Capitolo 2

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Eccoci qui, seduti tutti intorno ad un tavolo... una parte è occupato da noi femmine, quindi da me, mia madre, mia sorella Serenity e la mamma di River, dall'altra parte ci sono gli uomini: mio padre, mio cognato, suo padre e River. È chiaro quanto lui odi queste cene, sua madre ce lo fa venire apposta. Io e River siamo seduti tra di loro, lui di fronte a me e io di fronte a lui, e come ogni volta ce ne stiamo in silenzio a sperare che arrivi presto l'ora di alzarci.

Sto guardando River, forse un po' troppo, e devo dire che è davvero carino, ma questo l'ho sempre pensato: ha i capelli rossi, quasi castani, gli occhi sono castani. È molto muscoloso, forse è per questo che non teme di fare rissa, ed è anche molto alto. Sta guardando la televisione che trasmette una vecchia partita di baseball, ma non credo che gli interessi davvero, sta cercando soltanto di fare passare il tempo.

«Meadow mi stai ascoltando?» River mi guarda, io sposto subito lo sguardo su mia madre, spero con tutto il cuore che non abbia notato che lo stavo fissando, che nessuno l'abbia notato...

Dio, che vergogna.

A volte non mi rendo conto che succede, è proprio imbarazzante perché potrebbero essersene resi conto tutti. Spero di no.

«Scusa... stavo pensando al compito di gruppo che...» dico a mamma, che mi interrompe praticamente subito.

«Infatti, perché non vai da Bridgette? Si sta facendo tardi, e noi resteremo ancora un po' qui a parlare.» mi dice lei.

Davvero posso alzarmi?

Io e le mie amiche siamo così... di venerdì o di sabato sera, invece che uscire e andare a divertirci, preferiamo vederci a casa di una di noi, magari finire insieme i compiti che non siamo riuscite a fare prima e poi parlare, parlare di qualsiasi cosa.

Mi dispiace per River che dovrà rimare, almeno da quanto appena detto da mia madre, seduto qui ancora per un po'. Il fatto è che non gli parlano, non gli chiedono niente, quindi è davvero triste.

«Sì, non studiamo a casa sua, ma al locale...» dico.

Il locale sarebbe dei genitori di Dana, vendono cibo, frullati, caffè e tante altre cose. D'estate lavoriamo tutte e tre lì per ricavare un po' di soldi, stasera andremo lì giusto per non starcene tutta la sera chiuse nella stanza di Bri.

«Oh, che bello! Ce li hai i soldi per prendere qualcosa?» mi chiede mamma sorridente.

«Sì... ci saranno anche Zack e qualcuno dei suoi amici, tu vieni, River?» chiedo al ragazzo.

Non so come cavolo mi sia saltato in mente di chiedergli se viene... insomma, non ci rivolgiamo mai la parola e ora sono qui a fissarlo, così come tutti i presenti. Lui mi guarda sorpreso, potrebbe anche reagire male e iniziare a litigare con tutti, me lo aspetto, ce lo aspettiamo tutti. In realtà non ci sono nemmeno Zack, che sarebbe uno dei giocatori di football della scuola che River ha già picchiato, e non ci saranno nemmeno i suoi amici, ci saremo soltanto io e le ragazze, ma dire davanti ai genitori che ci saranno anche quei ragazzi li farà stare più tranquilli. Sto iniziando seriamente a sudare freddo mentre aspetto che mi dica qualcosa, potrebbe dire anche che si tratta di una bugia e i nostri famigliari chissà che cosa inizierebbero a pensare di me.

«River? Perché, viene anche lui?» mi chiede Keith sorpreso.

«Sì, il professore ha creato i gruppi e... per questo lo facciamo al locale, perché così non saremo con tutti questi ragazzi in stanza da sole.» spiego, mentre River continua a fissarmi.

Giuro che sono rare le volte in cui lui mi ha guardata, così rare che posso contarle sulle dita di una mano, e non so che cosa significhi il suo guardarmi dritto negli occhi. A me lui non fa paura, ma se guardasse in questo modo una qualsiasi altra ragazza che lo teme, la farebbe tremare di paura.

«Buona idea.» dice Serenity, a cui sorrido.

«Allora andate... ma scrivimi appena arrivate, okay? E non fate tardi, dormi da Bridgette e sentiamoci domani mattina.» mi dice mamma.

«Sì, mamma.» sussurro alzandomi e andando a dare un bacio sia a papà che a mamma, mentre anche River si alza e, senza dire nulla, va verso la porta: «Divertitevi!» esclamo a tutti loro.

«Mi raccomando.» mi dice mamma facendo un cenno verso River, annuisco e saluto un'ultima volta tutti prima di seguirlo fuori.

Sarà arrabbiato?

Dal modo in cui cammina non so capire se se la sia presa oppure no, ma fossi al suo posto sarei felice, visto che grazie a me si è potuto alzare ed è potuto andare via. Supera la macchina, ma soltanto perché il posto di guida è dall'altra parte, e così mi faccio coraggio e lo seguo, bloccandolo prima che salga.

«Mi dai un passaggio, per favore?» gli chiedo, facendolo voltare verso di me.

«Sulla mia macchina non ci sale un cazzo di nessuno, quindi inizia a camminare, e non preoccuparti, perché anche se dovessero rapirti ti lascerebbero andare in poche ore, visto che sei insopportabile.» corruccio la fronte.

Perché deve farlo?

Sono l'unica persona in questa cittadina, e probabilmente in tutto il mondo, che non lo odia o che non ha paura di lui, eppure lui cerca in tutti i modi di trattarmi male per avere anche me contro.

«Ti ho aiutato... se non fosse stato per me tu saresti ancora lì, seduto, ad annoiarti.» gli dico.

«Chi cazzo ha chiesto il tuo aiuto?» mi chiede avvicinandosi a me e venendomi faccia a faccia, ovviamente abbassandosi perché è più alto di me: «Non ti guarderei nemmeno se fossi l'ultima ragazza rimasta sulla terra, per cui smettila di fissarmi sempre, di seguirmi, di fare il mio nome e di chiedermi di portarti in giro, perché non sono tuo amico, non sarò mai il tuo ragazzo, non sono un taxista e non sono nemmeno così disperato da venire a cercare te.» non avevo nemmeno notato che stava fumando, inizio a tossire quando mi soffia in faccia tutto il fumo, mentre lui sale in auto e parte.

Perché è così cattivo?

Come fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora