Capitolo 34

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Faccio degli scarabocchi sul foglio come se bastasse per fare sì che il tempo passi in fretta e che non debba più stare seduta accanto a River, visto che quando sono arrivata mi sono seduta tutta sola e quando è arrivato lui, l'unico posto libero era quello accanto a me... comunque non ci rivolgiamo la parola da qualche giorno, e io sono molto triste perché non parlo più con nessuno, potrei anche farlo, ma non ne ho voglia perché tanto quando parlo con qualcuno qui a scuola finisce sempre col nominarlo...

«Meadow e River.» alzo la testa vedendo che il professore è di fronte a noi.

Di solito sto attenta alle lezioni, ma River mi fa andare fuori di testa...

Gli altri parlano tra di loro, non so che cosa stia succedendo, mi raddrizzo e mi schiarisco la voce sperando che non si sia accorto che non lo stavo ascoltando...

«Scusi, io non...» sussurro, venendo subito interrotta da lui.

«Tu non mi stavi ascoltando. È un esercizio a coppie. Dovete passare del tempo insieme per conoscervi meglio e alla prossima lezione River mi consegna un tema su di te e tu su di lui.» mi spiega.

Come?

Mi volto a guardare lui, che se ne sta in silenzio. Dovrebbe almeno dire qualcosa, di solito non vuole passare del tempo con me, soprattutto a scuola, invece ora fa così, cioè, invece ora non dice niente.

«Scusi, ma io non posso lavorare con lui.» gli dico.

«So che questo non è il genere di compito che piace a te, a differenza dei tuoi compagni, però ci terrei che ci mettessi tutta te stessa come fai negli altri compiti.»

«E questo le prometto che lo farò, ma non con lui. La prego, mi metta con uno dei giocatori di football, o con una delle cheerleader.» non posso credere di stare pregando il professore per mettermi in coppia con dei ragazze e delle ragazze che proprio non sopporto.

Nell'ultimo periodo è capitato che io e River ci mettessimo a fare dei compiti insieme, è sempre andato tutto bene, non ci siamo visti al di fuori delle mura della scuola e i nostri genitori non l'hanno scoperto, normalmente sarei felice di lavorare insieme a lui, ma non adesso, non ora che continua a trattarmi come una stupida.

«Conosco i miei alunni, so che nessuno lo sopporta, se l'avessi messo in coppia con qualcun altro sarebbe successo il finimondo, ma so dai miei colleghi che spesso fate coppia nelle altre materie e lavorate bene insieme.» mi spiega.

Perché gli altri professori non si fanno gli affaracci loro?

Lo so che tutti lo odiano ancor più di me, però tra tutti i compiti che potevano assegnarci proprio uno in cui dobbiamo parlare di noi due... sarebbe stato diverso se fosse stato un compito di storia, o di scienze, o degli esercizi durante l'ora di attività fisica, invece...

«Faremo un buon lavoro.» mi giro sconvolta a guardare River.

Ma... ma cosa sta facendo?

Prima mi tratta bene, poi mi tratta male, non ci rivolgiamo la parola per giorni, e ora si mette a dire al professore che faremo un buon lavoro... proprio lui che non porta nemmeno lo zaino a scuola e che il suo armadietto è vuoto.

Il professore mi guarda senza dire niente e se ne va prima che riprovi a pregarlo di cambiarmi compagno di questo assurdo compito che ci ha assegnato, abbasso lo sguardo incredula.

«L'unico che ci vuole vedere insieme a parte te.» dice River facendomi voltare di nuovo verso di lui.

Ora mi parla tranquillamente prendendomi anche in giro per ciò che provo per lui?

Lascio perdere, altrimenti finirei col discuterci e starci ancora più male, prendo un foglio bianco, che non ero ancora riuscita a scarabocchiare, e una penna.

«Potremmo mettere giù delle domande, rispondere entrambi e poi a casa, da soli, scriviamo il compito da consegnare.» propongo.

«Non ho intenzione di scrivere niente su di te.»

«Ma hai detto al professore che faremo un buon lavoro, e poi io voglio farlo, ne va della mia media.» gli dico subito.

«Entrerai al college anche se non scrivi di me.» sapevo che sarebbe andata a finire così...

«Per me è importante prendere un bel voto.» insisto.

«Io non voglio parlarti di me.» mi dice.

«Pensi che mi serva chiederti qual è il tuo secondo nome? Ti conosco meglio di quanto pensi.»

Non è il fatto di fare parte, in un certo senso, della stessa famiglia, perché comunque ci vediamo solo a qualche cena in cui nemmeno ci rivolgiamo la parola... però sono una che osserva, e con questo non voglio passare per una che ha un'ossessione per lui, solo che... lo conosco, tutto qui.

«Certo perché sei una stalker del cazzo.» ecco che riesce sempre a dire la cosa che mi fa rimanere male.

«No, perché tengo a te e ascolto, è diverso.»

Mi guarda, sa che è così, i suoi occhi fissano i miei per un po', dovrei distogliere lo sguardo, visto che lui non lo fa, invece continuiamo a guardarci finché lui non fa un piccolo sorriso.

«Anche io posso fare un buon lavoro senza chiederti niente.» mi dice.

«Tu?» scoppio a ridere, incredula su quanto mi ha appena detto.

«Non ridere di me.»

«Tu mi fai ridere.» vedendo quanto è serio, però, torno seria anche io.

«Scommettiamo che prenderò un voto migliore del tuo?» mi chiede.

Questa cosa mi fa molto ridere perché da quando lo conosco non si è mai impegnato in niente che riguardasse la scuola, ora è convinto di riuscire a prendere un voto migliore di quello che potrei prendere io.

«D'accordo.» tanto vincerò sicuramente io: «Chi prende il voto migliore cosa vince?» gli chiedo.

«Un bacio.»

«Smettila.» sussurro diventando tutta rossa.

«Di fare cosa?» mi chiede fingendosi confuso.

«Hai detto che hai perso tempo con me...» abbasso lo sguardo ricordando le parole che mi ha detto l'altro giorno e per cui non ci siamo più parlati...

«Un bacio non si nega a nessuno.»

River non la smetterà mai, e nemmeno io smetterò mai di provare qualcosa per lui, quindi, per quanto so che giocando col fuoco ci si brucia, gli stringo la mano, convinta che, comunque, sarò io a vincere.

Come fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora