Capitolo 36

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Consegno il compito in cui ho scritto di River fiera di me, e anche curiosissima di sapere che cosa ha scritto lui, e poi esco dalla classe per dirigermi in mensa, sto morendo di fame.

«Sei pronta a baciarmi?» mi blocco, River è dietro di me, mi giro e lo guardo.

Per tutta la lezione si è fatto gli affari suoi, mentre rileggevamo il nostro compito, o alcuni lo finivano, o lo iniziavano speranzosi di riuscire a finirlo prima della fine dell'ora, o lo facevano leggere al proprio compagno, lui stava giù sul banco a dormire, sì, perché l'ho sentito borbottare qualcosa un paio di volte, si è svegliato solo perché il professore ha detto che era arrivato il momento di consegnare e una ragazza, di proposito, lo ha toccato dentro per infastidirlo.

«Sei troppo sicuro di te.» gli dico.

«E tu di te.» mi dice lui.

«Uhm... se vinco io non voglio un bacio da te.» ci ho pensato molto.

«Ah no?» mi chiede sorpreso.

«No.» gli ripeto convinta.

Quando ci baciamo riesce a rendere tutto più bello, il fatto però è che vorrei qualcosa di più. È stato lui a scegliere che chi prende un voto alto vince un bacio da parte dell'altro, ci ho ragionato su e mi sono resa conto che dovrei scegliere io che cosa voglio.

«Allora cosa vuoi?» mi chiede.

«Voglio che tu sia gentile con me per un giorno intero.» solo per una volta, poi tutto tornerà alla normalità...

Sembra sorpreso, magari si aspettava che gli proponessi qualunque altra cosa, non so nemmeno io che cosa, ma non questo, perché sembra una cosa così banale, rispetto ad un bacio.

«Nemmeno io voglio un bacio.» mi dice, questa volta sono io a rimanerci di stucco.

«Perché ora cambi idea anche tu?» gli chiedo confusa.

«Voglio che mi dici che cosa provi per me.»

Come?

Qualche volta mi ha chiesto di dirgli che cosa provo, perché sentirselo dire aiuta, lui vuole proprio sentirsi dire "ti amo" senza giri di parole, e per quanto so che potrebbe aiutarlo davvero, non voglio farlo...

«Quello non lo farò mai.» gli dico diventando tutta rossa.

«Perché no?» mi chiede sorpreso e confuso allo stesso tempo.

Era così sicuro che si sarebbe sentito dire solo di sì... perché io cerco di dirgli di no raramente... magari si aspettava per fino che non aspettassi di vedere i nostri voti, ma che glielo dicessi qui e ora...

«Perché mi prenderai in giro a vita se lo faccio...» sussurro.

«Non puoi non farlo. Io sarò gentile, se vincerai tu, mentre, se vincerò io, tu mi dovrai dire che cosa provi per me.»

Perché deve sempre decidere lui?

Non riuscirò a fargli cambiare idea, adesso, e se ci provassi finiremmo col litigare, potrebbe non rivolgermi più la parola fino al giorno della consegna, quando correrà da me, se a vincere sarà lui, mentre, se a vincere sarò io, mi posso scordare anche solo un po' di gentilezza da parte sua...

«E se prendiamo lo stesso voto?» gli chiedo.

«Io sarò gentile e tu mi dirai che cosa provi.»

«Ma... se invece vinci tu e io te lo devo dire e tu non devi essere gentile con me allora mi tratterai male, quindi che senso avrebbe dirtelo?» gli chiedo preoccupata.

Come fosse un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora