Capitolo 7

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Un anno e mezzo fa
Scendo le scale sperando come sempre che questa cena passi in fretta. Può essere divertente per i miei genitori, per Keith e mia sorella, per Jim e Nancy, ma per me non lo è. Mi annoiano, ma mia madre mi obbliga a partecipare perché non sarebbe educato restarmene chiusa in camera mia mentre abbiamo ospiti, e nemmeno andare a casa di Bridgette o di Dana. Gli ospiti sono già arrivati, mancavo soltanto io, infatti mamma non faceva altro che continuare a chiamarmi. Saluto tutti aspettandomi, come sempre, le solite domande: come va la scuola, c'è qualche ragazzo, e le classiche domande che fanno i parenti che non vedi praticamente mai o gli amici dei genitori che non hanno altro da dire. Mi blocco a guardare un ragazzo mai visto prima, in piedi, che mi guarda a sua volta. Ha i capelli rossi, sembrano quasi castani, è molto muscoloso, e alto, e... bello.

Chi è?

Tutti si comportano come se nulla fosse, arrivo al punto di pensare che sia l'unica a vederlo, non mi è mai capitato prima di avere le allucinazioni, ma nell'ultimo periodo dormo poco e... no, sto delirando. Sembra uscito dai miei sogni.

Mi incammino lentamente verso di lui con la consapevolezza che potrebbe svanire da un momento all'altro, non succede, e così mi fermo davanti allo sconosciuto diventando tutta rossa non appena sorride: oh mio Dio, se sorride è ancora più bello.

«Ciao, io sono Meadow.» mi presento, allungo la mano verso di lui e ciò sembra meravigliarlo molto.

«River.» ecco la sua voce... wow.

Mi stringe la mano, ciò mi dà la conferma che sia vero, che esista davvero e che sia davvero in casa mia. Ritrae la mano giusto in tempo per quando Serenity, mia sorella, mette il braccio sulle mie spalle come se fosse una sorta di abbraccio.

«Non perdere tempo qui, sorellina, c'è di meglio da fare.» mi dice, allontanandosi per tornare dal suo fidanzato.

Di cosa parla?

Non capisco se ce l'avesse con questo River, di cui non ho mai sentito parlare, o se parlasse in generale...

«Tesoro vai a controllare la cena.» mi dice mamma, troppo occupata a spettegolare con Nancy per andare lei stessa.

«Vuoi venire in cucina con me?» gli chiedo sorridente, visto che, altrimenti, resterebbe qui tutto solo.

Annuisce leggermente, per cui mi giro e, sorridente, raggiungo la cucina: manca ancora qualche minuto, quindi mi appoggio al bancone in attesa che suoni il timer.

Odio queste cene, ma se avessero parlato di un ragazzo mai visto prima, o anche se ne avessero parlato i miei genitori o mia sorella in generale, li avrei sentiti... invece nessuno lo ha fatto, quindi mi chiedo chi sia, cosa faccia qui, e se le persone di là siano felici della sua presenza.

«Guarda, questi li ho fatti io. Sono muffin salati. Prendine uno. Mia madre non riempie i piatti, soprattutto il mio, ma...» mi rendo conto di stare parlando troppo, quindi sospiro: «Tu chi sei?»

«Hai presente quando i figli vengono abbandonati dal padre, lo odiano a morte e quindi lo definiscono il proprio donatore di sperma?» annuisco mentre do un morso al mio muffin, seguendo attentamente il suo discorso.

Se parliamo di padri, potrebbe essere figlio di Jim, magari di mio padre, il che lo renderebbe mio fratello. Keith è troppo giovane.

«Come si può definire Nancy? Donatrice di vagina farebbe intendere che me la dà, il che mi farebbe schifo.» oh, quindi... sarebbe il fratellastro di Keith, anche se non hanno nessun legame di sangue.

«Uhm... madre surrogata? Ti ha tenuto in pancia per nove mesi e poi non ti ha cresciuto, è questo che intendi?» gli chiedo mentre anche lui inizia a mangiare il mio muffin.

«Brava. Se n'è andata quando ero piccolo e non si è più fatta viva. Sono buoni questi cosi, tienimene da parte uno nel caso tua madre si limitasse a degli assaggini.» rido e annuisco, capendo anche che abbia cambiato discorso perché non gli piace parlare di Nancy.

Chissà come mai è qui... se Nancy lo ha abbandonato quando era piccolo non avrebbe senso che fosse venuto a vivere con lei, a meno che non ci sia altro sotto... comunque non sono affari miei.

L'arrivo di mamma mi fa tornare seria e allontanare dai muffin, è fissata con le diete e dice che ai ragazzi non piacerò se diventerò grassa... mi sembra che non sia felice della presenza di River qui, infatti lo guarda male e lo supera venendo accanto a me.

«Ci stanno aspettando tutti a tavola. Meadow tu resta qui ad aiutarmi.» è un modo per dire a River di uscire dalla cucina, gli sorrido e lo guardo andare via: «Quel ragazzo non mi piace per niente. È un piantagrane, Nancy lo crede pericoloso, quindi non uscirci e non essere amichevole. Anche a scuola, lunedì, fai finta di non conoscerlo.»

«Cosa? Mamma non lo conosciamo, e nemmeno Nancy lo conosce visto che lo ha abbandonato da piccolo, gli dobbiamo dare il beneficio del dubbio, sembra un bravo ragazzo.» le dico.

«Non siamo la carità, tesoro. È già tanto che si trova qui a cena, stasera. A proposito, tienilo d'occhio, non vorrei che rubasse qualcosa.» la guardo male, so che non servirebbe a nulla risponderle, quindi esco dalla cucina vedendo che lui guarda il tavolo senza sapere dove andare a sedersi, e nessuno di loro lo aiuta.

A volte mia madre sa essere... non cattiva, direi stronza, e io più di tutti posso confermarlo.

«Puoi sederti vicino a me, se ci annoiamo troppo, e, credimi, sarà così, mi inventerò qualcosa per svignarcela.» gli dico a bassa voce, in modo che nessuno senta, sorridendogli.

Mi guarda per un po', sembra sorpreso dalla mia proposta, ma ora che siamo davanti a tutti loro non sembra più il ragazzo che era in cucina poco fa.

Anche se mi è fin troppo chiaro che tutti i presenti oltre a me non vogliano averci a che fare, per fino la sua stessa madre, io non lo conosco e qualsiasi cosa abbia fatto non deve per forza essere incolpato a vita.

«Tu dove ti siedi?» mi chiede.

«Accanto a Keith, aggiunge di nascosto del cibo al mio piatto.» gli confesso, fiera sia di me che di Keith, che non siamo mai stati beccati da mia madre.

«Perfetto, io vado a sedermi da un'altra parte.» mi lascia qui così, sconvolta, e lo guardo andare a sedersi dall'altra parte del tavolo, resta a testa bassa.

Ci sono rimasta male, è chiaro, ma ciò non mi fa cambiare idea sul fatto che gli do il beneficio del dubbio, a differenza loro.

Come fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora