Capitolo 10

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Le mie amiche, coloro che conosco da tutta la vita, che dovrebbero stare dalla mia parte così come io sono sempre stata dalla loro, per tutta la mattina mi hanno evitata nonostante io abbia cercato di avvicinarmi a loro per spiegare il motivo per cui ho lasciato la festa alla quale mi aveva portata Tyler per andare da River, e ora sono ferma fuori da scuola a pensare a tutto questo... perché io non ce la faccio più a temere le azioni altrui per quanto riguarda River. Alla fine, ad una certa, me la prendo e penso "porca vacca, la vita è mia, che cavolo volete voi?" lui nemmeno mi nota, quindi sono soltanto mie fantasie che non tramonteranno mai in niente... lo capissero, però. Qualcuno mi passa accanto dandomi una forte spallata, ha usato così tanta violenza che quasi cado per terra, appoggio la mano sulla mia spalla e mi giro a guardare Bridgette e Dana, che sono insieme ai giocatori di football, ed è stato proprio uno di loro a venirmi addosso... presumo di proposito, siccome non si è scusato.

Ahia. Ma che problemi hanno?

«Ti ho fatto male?» mi chiede uno di loro divertito, avvicinandosi a me, faccio un passo indietro.

Non so cosa vogliano e nemmeno mi interessa, devo andarmene prima che succeda qualcosa, qualsiasi cosa, ma qualcuno si mette davanti a me. Le cose si fanno sempre più strane, visto che si tratta di River.

«Mi vuoi picchiare perché ho fatto male alla tua ragazza? Oppure lasci che me la porti a letto in modo da essere pari, visto che tu ti sei fatto la mia ex mentre stavamo insieme?» chiede a River lo stesso ragazzo.

La tua ragazza?

Da come tutti guardano e sembrano interessati, è come se, dopo la rissa tra Tyler e River, per loro sia chiaro che tra me e River ci sia qualcosa e quindi vogliano "vendicarsi", ma... per quanto vorrei, io non ho nulla a che fare con lui.

«Vediamo. Provaci con lei, sono sicuro che non ci verrà mai a letto con te. O con te, o te, o con ognuno di voi, poi, dopo che lei vi ha rifiutato, io vi ammazzo. Via il primo.» non capisco cosa stia facendo, normale avrebbe dovuto dire che non gli importa e andarsene via, invece...

«Quindi state insieme?» chiede Dana sorpresa.

«No, però mi state sul cazzo tutti, quindi se le date fastidio potrei prendervi a pugni, soltanto per il gusto di farlo.»

Se tutto questo arrivasse alle orecchie dei miei genitori...

Mi trema il labbro, non ci sto più capendo niente, per fortuna, però, invece di sfidarlo, se ne vanno via tutti, lasciandomi da sola con River.

«Hai visto? Devo sempre rimediare io ai tuoi errori. Prima al fatto che sei uscita con quel perdente, e ora perché ti fai trattare in questo modo da quei cretini.» non riesco a dire niente, non voglio dire niente: «Adesso quelli per vendicarsi proveranno a portarti a letto.»

«Magari scherzavano... non puoi saperlo.» gli dico in un sussurro.

«Sì che posso. Sono un ragazzo, Meadow, e se mi fossi fissato con te farei di tutto per riuscire a portarti a letto, anche farmi amiche le tue migliori amiche per avvicinarmi a te.»

Lo so che ha ragione, sotto sotto lui ha sempre ragione e sa benissimo che è così. Quelli non hanno mai notato né me, né le mie amiche, e ora, magicamente, ci notano tutte e tre.

«Sei... sei preoccupato per me?» gli chiedo sorpresa.

«No. Sono preoccupato per me, perché credono che tu sia la mia ragazza e se ti fanno qualcosa ci vado di mezzo anche io.»

«Ma io non ci andrei mai a letto e non ci farei mai niente, né con lui, né con...» chiunque altro.

«Me. Mettitelo in testa. Cazzo, proprio non ci arrivi? Non so più come fartelo capire. Sono disposto ad inginocchiarmi e a pregarti di ficcarti in testa l'idea che non accadrà mai niente tra di noi.» sembra arrabbiato.

Finché vivrò in questa cittadina, le persone mi resteranno vicine soltanto se starò con qualcuno che a loro piace... in questo caso io non sto con River, ma alle mie due migliori amiche basta che mi piaccia per prendere le distanze da me... non oso nemmeno immaginare come reagirebbero i miei genitori e mia sorella se lo venissero a scoprire. Da quello che dice, però, e da come si è sempre comportato, ha ragione... mi devo mettere in testa che tra noi due non ci sarà mai niente... mi fa male pensarlo, e più il tempo passa, più me ne rendo sempre più conto, il fatto è che non posso e non riesco a dimenticarmi di lui. Vorrei, perché so che non starei sempre così male, e se esistesse un modo per riuscire a dimenticarlo ci proverei... anche se non sono sicura che funzionerebbe.

Mi lascia qui così, non dicendo altro, e inizia ad incamminarsi verso la sua auto.

«River, puoi...» aspettare un attimo, così da parlare, visto che quelli ora mi credono la tua ragazza?

Niente, non mi fa finire di parlare, mi interrompe subito.

«Non chiedermi di darti un passaggio perché ormai conosci la risposta. Chiama mammina o papino, oppure chiedi un passaggio a qualcuno e per sdebitarti fagli qualche servizietto in macchina.»

Come si permette?

Ci sono rimasta male per le parole che ha usato contro di me... io non sono come lui e come le ragazze con cui è abituato ad uscire, non faccio certe cose... ecco, esatto: mi dice cose cattive che mi fanno arrabbiare, ma non riesco comunque a cambiare idea su di lui. Ormai è così da sempre, sarà così per sempre.

A testa bassa, con tanti pensieri in testa, mi allontano lentamente da lui... anche se gli avessi risposto avrei sprecato soltanto fiato perché lui non mi avrebbe ascoltata e mi avrebbe detto qualcosa di peggiore, e io ci sarei stata il doppio peggio... quindi è meglio che io me ne vada via cercando di rendermi conto da chi sono circondata davvero... non soltanto da genitori come i miei, da mia sorella, dalle mie amiche, dai miei compagni di scuola e da tutti altri, ma anche da lui... perché prima o poi mi dovrò rendere conto per davvero di chi ho davanti.

Come fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora