Capitolo 45

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Guardo la bellissima suite in cui passeremo la prima notte di nozze, che ci dà la vista su tutta la città. A lui non importa tutto questo... per lui ci saremmo potuti sposare senza fedi, senza smoking e senza vestito bianco, avremmo potuto soltanto mettere le firme, non perché non gli importi del matrimonio, ma perché secondo lui queste non sono cose importanti, sta facendo tutto questo per me, anche l'avermi portata in una delle città più belle del paese e aver preso questa suite.

Mi siedo sorridente sul letto, indossiamo ancora i vestiti del matrimonio perché non abbiamo avuto tempo di cambiarci, lui si sdraia.

«Posso chiederti una cosa?» gli chiedo.

«Vai.» chiude gli occhi ma so che mi ascolterà.

«Tu rispetterai davvero le promesse che ci siamo fatti?» potrebbe anche rispondermi di no, devo aspettarmelo: «Di essermi fedele sempre, e tutte le altre cose... finché morte non ci separi?» gli chiedo più precisamente.

Fedele...

Da quando lo conosco non ha fatto altro che andare a letto con le altre, anche se ora le cose sono ben diverse, ma questo non significa che non cadrà in qualche tentazione...

«Dovrei dire a mia moglie se ho intenzione di tradirla?» mi chiede sorridente.

«Non è divertente... per me è importante il matrimonio... non farmi soffrire, per favore.»

«No, amore, promesso.» mi rassicura, voglio provare a fidarmi...

«Lo so perché mi hai sposata tu, e ti ringrazio, ma voglio che tu sappia che prima del tuo stesso motivo, io ti ho sposato perché ti amo.» gli ripeto.

«Ripetimelo più spesso.» sussurra.

Si sposta appoggiando la testa sulle mie gambe e abbracciandomi, passo le mani tra i suoi capelli.

Una cosa a cui non avevo pensato è il sesso. Siamo sposati, è naturale che tra noi due debba accadere, e io mi sento pronta, lo sono per davvero.

«Tu... credi che ce la faremo? Abbiamo speso tanti soldi in un solo giorno... quando li avremo finiti come faremo?» gli chiedo.

«Cercherò un lavoro, e ti ho detto che abbiamo un mucchio di soldi, non devi preoccuparti di questo, è tutto sotto controllo.» mi rassicura, vuole sempre rassicurarmi che vada tutto bene...

Mi appoggio allo schienale del letto, lui si alza ma si riappoggia subito a me, mettendo la testo sul mio petto... è strano che proprio lui, che non chiede mai abbracci, e a malapena ne dà, mi stia così vicino di sua spontanea volontà, non importa... continuo ad accarezzarlo tra i capelli, guardando fuori, il magnifico paesaggio.

Prima di conoscerlo l'unica cosa a cui pensavo era la scuola, poi tutto è passato in secondo piano.

«Meadow... tu non mi lascerai mai, vero?» mi chiede.

«Mai mai mai... e tu?»

«Mai mai mai mai.» sorrido.

Sto vivendo il mio sogno, con lui, non esiste niente di meglio.

Alza la testa buttandosi nell'altro lato del letto, mi alzo andando a mettermi davanti all'enorme vetrata, guardo le macchine che sfrecciano per la strada e le persone che camminano sul marciapiede.

«Cosa faremo se i nostri genitori dovessero trovarci?» gli chiedo in un sussurro.

Da parte mia posso assicurare che non tornerò mai più sui miei passi, indipendentemente da come andranno a finire le cose tra me e lui, lui è ancora più deciso di me, e probabilmente loro non verranno mai a cercarci, ma se invece lo facessero?

«Niente. Li mandiamo via e basta.»

«Posso dirti una cosa che non ti ho mai detto, e che non ti avrei mai detto, ma che preferisco dirti perché non ci dovrebbero essere segreti tra di noi?» gli chiedo.

«Smettila di chiedermi se puoi dirmi o chiedermi qualcosa. Fallo direttamente.»

Sorrido leggermente... sicuramente dovremmo renderci conto che non siamo più semplici conoscenti come lo eravamo fino a ieri, perché non credo nemmeno che fossimo amici. Siamo marito e moglie.

«Quando mi hai chiesto i soldi la prima volta... il giorno dopo a scuola mi hai seguita in bagno, ero strana, e la sera ho bevuto... ricordi?» fa un piccolo verso, resto di fronte alla finestra facendomi coraggio: «Dana e Bridgette hanno chiamato mia madre non appena siamo andati via da scuola insieme, è arrivata a casa poco dopo che tu te ne sei andato... mi ha tenuto la testa sott'acqua per un bel po', e poi è arrivata Serenity... mi ha tirata su solo per far sì che io sentissi mia sorella dirmi che tu sei gentile soltanto con chi ti porti a letto, e che se mi avessi messa incinta avrebbe tirato fuori con le sue mani quella cosa dalla mia pancia.»

«Cosa?» mi chiede sconvolto.

«E poi ieri hanno scoperto di me e di Tyler, non so nemmeno come... e dopo avermi detto davvero tante cattiverie, mamma aveva già riempito la vasca d'acqua... papà mi ha picchiata, e senza darmi il tempo di rendermene conto mi hanno messa sotto l'acqua.» mi asciugo le lacrime.

Non avrei voluto piangere proprio oggi, questo è il giorno più bello della mia vita, d'altronde...

Mi abbraccia subito, sa che ne ho bisogno, la cosa bella è che da oggi non credo che gli dovrò chiedere io di abbracciarmi perché capirà benissimo quando ne avrò bisogno.

«Scusa... non ti ho creduto, non ti ho ascoltata, e ti ho buttata in piscina.» è chiaro che si senta in colpa, ma non dovrebbe...

«Non chiedermi scusa... non è stata colpa tua.»

Appoggia la fronte sulla mia, tenendo le mani sui miei fianchi.

«Non ti lascerò mai, non permetterò che ti facciano più del male.»

Lo abbraccio io, questa volta, appoggiando la testa sul suo petto e stringendolo forte forte.

«Lo so.» questa volta ci credo, non penso che dopo aver fatto questo passo importante faccia un passo indietro: «Vado a togliermi questo vestito e a farmi una doccia.»

«Va bene. Io ti aspetto qui.» si allontana da me e leva la cravatta, per poi sbottonarsi la camicia.

Io penso che ce la faremo... anche se siamo soli, anche se abbiamo diciassette anni e anche se sta succedendo tutto troppo in fretta, ce la faremo.

Come fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora