Capitolo 41.

246 9 2
                                    

Rimasi un attimo confusa su come comportarmi.

Da una parte mi chiedevo perché Billie avesse fatto una tale domanda a Diana, ricoprendosi poi di tanta soddisfazione alla risposta di quest'ultima; dall'altra mi domandavo perché lei non me ne avesse mai parlato prima e di come io non me ne fossi accorta.

"Ok," — interruppe il momento Chicago — "direi di iniziare ad aprire il divano letto. Billie, mi aiuti?"

Diana in pochissimo tempo si allontanò stranita verso il bagno ed io la seguii.

"È tutto apposto?"

"Si." — rispose con voce tremante rivolta verso lo specchio. — "Kim mi spiace non avertelo detto prima, ma ero molto confusa."

"Scherzi? Guarda che non mi importa se eri innamorata di me, come darti torto d'altronde."

Ridemmo insieme.

"Ma lo sei ancora?" - interruppi quel momento d'ilarità.

"Ma no, stupida!" — mi lanciò un asciugamano contro. — "Ovvio che no! Solamente i primi giorni. Mi incuriosivi."

"Me ne sarei dovuta accorgere dalla faccia che hai fatto quando ti ho detto che sarei andata alla festa con Chicago quella volta." - scherzai.

"Esatto." — sorrise per poi incupirsi nuovamente — "Ma Billie lo aveva capito e stasera sicuramente avrà provato a farci litigare."

"Dici?"

"Ne sono abbastanza sicura. Non hai visto la sua espressione quando me l'ha chiesto? Voleva a tutti i costi che lo ammettessi davanti a te."

"Sta' tranquilla, me la vedo io con lei." - la abbracciai - "Nessuno si deve azzardare a metterci contro."

"Ovvio, chica."

Raggiungemmo entrambe il soggiorno e ci imbattemmo in Billie e Chicago che confabulavano sedute sul divano-letto appena aperto.

"Hey, ma può essere mai che sono l'unica ed essersi messa il pigiama?" — Chi si gettò una mano sulla fronte in segno di resa.

"Il pigiama! Me l'ero dimenticata." — continuò — "Chicago, perché non mi aiuti a trovarlo? Voglio mettere quello viola con le payette ma non so dove possa essere."

"Arrivo. Nel caso di là ci mettessimo ore, buonanotte ragazze." — si alzò lei, prima rivolgendosi ad entrambe e poi sussurrando un'ultima cosa a Billie per seguire la bionda nell'altra stanza.

"Allora..." - mi sedetti ai piedi del divano-letto, nell'angolo opposto a dov'era lei - "perché hai fatto quella domanda a Diana?"

"Andiamo, mi fa strano che tu non te ne sia accorta in tutto quel tempo."

"Questo che c'entra con la mia domanda? Voglio sapere perché gliel'hai chiesto."

"L'ho fatto così che tu lo venissi a sapere, dovresti ringraziarmi."

"No Billie, tu hai provato a farci litigare! Ho riconosciuto quell'espressione sul tuo volto. Volevi costringerla a parlare a tutti i costi, anche la mia ex faceva così con me."

La ragazza di fronte a me cambiò totalmente espressione, da determinata a dispiaciuta.

"E la volevi forzare così che mi arrabbiassi con lei per non avermene parlato, eh?"

"Scusa." — continuò lei — "In questo periodo lontana da te non ci sono proprio stata con la testa e ho pensato di tutto. Ricordandomi di Diana mi sono infastidita e ho voluto farti scoprire la verità."

Sospirò, mentre io ascoltavo attentamente le sue parole.

"Perdonami."

"Io ti perdono Billie, ma tu devi farmi capire perché ti comporti così."

"Così come?"

"Prima ti comporti in maniera distaccata, poi mi vuoi come amica, poi ti comporti come la Billie che ho amato per quel primo periodo, e poi così. Di nuovo da stronza."

"Aspetta, mi hai amato allora?"

E alla fine non più.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora