Capitolo 14

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Leggo un libro mentre mangio, seduta sola ad un tavolo della mensa... in questo momento non mi dispiace essere sola, perché anche se ci fosse qualcuno seduto con me mi concentrerei soltanto sul libro.

Più giornate passano, più il compleanno di River si avvicina, e di conseguenza la sua partenza, visto che Nancy e Jim lo sbatteranno fuori subito e nessuno lo ospiterà qui... non posso fare a meno di pensarci e di chiedermi cosa gli costi notarmi soltanto come amica e trattarmi bene anche solo per una volta... mi piacerebbe che lo facesse, almeno per una volta, prima che se ne vada.

«Che fine ha fatto la tua solidarietà verso il genere femminile?» alzo lo sguardo vedendo che un gruppo di ragazze sono di fronte a me.

Non sembrano venute qui per scambiare quattro chiacchiere amichevoli...

Tutti, in mensa, sembrano interessati a ciò che sta accadendo qui, anche River, che è in piedi, appoggiato al muro, con il cellulare in mano.

Posso dire con certezza che queste tizie sono andate tutte a letto con River, ci sono anche le ragazze di quei due cretini che ieri, prima del compito, mi davano fastidio.

«Non so di cosa stiate parlando.» dico loro, tornando a concentrarmi sul mio libro, vorrei finire questo capitolo in santa pace, se me lo permetteranno.

«Pensi di essere migliore di noi? Lo sappiamo tutti che muori dietro a River, ma, guardaci bene, tesoro. A lui piacciono le tipe come noi, non le sfigate come te.» sorrido e alzo lo sguardo di nuovo: non posso credere che vogliano attaccarmi in questo modo.

«E la tua di solidarietà femminile dov'è?» le chiedo.

Il capitano delle cheerleader, forse la ragazza più stronza che tutti qui abbiamo avuto la fortuna di incontrare, appoggia le mani sul tavolo e si piega per guardarmi negli occhi.

Mi sembrava che stesse andando tutto troppo stranamente bene, oggi...

«Siccome hai consigliato ai ragazzi delle mie amiche di lasciarle, lascia che io dia un consiglio a te: se ti piace un ragazzo non dirlo in giro, altrimenti le persone useranno questa storia contro di te.»

Il fatto è che non ho mai detto a nessuno che cosa provo per lui... non riesco a nasconderlo, è così che tutti l'hanno capito, e il fatto che abbia picchiato Tyler è stato la ciliegina sulla torta.

«Non voglio problemi.» sussurro, sperando che lo capiscano.

«Ti voglio semplificare la vita, Meadow: mio cugino è interessato a te, se uscissi con lui la smetteremmo di pensare che ti piace River e non ti daremmo più fastidio.» mi dice una.

Suo cugino?

Ho presente chi possa essere, è carino. Da come la guardano un paio delle sue amiche sembrano sorprese dal fatto che uno come lui possa essere interessato ad una come me, in effetti lo sono anche io, ma potrebbe anche essere il modello più bello sulla terra... a me non importerebbe. Tutto questo non mi porterà a niente con River, lo so, ma non posso e non voglio uscire con altri, illuderli che possa essere interessata a loro, mentre la mia testa, e il mio cuore, sono completamente e totalmente soltanto su River e per River.

«No... grazie, ma no.» rispondo convinta.

«Sei pazza? Suo cugino era il ragazzo più bello e popolare del liceo.» mi dice un'altra, come se mi stesse prendendo per pazza, probabilmente lo sono, non dico di no.

Sono sicura che sarà ben visto anche nel college che frequenta, ma non mi importa comunque.

«State perdendo tempo... le ho chiesto anche io di uscire, ma ha detto di no.» dice il ragazzo che ieri mattina è venuto a parlarmi, ovviamente, di River.

«Cosa?!» chiede la sua ragazza sorpresa.

«Solidarietà femminile.» dico.

Anche se non fosse stato fidanzato avrei risposto comunque di no perché, così come per Tyler, per il cugino di questa ragazza, e per qualsiasi ragazzo che non sia River, al momento non sono interessata. Magari domani incontrerò un ragazzo e capirò che è lui quello giusto e non River, ma per ora non ho intenzione di conoscere e vedere nessuno.

«Solidarietà per River, vorrai dire.» a questo non voglio rispondere.

Per fortuna decidono di lasciarmi in pace, ora è più interessante assistere alla discussione tra quel cretino e la sua ragazza, per gli altri, per me no, perché voglio tornare a farmi gli affari miei come prima... ma prima mi giro verso River, l'unico a non essere interessato a quei due come tutti gli altri, come me, visto che mi sta guardando con le mani in tasca. È appoggiato al muro con la spalla, e per quanto cerchi di nasconderlo, fa un piccolo sorriso che mi arriva dritto al cuore. Mi metto a guardare il libro, non per leggerlo, ma per evitare di passare per una che fissa troppo, e sorrido, non per essere riuscita a cavarmela con quelle tizie, ma perché lui stava sorridendo a me, anche se non lo ammetterà mai, nemmeno sotto tortura.

Magari un giorno arriverà un ragazzo capace di non farmi più pensare a River, oppure non arriverà mai nessuno capace di farlo...

La campanella suona, e così, tutti, amareggiati dal fatto di non poter continuare ad ascoltare la loro discussione, si alzano per andare a lezione, mentre io me la prendo con calma e sono una delle ultime ad alzarmi e ad andare verso l'uscita.

«Ti spacci per il mio avvocato, Meadow?» mi giro a guardare River, non mi ero accorta che fosse ancora appoggiato al muro, gli sorrido.

«No... per esserlo mi dovresti pagare, ed è già tanto che mi stai parlando.» rispondo.

«Come vorresti essere pagata?» mi chiede.

È strano che mi stia parlando tranquillamente e che non mi abbia ancora detto nulla di negativo... devo aspettarmelo, lo conosco ormai.

Alzo le spalle mentre, fianco a fianco, raggiungiamo il piano superiore.

«Aspetta.» mi afferra per il braccio, non con molta forza e nemmeno con cattiveria, guarda tutti quelli che ci passano accanto, restando in silenzio, aspetta che tutti spariscano, in modo che qui restiamo soltanto io e lui, così finalmente torna a guardarmi: «Non farti strane idee.» corruccio la fronte non capendo a cosa si riferisca, e poi lo vedo avvicinarsi a me, dandomi un bacio sulla guancia.

Questo è un sogno, per caso?

Per come è fatto dovrebbe già essere andato via, invece è ancora qui di fronte a me, mi fissa in modo strano, non mi aveva mai guardata in questo modo prima d'ora. Non lo capisco... e probabilmente non lo capirò mai...

«Ho qualcosa sulla faccia?» gli chiedo coprendomi con le mani dopo essere arrossita violentemente.

«No, io... stavo solo pensando che... dovresti piantarla.» sussurra, schiarendosi più volte la voce.

Tolgo le mani per guardarlo, ma quando lo faccio noto che se n'è già andato.

Per pochi minuti, almeno, mi è sembrato di vivere un sogno.

Come fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora