Mi guardo intorno in questa casa che a quanto pare appartiene a River, visto che suo padre non c'è più. Questo sembra anche un bel quartiere, ho visto bambini giocare davanti casa, significa che è sicuro, e i vicini non hanno perso tempo a venire a salutare River, dicendogli quanto fosse diventato grande e bello, e si sono presentati. Le donne mi hanno invitata a prendere un té da loro. Ho anche conosciuto quell'amico di suo padre che ha tenuto pulita la casa e il giardino durante la sua assenza, è stato molto gentile, sono entrata mentre loro sono rimasti fuori a parlare.
Ancora non mi sembra vero che in pochi giorni la mia vita sia cambiata in questo modo... è come se stessi vivendo un sogno.
«Sei già andata di sopra?» scuoto la testa mentre lui chiude la porta d'ingresso: «Vieni, te la faccio vedere.»
Non ci sono foto, almeno non qui in giro, ma è tutta arredata: al piano di sotto c'è un grande soggiorno, una cucina e la sala da pranzo, una scala ci porta al piano di sopra dove ci sono cinque porte.
«Queste due stanze sono vuote, questa era quella di mio padre, questa la mia, e quella porta è il bagno. Possiamo stare nella mia stanza.» mi dice aprendo la porta.
Wow...
Ha una casa, una casa che apparteneva a suo padre, e con tutte quelle persone che ci hanno accolto prima... non lo so, improvvisamente mi sono sorti dei dubbi.
«Non dirmi che preferisci che stiamo in due stanze separate... siamo sposati.» dice, vedendo che non lo raggiungo per vedere la sua stanza.
«Senti io... io potrei cercare un motel. Siamo sposati e ti prometto che prenderò io le decisioni nel caso ti succedesse qualcosa. Mi sento di troppo. Questa è casa tua, non ho il diritto di...»
«Piano. Tu ce l'hai il diritto. Essere sposati significa che questa casa non è soltanto mia, ma anche tua. E non sei di troppo.»
«Se non mi avessero picchiata, noi due saremmo ancora lì, e tu... tu ammettilo, ammetti che te ne saresti andato il giorno stesso in cui ti avrebbero sbattuto fuori e non saresti neanche venuto a salutarmi.» cosa sto combinando...
Non ci voglio litigare, solo che arrivare qui mi ha fatto fare un piccolo passo indietro. Ora non si parla del nostro matrimonio, della sua fedeltà nei miei confronti e tutto il resto a cui penso sempre.
«Meadow potrei stare qui a dirti che non me ne sarei mai andato senza prima salutarti, che non me ne sarei andato senza di te, che ti avrei chiesto di venire via con me, ma che se tu non avessi accettato ti avrei detto che ti avrei aspettata, perché un giorno ti avrei sposata... ma perderei soltanto tempo, vero? Perché tu non mi crederesti.» si avvicina a me, molto lentamente.
Okay, potrei anche credergli, ma perché avrebbe dovuto dirmi quelle cose se non prova niente per me? Okay, magari ci tiene a me, mi vuole bene, ma ciò che provo io, che è ciò per cui tutti si sposano, non è ciò che prova lui, perché in questi giorni, mentre io non ho fatto altro che ripeterglielo, lui non ha mai ricambiato. Ha detto davvero di tutto, tranne di amarmi, e io non posso costringerlo a farlo, oppure stare qui come se nulla fosse con la speranza che un giorno ricambi i miei sentimenti.
«Puoi essere felice per noi due soltanto per un minuto? Abbiamo una casa, io ho un lavoro, e tu puoi tornare a scuola, diplomarti e andare al college. Io e te staremo bene.»
«Dimmi una cosa, River, perché non ne abbiamo mai parlato. Ero così felice di sposarti che non ti ho nemmeno chiesto se in futuro vorresti avere dei figli. Avrei dovuto chiedertelo. È importante per me.» è importante per me saperlo, avrei dovuto fargli questa domanda la stessa sera in cui ce ne siamo andati da casa mia.
«Bambini? Tu proprio ora, mentre noi due abbiamo diciassette anni e ci siamo sposati da pochi giorni, mi chiedi già dei figli?»
Spero che questa discussione non degeneri, e che non si metta ad urlare, perché non voglio che i nostri vicini sentano già urlare dopo soltanto mezz'ora dal nostro arrivo.
«Io non ti sto chiedendo dei figli. Ti sto chiedendo se ne vorresti in futuro, è ben diverso.» lo supero, non potendo sopportare il suo sguardo.
«Dovevo aspettarmelo da una come te.»
Entro nella sua stanza, quella in cui voleva che lo seguissi. Sembra essersi fermata nel tempo... scommetto che è stato lui a lasciarla proprio così, il giorno in cui ha dovuto trasferirsi da Nancy, e questa è sicuramente migliore della stanza che aveva da Jim e Nancy, perché è luminosa, colorata, piena di roba...
«Una come me?» gli chiedo, non capendo che cosa intenda con questa sua affermazione.
«Una come te che è arrivata vergine al matrimonio. Se ti avessi chiesto di sposarmi tra trent'anni mi avresti lasciato a secco per tutto quel tempo?»
Scusami?
Spero almeno che su questo mondo ci siano ancora ragazzi che apprezzano queste cose. Beate le ragazze che hanno conosciuto, conoscono e conosceranno ragazzi che non le prenderanno in giro per questo, perché io non ne ho conosciuti... mi sarebbe piaciuto, però.
«A secco? Ma come parli? Mio Dio... non posso credere di averti chiesto se vorresti dei figli.» sono scioccata dalle sue parole, spero se ne renda conto.
«Okay, non litighiamo. Ho esagerato. Tu però non puoi saltare fuori con cose del tipo "vado in un motel", perché adesso è questa casa nostra. Possiamo smetterla di discutere?» mi chiede, a quanto pare ha capito il suo errore subito.
«Scusa.» sussurro, sedendomi ai piedi del letto e sospirando: «Non avrei dovuto dire quelle cose... solo che sono cambiate così tante cose in pochi giorni che non ci sto capendo più niente.»
Si siede accanto a me, prendendomi la mano e dandomi un bacio tra i capelli.
«Lo so, ma ci sono io con te.» lo abbraccio subito.
«Questa casa mi piace molto, e mi va bene stare qui con te.» sussurro.
Beh, anche se avessimo continuato con la discussione comunque non avrei trovato il coraggio di andarmene via, e lui non me l'avrebbe nemmeno permesso.
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Come fosse un sogno
RomanceDa quando si conoscono, River non ha fatto altro che trattare male Meadow, la quale non ha mai nascosto i suoi sentimenti per lui. Quando finalmente lui sembra essersi accorto di lei, torna a trattarla male ogni volta, finché, a causa dei genitori...