così e sapeva perché quando tra noi era ancora tutto apposto non doveva insistere.

Mi voltai nuovamente verso Chi e vedendola allontanarsi decisi di avvicinarmi.

'Qualcosa la dovrò pur fare' pensai.

"Mi racconterai tutto tra un secondo, prima saluto Chi." - dissi frettolosamente a Simon che cercava di parlarmi sin da prima che mi perdessi nei miei pensieri.

"Torni al tuo tavolo?" - le chiesi, affannata per velocità che avevo dovuto impiegare per non farla allontanare.

"Si, perché? Ti serve qualcosa?" — mi domandò la bruna, incuriosendo Diana che ci si era ormai avvicinata per capire di cosa parlassimo.

Quella ficcanaso.

"Mmh..."

"Vuoi che parli con Billie?" — le si illuminarono gli occhi, e anche a Diana.

"Forse non oggi." - riflettei bene.

"Allora quando sarai pronta tu, tesoro. D'accordo?" — mi diede un bacio sulla guancia e andò a sedersi.

Quel maledetto soprannome.

Il pranzo continuava, tutto procedeva abbastanza tranquillo finché però una notifica non attirò l'attenzione di tutti.

Il mio cellulare si trovava sul tavolo, come del resto quello degli altri, proprio affianco al mio vassoio.

"Allora, rispondi tu o lo faccio io?" — esclamò Diana che, pur non avendo letto il messaggio in sé per via del blocco impostato, aveva facilmente potuto leggere <<Billie Eilish>> sullo schermo.

Non avevo neanche letto il messaggio che già si stavano tutti accanendo per sapere cosa mi avessero scritto.

"Kim, andiamo un attimo in bagno?" — mi chiese la biondina di fianco a me, che sapevo ovviamente dove volesse andare a parare.

Decisi di assentire, in quel momento non volevo dire niente a nessuno che non fosse Diana, a prescindere da ciò che mi fosse potuto arrivare.

Mi alzai e prima di fare qualche passo di troppo mi voltai: prima mi girai verso il tavolo di Billie e la guardai, incastrando i miei occhi color nocciola ai suoi oceanici e ricevendo nuovamente un sorriso in cambio; poi mi rivolsi ancora una volta verso il mio tavolo.

E fu così che ci dirigemmo in bagno.

E alla fine non più.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora